Il 6 ottobre decolla la Fondazione del nuovo centro destra

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aspettandoil6ottobre-ilnordestTosi: “sarà uno sprone per le primarie nel centro destra e per trovare un leader di tutti”

Grande attivismo del segretario della Lega Nord del Veneto (oltre ad essere sindaco di Verona e vicesegretario federale del Carroccio), Flavio Tosi, impegnato assieme ad altri fedelissimi (dal vicesindaco di Verona Vito Giacino al vicepresidente della provincia di Verona Fabio Venturi per citare i più noti impegnati nelle istituzioni scaligere) nella nascita della nuova Fondazione del centro destra che si presenterà ufficialmente domenica 6 ottobre con una convention che sarà allestita al Palabam di Mantova a partire dalle ore 10.30. Un evento che è accompagnato da un sito web specifico (www.aspettandoil6ottobre.it) che fornisce le prime informazioni su questo nuovo cantiere politico.

Tosi, cosa si propone con quest’iniziativa?

L’obiettivo immediato è quello di fare discutere l’intero centrodestra sulla figura del prossimo leader dell’alleanza. Si tratta di un passo obbligato per arrivare ad un’autentica legittimazione popolare, per coinvolgere gli elettori nella scelta del proprio massimo rappresentante. Un’iniziativa che costituisce anche un volano mediatico per riportare l’attenzione dei cittadini sulla politica vera. Trovo giusto che siano gli elettori di centro destra a tornare ad essere protagonisti della politica senza candidati calati dall’alto.

L’esperienza del centro sinistra a questo proposito non è stata del tutto positiva…

Le primarie fatte dal centrosinistra sono state guidate per fare emergere una determinata candidatura. Se fossero state veramente libere e aperte, il risultato sarebbe stato con tutta probabilità molto diverso e la figura di Renzi avrebbe potuto calamitare l’interesse elettorale anche di tanti cittadini vicini al centro destra, attratti dalla novità e dal programma politico sicuramente innovativo di Renzi. Ma così non è stato e i risultati sono quelli che tutti conosciamo. Di sicuro, un risultato le primarie del centro sinistra lo hanno ottenuto: quello di fare discutere la gente di politica, di fare uscire i cittadini e di portarli alle urne. Proprio quello che ci proponiamo noi con le nostre primarie.

Lei parte come candidato favorito, magari assieme ad Angelino Alfano.

Chi parte favorito non è poi detto che tagli il traguardo finale. Io spero che alle primarie del centro destra partecipino tutti coloro che hanno un programma, un’idea di centro destra spendibile e spero che oltre a me e ad Alfano ci siano tanti altri candidati che si riconoscano nella filosofia del centrodestra che si mettano in gioco.

Quando si svolgeranno?

Detto che in questo momento mi pare estremamente difficile che si vada a votare, credo che si potranno organizzare le primarie del centro destra per il tardo autunno-inizio inverno di quest’anno, in modo da prepararsi per le elezioni che con tutta probabilità arriveranno la prossima primavera, forse in abbinata con le Europee. Oltre alle primarie, prima di votare è indispensabile cambiare l’attuale sistema elettorale. Un passo imprescindibile, se non si vuole ancora di più ingigantire l’astensionismo, che è già troppo alto a causa della partitocrazia che ha allontanato gli elettori dal voto. Bisogna ridare agli elettori la facoltà di scegliere chi eleggere, cancellando l’attuale Parlamento di nominati.

Come giudica il suo partito questo scenario?

Ho avuto formale approvazione dal segretario federale Roberto Maroni durante l’ultimo federale. Per la Lega Nord si tratta di un passo fondamentale per trovare un nuovo leader che possa tenere unito tutto il centrodestra con l’obiettivo di vincere le elezioni e governare il Paese. Il programma della Fondazione, poi, contiene i capisaldi storici della Lega Nord che oggi sono stati fatti propri dalla gran parte del centro destra e degli altri partiti.

La Fondazione costituisce una sorta di prova generale per andare anche oltre la Lega Nord?

No, semmai è uno strumento aggiuntivo per portare nuovo consenso verso i punti programmatici storicamente più qualificanti e condivisi del centro destra: dal taglio della spesa pubblica alla riduzione della pressione fiscale, ormai insostenibile; dalla riduzione della burocrazia al rilancio delle autonomie locali e al federalismo. Senza dimenticare la riforma della giustizia, a partire dal settore civile, la lotta all’immigrazione clandestina, la riduzione del debito pubblico e la riforma elettorale. Una politica che guardi con molta più attenzione di oggi alle necessità delle piccole e medie imprese, che costituiscono la spina dorsale dell’economia del Nord e dell’intero Paese.