“Alles Natur? Pura natura!”, mostra temporanea al Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige

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Visibili una selezione di 60 oggetti di alto valore storico e culturale valorizzati per il materiali di cui sono fatti

Una selezione di oggetti provenienti da diversi musei e collezioni, alcuni storici e di elevato valore culturale, altri più diffusi e recenti, tutti presentati da un punto di vista molto particolare: quello del materiale di cui sono fatti. E’ questo il filo conduttore della mostra temporanea “Alles Natur? Pura natura!”, allestita al Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige a Bolzano. Tutto ciò che esiste sulla Terra è riconducibile ai 118 elementi chimici. Di questi, solo 20 sono veramente diffusi, e 26 sono sufficienti per formare gli esseri viventi.

L’esposizione propone circa 60 oggetti, alcuni storici e di elevato valore culturale, altri più recenti e diffusi, provenienti principalmente da diversi musei e collezioni altoatesine, tedesche e austriache, presentati da un punto di vista molto particolare: quello della loro composizione. La selezione di oggetti esposta è assai insolita per un museo di scienze naturali: si tratta, infatti, principalmente di manufatti, prodotti, creazioni umane. Ma esaminando il materiale con cui sono realizzati, si scopre che, in fondo, anche l’oggetto più artificiale è scomponibile in elementi del tutto naturali: non è, in parole povere, che pura natura.

Si potranno così scoprire che la fluorescenza giallo-verde di uno splendido servizio da tavola boemo degli anni ’20 composto da caraffa, bicchiere e bicchierino è prodotta dalla presenza, nel vetro, di uranio, del quale all’epoca non si conosceva la pericolosità radioattiva. O che per produrre il sofisticato effetto “bicolore” di alcune verniciature high-tech di automobili di lusso, si utilizzano semplici fiocchi trasparenti di mica – un minerale incolore – , i cui cristalli danno luogo a interferenze luminose mutando il risultato cromatico a seconda dell’angolo di incidenza della luce. Prendendo ad esempio un telefono da tavolo in bachelite nera modello W 48 dato a noleggio, nel periodo 1948-’70, dalle Poste federali tedesche, la mostra spiega come questa prima plastica inventata dall’americano Leo Hendrik Baekeland nel 1905 derivi indirettamente dal petrolio (tramite la sintesi di fenolo e formaldeide). E come per realizzare la coloritura rosso intenso di una preziosa coppa in vetro rubino proveniente dalla Baviera sia stata utilizzata una vera e propria nanotecnologia ante litteram, fondendo microscopiche particelle d’oro insieme al vetro a 1500 gradi.

L’esposizione prende in considerazione anche l’utilizzo di materie prime vegetali nella produzione di manufatti: ad esempio, quello della canna di bambù – erba alta fino a 30 metri – per costruire sedie a dondolo. Il bambù si presta infatti molto bene a essere piegato in forme circolari: basta scaldarlo e, una volta riportato a temperatura ambiente, mantiene per sempre la sua forma. A dar vita e voce a un oboe di scuola ceca del XIX secolo provvedono due lamelle di canna comune ripiegate su se stesse, la cosiddetta “doppia ancia”. E se per gli pneumatici di un curioso biciclo di fine ‘800 è stato utilizzato lattice di caucciù vulcanizzato con zolfo, oggi la gomma si produce tramite vulcanizzazione di derivati del petrolio.

Infine, la mostra passa in rassegna alcuni materiali da costruzione. L’acciaio COR-TEN dei guardrail, una speciale lega contenente anche rame, cromo e fosforo, arrugginisce non perché di scarsa qualità, anzi: la sua composizione favorisce la formazione di uno strato di ruggine a scopo protettivo. Rispetto all’acciaio il legno è più infiammabile, ma in caso di incendio garantisce molto più a lungo la tenuta statica dell’edificio.

La mostra temporanea “Alles Natur? Pura Natura!” è aperta al pubblico fino all’8 giugno 2014.