Veneto, il settore edile ad un punto di svolta

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casa palazzo in costruzione cemento armato 1Nel I e II trimestre 2013 primi (timidi) segnali di un’inversione di tendenza nella lunga crisi dell’edilizia

I dati a consuntivo sull’andamento del mercato delle costruzioni nel Veneto, secondo le stime elaborate dal Cresme per l’osservatorio Ceav-Unioncamere del Veneto sul mercato edilizio, hanno evidenziato tra il 2008 e il 2012 la più grave crisi del settore dal dopoguerra, nell’ordine del -14,2% in termini reali e del -22,8% in valori costanti (al netto dell’inflazione). Nel 2012 il settore delle costruzioni nel Veneto ha attivato investimenti per poco più di 13,7 miliardi di euro, contro i 16 miliardi del 2008. In tre anni il mercato ha perso circa 2,3 miliardi di investimenti.

L’evidenza della crisi sta nella trasformazione della composizione del mercato. Nel 2008 la nuova costruzione rappresentava il 56% degli investimenti, nel 2012 è il mercato del “recupero” a rappresentare il principale elemento di attività. In quattro anni dunque il mercato non solo è diminuito per investimenti, ma ha profondamente mutato la struttura della domanda, con una riduzione molto significativa di alcuni segmenti storici, come ad esempio la nuova costruzione non residenziale privata, che in quattro anni ha dimezzato il giro d’affari, o la stessa nuova costruzione residenziale, che ha perso quasi il 29% degli investimenti.

La crescita del “rinnovo”, un fenomeno anticongiunturale ben conosciuto già nella precedente crisi post-tangentopoli, può essere anche associata all’effetto del “piano casa”, che al 31 dicembre 2012 ha contato quasi 50.000 domande. Tuttavia, nonostante la limitata ma positiva performance del rinnovo, il protrarsi della crisi ha aggravato la condizione occupazionale. Secondo i dati Istat sulle forze lavoro, nel 2012 si è registrato un calo di 4.400 addetti nell’edilizia, pari ad una diminuzione annua del -3,2%. Nel periodo 2008-2012 la perdita complessiva di occupati nel settore è stata pari a oltre 13.650 addetti, con un calo del -7,6%. La crisi è anche e soprattutto delle imprese, che nell’ultimo anno si è fatta sentire in modo più consistente, anche se non per tutte le tipologie aziendali. Infatti osservando i dati relativi al numero di imprese attive artigiane e non artigiane delle costruzioni per forma giuridica, emerge una diminuzione del numero totale di imprese (-3,5% rispetto al 2011), ma alcune forme di impresa rimangono in forte crescita, come le società di capitale del settore artigiano (+2,3%) e le cooperative e i consorzi artigiani (+8,3%). In forte crisi al contrario le ditte individuali nel comparto non artigiano (-14,8% nell’ultimo anno). Si conferma pertanto quanto già osservato negli anni precedenti, ovvero il fatto che le imprese più strutturate e le forme di cooperazione tra imprese hanno dimostrato di poter affrontare meglio la crisi, un elemento utile a definire un quadro strategico di riferimento per il mercato nel futuro.

L’analisi congiunturale trimestrale sul settore delle costruzioni, promossa congiuntamente da Ceav e Unioncamere del Veneto e inserita ormai stabilmente nelle indagini di VenetoCongiuntura, relativamente al secondo trimestre 2013 mette in evidenza due elementi apparentemente contrastanti; ma che, alla luce dei dati generali dell’economia, in realtà riflettono una tendenza che, con tutte le cautele del caso, fa intravvedere i primi segnali di una possibile inversione di tendenza della dinamica negativa dell’edilizia nel prossimo futuro. Se da un lato il secondo trimestre 2013 evidenzia un proseguimento della dinamica negativa, in particolare con dati relativi all’occupazione particolarmente pesanti, da un altro lato emerge un netto miglioramento delle aspettative delle imprese per i prossimi sei mesi, segno di un sentore di inversione di tendenza che, nelle costruzioni come noto, ha tempi di reazione più lunghi rispetto a quelli dell’economia.

Sulla base dei dati dell’indagine VenetoCongiuntura, il fatturato delle imprese di costruzioni tra aprile e giugno 2013 ha registrato una diminuzione del -4,6% rispetto allo stesso periodo del 2012, un’ulteriore diminuzione dopo il -3,9% del precedente trimestre. Su questo andamento ha certamente continuato ad influire una condizione meteorologica molto particolare.

Dal punto di vista territoriale hanno sofferto soprattutto i territori dell’area montana (Belluno -5,7%) e le province dell’area metropolitana di Venezia, Padova e Treviso. Tuttavia a fronte di questa dinamica ancora negativa, emerge un dato molto interessante riguardante le aspettative delle imprese per i prossimi sei mesi. I saldi delle risposte tra attese negative e positive sono ancora negativi, ma l’osservazione in serie storica delle risposte evidenzia un netto miglioramento del saldo, che per quanto riguarda il fatturato passa dal -31% del quarto trimestre 2012, al -22% del primo trimestre 2013, fino al -16% del secondo trimestre 2013. Dunque nell’arco di sei mesi si è dimezzato il sentiment negativo dell’imprese sul futuro dell’andamento delle costruzioni in Veneto, un fattore che fa ben sperare alla luce del miglioramento anche dei giudizi sull’aumento dei prezzi e soprattutto con il passaggio dal -22% del saldo del giudizio sugli ordini dei trimestri precedenti al -8% del trimestre in esame. Quello relativo agli ordini è dunque, in questa fase, un indicatore importante per le prospettive future di ripresa del mercato.

Dal punto di vista previsionale, pur proseguendo la tendenza negativa registrata nei trimestri precedenti, nel secondo trimestre del 2013 si registra una riduzione dell’indicatore sintetico generale. Dopo i -31,4 punti percentuali del quarto trimestre 2012, l’indicatore relativo al fatturato si assesta nel secondo trimestre 2013 a -16,4 punti percentuali. Si confermano ancora una volta dunque le aspettative negative delle imprese, ma con una riduzione significativa rispetto al semestre precedente.

Per il settore del “nuovo residenziale”, le previsioni per i prossimi sei mesi si invertono, rispetto al trimestre precedente, con la maggior parte delle imprese che affermano che vi sarà una crescita del mercato (giunto ormai a livelli di soglia minima), mentre circa il 40% delle imprese afferma che il mercato rimarrà invariato. Per il “non residenziale”, le aspettative delle imprese sono positive. D’altronde è il settore che prima degli altri è entrato in crisi nel Veneto, anche per la grande superproduzione che ha investito la Regione nei primi anni 2000, e che dunque ha raggiunto livelli produttivi molto contenuti. Quasi il 60% delle imprese si attende una ripresa del mercato.

Bene le ristrutturazioni, trainate dal piano casa e dagli incentivi governativi, che evidenziano una forte potenzialità di crescita per i prossimi sei mesi da parte delle imprese, ma anche elementi contraddittori. Mentre nei casi precedenti la percentuale di chi considera il mercato in calo era contenuta, in questo caso è come se i giudizi si dividessero tra chi è fortemente convinto della crescita e chi invece pensa ad un rallentamento.

Attesa positiva da parte degli operatori anche per il comparto delle opere pubbliche, innescata probabilmente dall’azione del Governo e dai provvedimenti presi con il decreto del Fare. Oltre il 60% delle imprese ha aspettative positive, mentre solo un 10% circa presenta attese negative.