Regione Veneto, via libera alla fusione di comuni nel Polesine e nel Bellunese

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Sei comuni nel Rodigino faranno nascere Civitanova Polesine. Longarone si fonde con Castellavezzo

Importante passo nella direzione della riduzione degli enti locali e di una maggiore efficienza amministrativa e riduzione della spesa pubblica. La regione del Veneto ha dato il via libera, con due distinti provvedimenti, alla fusione di sei comuni nel Polesine e a due nel Bellunese.

In provincia di Rovigo, Civitanova Polesine riunirà in un’unica realtà amministrativa gli odierni comuni di Arquà Polesine, Costa di Rovigo, Frassinelle Polesine, Pincara, Villamarzana e Villanova del Ghebbo. “Sono stati i sei comuni, con deliberazioni dei propri Consigli – spiega l’assessore regionale Roberto Ciambetti –, a chiedere alla Giunta regionale di rendersi promotrice di un disegno di legge di fusione tra loro e a supporto della richiesta hanno prodotto uno studio di fattibilità per realizzare un unico nuovo e grande comune nell’area del Medio Polesine”.

Due le motivazioni forti che hanno attivato questo percorso: la prima è legata alla volontà di far “contare di più” queste comunità del Polesine, potenziando la capacità di rappresentanza e promozione del territorio; la seconda è legata alla riduzione continua e costante delle risorse disponibili per mantenere e sviluppare adeguati livelli di risposta alla domanda locale di intervento pubblico. “E’ evidente che la frammentazione territoriale in piccoli Comuni – aggiunge l’assessore Ciambetti – non consente di soddisfare le esigenze primarie della cittadinanza e non è più sostenibile sotto il profilo economico. Ma un cambiamento tanto importante non si realizza seguendo esclusivamente logiche di risparmio di spesa e imponendo obblighi di gestione associata: è un processo che non si impone, ma si realizza attraverso la condivisione e nel rispetto dei soggetti coinvolti, Comuni e cittadini in primis, come è avvenuto in questo caso”.

La strada della fusione consentirà di utilizzare risorse aggiuntive, derivanti dai risparmi di spesa e dai maggiori trasferimenti (aumento dei trasferimenti statali del 20% per dieci anni), ma anche di conseguire una forte semplificazione e riduzione degli apparati politici, pur garantendo adeguate forme di rappresentanza attraverso le municipalità, con conseguenti risparmi economici, senza intaccare minimamente i servizi fino a oggi erogati: verranno ridotte le spese “ripetitive” che necessariamente devono essere presenti in un Comune, che in questo caso si trasformano da “sei” a “uno”. Inoltre, il nuovo comune potrà godere dell’esenzione dai vincoli del patto di stabilità per un periodo di due anni.

Il comune di Civitanova Polesine avrà sede ad Arquà Polesine e si manterranno presso i Municipi di Costa di Rovigo, Frassinelle Polesine, Pincara, Villamarzana e Villanova del Ghebbo alcuni uffici decentrati. La popolazione complessiva, in base al censimento del 2001, sarà di 11.651 abitanti (Arquà Polesine 2.811 abitanti; Costa di Rovigo 2.683 abitanti; Frassinelle Polesine 1.529 abitanti; Pincara 1.262 abitanti; Villamarzana 1.202 abitanti; Villanova del Ghebbo 2.164 abitanti).

La Giunta regionale ha approvato, sempre su proposta dell’assessore al bilancio e agli Enti locali, Roberto Ciambetti, il disegno di legge per l’istituzione del nuovo comune di Longarone, derivante dalla fusione dei due Comuni bellunesi di Longarone e Castellavazzo. In base al censimento del 2001, gli abitanti di Longarone sono 4.021 e 1.635 invece quelli di Castellavazzo.

Nella relazione che accompagna il provvedimento si sottolinea che “i due comuni formano, pur con alcuni caratteri distintivi, un’unica comunità, che nel lavoro, nella lingua, negli stili di vita, nella mentalità e in ogni altro aspetto della vita civile e sociale esprime caratteristiche sovrapponibili”. Anche per il nuovo comune di Longarone è previsto un aumento dei trasferimenti statali del 20% per dieci anni, rispetto a quelli attribuiti per l’anno 2010 e di beneficiare dei criteri di preferenza che la normativa regionale in materia di fusione di comuni assicura in sede di ripartizione delle risorse finanziarie.