Mondo del lavoro, il ministro Giovannini a Bolzano per testare le iniziative provinciali

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PAB convegno lavoro bolzano enrico giovannini 1La norma altoatesina anticipa di fatto i contenuti della riforma nazionale

La normativa altoatesina in fatto di lavoro anticipa di fatto i contenuti della riforma che il ministro Enrico Giovannini ha in animo di varare al più presto a livello nazionale e per conoscere più da vicino quanto fatto in Alto Adige, Giovannini ha partecipato ad un convegno organizzato dalla provincia.

“Tra il piano pluriennale per il lavoro della Provincia di Bolzano – ha spiegato Giovannini – e il pacchetto lavoro elaborato di recente dal Governo nazionale, vi è una sorprendente impostazione comune. Anche in Alto Adige si è capito che non basta rincorrere le urgenze, ma serve una strategia globale e duratura nel tempo per migliorare le condizioni del mercato del lavoro e per sostenere il sistema della formazione duale”. Giovannini ha elencato i punti in comune fra visione locale e nazionale: dai tirocini alla formazione, dal cuneo fiscale ai servizi alla prima infanzia, dagli incentivi per l’assunzione di lavoratori over 55 al patto generazionale. “Su quest’ultimo punto – ha aggiunto il ministro – Bolzano si muove nella direzione giusta. La staffetta fra generazioni nel pubblico impiego è un tema che mi sta a cuore perché consente di risparmiare risorse. Le priorità del vostro piano per il lavoro sono le stesse del Governo, e all’interno di queste misure si possono trovare anche degli spunti interessanti da cui prendere spunto”. Il convegno è stato aperto dall’intervento dell’assessore Roberto Bizzo, il quale ha illustrato la situazione dell’occupazione in provincia di Bolzano e i punti salienti del piano pluriennale del lavoro.

Con un tasso di disoccupazione del 4,7%, l’Alto Adige si pone allo stesso livello dell’Austria e ben al di sotto del Trentino (6,4%) e del resto d’Italia (11,6%). “Anche durante la crisi – ha spiegato Bizzo – l’occupazione è cresciuta dello 0,5% ogni anno, raggiungendo quota 193.615 persone”. I problemi da affrontare, però, non mancano: “l’edilizia sta pagando duramente gli effetti della recessione – ha proseguito l’assessore – e c’è da segnalare la crescita della disoccupazione femminile, arrivata al 5,9% contro il 3,7% degli uomini: questo dato è legato al fatto che il momento di difficoltà spinge molte persone che prima, per scelta, non erano occupate, a cercare un lavoro”.

Tra i punti di criticità, Bizzo ha citato “il differenziale tra domanda e offerta di lavoro in tema di formazione ed età”, e le lingue. “I giovani che non trovano un’occupazione – ha spiegato – sono soprattutto quelli che non conoscono almeno due lingue”. Per affrontare per tempo la situazione, la provincia di Bolzano punta innanzitutto su un maggiore sostegno all’economia tramite investimenti in ricerca e sviluppo, formazione, rapporto scuola-lavoro e snellimento della burocrazia. “Abbiamo poi approvato il piano pluriennale per il lavoro – ha concluso Bizzo – con l’obiettivo di raggiungere entro il 2020 un tasso di occupazione dell’80% (adesso è al 77,7%) con la creazione di 21.000 nuovi posti di lavoro. Il piano prevede 44 misure concrete che puntano a favorire giovani, donne, over 55 e categorie svantaggiate”.

L’assessore Sabina Kasslatter Mur, invece, si è concentrata sul modello altoatesino della formazione duale: “il 40% dei ragazzi dopo la terza media sceglie la strada della formazione professionale e dell’apprendistato. Il nostro modello si è dimostrato vincente perché ha saputo offrire prospettive occupazionali ai giovani, ma c’è bisogno di snellire le procedure burocratiche per i contratti di apprendistato: molte aziende, infatti, vengono frenate dai troppi paletti”. Kasslatter Mur, inoltre, ha chiesto al Governo nazionale di ampliare i margini di manovra a disposizione degli enti locali per poter ampliare l’offerta formativa sulla base delle reali richieste del mondo del lavoro.