Concordati in continuità, Confindustria Trento critica lo strumento e la disinvoltura di certi imprenditori

0
353
Confindustria-Trento-Paolo-Mazzalai-ilnordest
Confindustria-Trento-Paolo-Mazzalai-ilnordestMazzalai: “è uno schiaffo all’etica, una vergogna nazionale”

Sempre più spesso nel comparto dell’edilizia messo a dura prova dalla congiuntura economica e, in Trentino, anche dall’eccesivo livello dei prezzi fatto registrare nel corso degli ultimi anni che hanno ingrassato a dismisura la speculazione immobiliare a danno del mercato e della qualità del costruito, si assiste a crisi delle imprese e delle immobiliari che ricorrono allo strumento del concordato in continuità per bloccare le richieste dei creditori dinanzi a situazioni di crisi di liquidità a causa delle mancate vendite.

Uno strumento che consente alle imprese che lo richiedono di proseguire tranquillamente nella loro attività, scaricando i problemi sulla catena dei fornitori che si vedono legalmente bloccati i pagamenti, innescando problemi di liquidità a catena per le forniture non pagate.

Sulla questione dei concordati in continuità, Confindustria Trento e Ance Trento, nelle persone dei rispettivi presidenti Paolo Mazzalai e Giulio Misconel, ribadiscono il loro massimo rispetto delle leggi, anche di quelle su cui possono esprimere perplessità per gli effetti negativi che rischiano di generare sul sistema produttivo. La posizione di Confindustria Trento e di Ance Trento sulla norma nazionale non è una novità degli ultimi giorni, né è cambiata rispetto a quanto dichiarato lo scorso 21 giugno dal presidente Mazzalai nella sua relazione all’Assemblea generale dell’associazione: “è uno schiaffo all’etica, una vergogna nazionale. Diciamo le cose come stanno: è uno strumento che consente di non pagare i debiti ai propri creditori e di continuare la propria attività in maniera indisturbata”. Facendo spesso concorrenza sleale nei confronti delle altre imprese.

Proprio per arginare un ricorso sempre più diffuso da parte d’imprenditori disinvolti a questo strumento che snatura in profondità il mercato, la provincia di Trento ha emanato una norma che esclude dagli appalti pubblici fino ai due milioni di euro le imprese in concordato di continuità. Un provvedimento di comune buon senso, volto a limitare la partecipazione alle gare pubbliche di imprese che si dichiarano in difficoltà, ma che è stata impugnata al Tar di Trento da alcuni imprenditori perché si sono sentiti penalizzati a loro dire inguistamente.

Confindustria e Ance Trento nella nota diffusa alla stampa prendono le distanze da questo ricorso, esprimendo “la massima fiducia nell’operato della Provincia autonoma di Trento, che si è sempre dimostrata scrupolosa e prudente nella sua attività normativa e amministrativa”. L’uscita dei due presidenti sembra proprio una chiara sconfessione all’operato di alcuni loro soci.