Trentino Alto Adige, sempre più biologico in agricoltura

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laimburg-giornata-aggiornamento-agricoltura-biologica-ilnordestPresentate all’Istituto agrario di San Michele all’Adige le nuove varietà di vite resistente a peronospora e oidio. In Alto Adige sono oltre 800 gli agricoltori che producono “bio”

In Trentino Alto Adige l’agricoltura è sempre più “bio”. Gli esperti del Centro di Sperimentazione Laimburg e della Fondazione E. Mach hanno presentato al pubblico interessato i risultati delle loro prove sperimentali e gli attuali progetti di ricerca in frutticoltura e in viticoltura. Sono oltre 800 gli agricoltori altoatesini che effettuano una coltivazione biologica. Gran parte di queste aziende agricole (oltre 650) lavora esclusivamente secondo le norme dell’agricoltura biologica. Altre 120 aziende hanno iniziato il processo di conversione biologica (che dura tra i due a tre anni dipendendo dal tipo di coltura); infine, 30 aziende sono biologiche miste che coltivano contemporaneamente superfici a biologico e convenzionali.

In frutticoltura, la superficie coltivata secondo le direttive dell’agricoltura biologica ammonta a 1.372 ettari, in viticoltura a 263 ettari. L’arativo e l’orticoltura biologica comprendono 191 ettari, i prati e pascoli invece sono di 4.147 ettari. La richiesta di frutta di coltivazione biologica rimane alta, anche perché sia la raccolta del 2012 che quella del 2013, secondo le previsioni, sarà nettamente al di sotto della media. Sembra quindi proseguire il periodo favorevole della frutta biologica che si esprime anche nel crescente interesse degli agricoltori nei confronti delle coltivazione biologica.

“Bisogna però considerare che le rese nell’agricoltura biologica sono soggette a maggiori oscillazioni rispetto a quelle della produzione integrata. Il quadro della situazione potrebbe quindi cambiare presto”, ha affermato nel corso del convegno tenutosi a Laimburg Markus Kelderer, il responsabile del settore agricoltura biologica del Centro di Sperimentazione. Da oltre 20 anni Kelderer ed il suo staff lavorano nel settore della coltivazione biologica. Da dieci anni gli esperti del Centro di Sperimentazione Laimburg ricercano nuovi metodi per il diradamento nell’agricoltura biologica. Il diradamento è cruciale per l’ottenimento di un’ottima qualità dei frutti. “Il nostro approccio è stato quello di inibire la traspirazione delle piante tramite sostanze oleose per rafforzare la caduta naturale dei frutti. Con le nostre sperimentazioni siamo riusciti ad ottimizzare il metodo per la prassi agricola e possiamo dare indicazioni precise agli agricoltori” spiega Kelderer.

Fondazione Mach Uve resistenti malattie Cabernet Carbon 1Un fenomeno abbastanza recente è stato rilevato soprattutto nei frutteti della Bassa Atesina: in certe zone le piante giovani hanno sofferto una crescita debole, mentre si è potuta osservare una moria d’alberi in piena resa. Entrambi i fenomeni sono causati dalla cosiddetta “stanchezza del terreno” che sembra di avere più origini. “Quanto più le nostre ricerche su questa malattia avanzano, tanto più scopriamo la complessità del fenomeno – ha affermato Kelderer – e da quanto mostrano le conoscenze ottenute finora, dei tipi aggressivi di funghi sembrano svolgere un ruolo importante per lo sviluppo della stanchezza del terreno”. Ma è ancora presto per trarre delle conclusioni. Tra le contromisure possibili, le prove sperimentali con compost hanno dato risultati interessanti che sono state mostrate al pubblico nel corso del convegno. A partire dall’agosto del 2011 sono stati scoperti alcuni casi di marssonina. Questa malattia fungina proviene dall’Asia e colpisce soprattutto i frutteti gestiti estensivamente. Sono in corso le ricerche sulla biologia del patogeno per capire meglio lo sviluppo della malattia. Oltre a ciò, gli esperti esaminano delle misure adatte all’arginamento della marssonina, per esempio lo sgombro delle foglie morte dai frutteti. Ulteriori indagini in materia mirano a chiarire quali varietà siano le più colpite dalla marssonina.

Presso la Fondazione E. Mach di San Michele si è fatto il punto dell’attuale situazione delle malattie fungine più insidiose in viticoltura, cioè la Peronospora e l’Oidio. Inoltre, i partecipanti hanno potuto degustare diversi vini di varietà resistenti, alcune delle quali hanno ormai raggiunto un buon livello di qualità. Queste varietà hanno caratteristiche di resistenza contro le malattie fungine e necessitano di pochissimi trattamenti.

Sei nuove varietà di vite tolleranti a oidio e peronospora proposte dalla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige sono state recentemente iscritte nel Registro nazionale delle varietà di vite idonee alla produzione di vino. Si tratta delle varietà Solaris, Johanniter, Helios, Prior, Cabernet Carbon e Cabernet Cortis, create dall’Istituto Viticolo Statale di Freiburg e testate da alcuni anni dal Centro ricerca e innovazione, particolarmente impegnato nell’attività di miglioramento genetico orientato alla resistenza.

Il risultato, presentato in occasione dell’incontro sulla viticoltura biologica, è importante perché ora si possono coltivare anche in Italia varietà di vite resistenti con possibilità vinificarne le uve, ma soprattutto perché consente di ridurre i trattamenti antiparassitari. “Un risultato voluto dalla Fondazione Mach e dal mondo vivaistico trentino per ridurre l’input chimico in campagna – spiega il presidente Francesco Salamini -. Ritengo che con queste iscrizioni si sia definitivamente accantonato un vecchio tabù che di fatto impediva l’uso delle resistenze genetiche nel miglioramento di questa pianta agraria. Si apre ora una fase nuova che vede la Fondazione in prima fila nella creazione di uve di qualità resistenti a odio e peronospora”.

Soddisfatti i ricercatori della Piattaforma miglioramento genetico della vite che hanno collaborato attivamente alla raccolta dei dati necessari all’iscrizione. “Queste varietà non si pongono come sostitutive di quelle già esistenti ma integranti della viticoltura italiana, in quanto potrebbero essere una valida alternativa nei ridossi dei centri abitati o dove tuttora si pratica una ‘viticoltura eroica’ vedi terrazzamenti molto in pendenza della Val di Cembra” spiegano i ricercatori Marco Stefanini e Silvano Clementi. Le varietà sono state vinificate nella cantina di microvinificazione della Fondazione Mach e proposte alla degustazione. Ecco le caratteristiche delle varietà registrate.

SOLARIS. Come costituzione la varietà Solaris risale all’anno 1975. Si tratta di un incrocio Merzling x (Saperavi Severinyi x Muscat Ottonel). Matura alquanto precocemente e le sue uve a bacca bianca presentano di norma un elevato grado zuccherino. Il vino ha un bouquet fruttato che ricorda a volte l’ananas o le nocciole al gusto presenta una buona struttura armonico ed alcolico.

JOHANNITER. E’ una varietà bianca costituita nel 1968 da Johannes Zimmerman presso l’Istituto Statale di viticoltura di Freiburg. Si tratta di un incrocio tra Riesling e Ruländer. Il vino ha una delicata nota fruttata, è caratterizzato da una sensazione di pompelmo, mentre il bouquet è intenso e piacevole. Al gusto è armonico, piuttosto vellutato e pieno.

HELIOS. La varietà Helios è ottenuta dall’incrocio Merzling x Fr. 986-60. Questa varietà a bacca bianca è mediamente precoce, presenta un grappolo di medie grandi dimensioni ed una equilibrata vigoria. Il vino ottenuto presenta note fruttate, al gusto struttura di medio corpo.

PRIOR. La varietà a bacca rossa Prior (Fr 484-87) è il risultato dell’incrocio (Joan Seyve 234-16 X Bl. Spätburgunder) X (Merzling X (Saperavi severnyi X St. Laurent)). E’ una varietà a maturazione medio tardiva e molto produttiva. Il vino si presenta con note floreali-fruttate, di media struttura, consigliato per un consumo d’annata.

CABERNET CARBON. Varietà a bacca rossa ottenuta dall’incrocio di Bronner x Cabernet Sauvignon. L’epoca di maturazione è medio-tardiva, ed i vini presentano note speziate-balsamiche con una buona struttura ed un buon estratto.

CABERNET CORTIS. Varietà a bacca rossa ottenuta dall’incrocio di Solaris x Cabernet Sauvignon. Epoca di maturazione precoce, i vini presentano note fruttate molto intense, un buon corpo ed elegante struttura. Varietà adatta per produrre vini di buon livello qualitativo.