L’opera rossiniana con la regia di Pier Luigi Pizzi e la direzione di Francesco Lanzillotta debutta domenica 2 febbraio
Domenica 2 febbraio 2014 (ore 15.30; repliche martedì 4 febbraio, ore 20.00 – giovedì 6 febbraio, ore 20.00 – domenica 9 febbraio, ore 15.30) debutta L’Italiana in Algeri di Gioachino Rossini, secondo titolo operistico in cartellone per la Stagione opera e balletto 2013-2014 della Fondazione Arena di Verona al Teatro Filarmonico.
L’opera rossiniana viene proposta al Filarmonico, dopo 16 anni di assenza, per la prima volta nell’allestimento del Circuito lirico lombardo per il quale il M° Pier Luigi Pizzi ha ideato regia, scene e costumi. Sul podio dell’Orchestra areniana torna il M° Francesco Lanzillotta.
Rossini compone L’Italiana in Algeri, con l’aiuto di un collaboratore, in meno di tre settimane su commissione di Giovanni Gallo, impresario del Teatro San Benedetto di Venezia. Dati i tempi stretti sceglie come libretto quello già esistente scritto da Angelo Anelli per l’opera del napoletano Luigi Mosca, andata in scena alla Scala nel 1808: il testo attinge a quel filone di soggetti turcheschi che si basava su numerose costanti narrative, espressione di un certo gusto per le turqueries vivo in Europa nei balletti di corte, nelle arti figurative e nella musica già nel Settecento, oltre che probabilmente su un curioso fatto di cronaca del 1805. Rossini chiede qualche modifica del libretto per meglio farlo aderire alla sua idea musicale e al suo concetto di “comicità”: se nei pezzi d’assieme si arriva a momenti di “follia organizzata”, come dirà Stendhal a proposito del grande concertato finale del primo atto, nei pezzi solistici il compositore guarda anche al registro serio e sentimentale per bilanciare il lato comico-farsesco dell’opera e dare maggiore autenticità ai personaggi principali. La prima ha quindi luogo il 22 maggio 1813 e viene accolta con grande entusiasmo, tanto che andrà in scena al San Benedetto per oltre un mese per poi riscuotere successo in tutta Italia.
La vicenda racconta del Bey Mustafà che, stanco della moglie Elvira, decide di ripudiarla per darla in sposa a Lindoro, il suo schiavo italiano; nel contempo ordina al capitano dei corsari, Haly, di trovargli una donna italiana per il suo harem. Proprio in quel momento fa naufragio nei pressi di Algeri una nave veneziana che reca a bordo una bellissima italiana, Isabella, partita alla ricerca dell’amato Lindoro. L’opera si snoda quindi tra le astuzie e le arti seduttive che la donna metterà in atto per sfuggire alle grinfie del Bey e fare ritorno in patria con l’amato e gli schiavi italiani.
Il fortunato allestimento proposto al Teatro Filarmonico, ideato da Pier Luigi Pizzi nei primi anni ’90, presenta un’ambientazione arabesca e coloratissimi costumi dal sapore mediorientale, fin dalla scena iniziale che sembra svolgersi nei pressi di un “bagno turco”. E il regista ci dichiara subito la morale data all’opera dal compositore pesarese: alla sua prima apparizione Isabella prende in mano una frusta, affermandosi così dominatrice della scena e protagonista indiscussa dell’azione.
In scena vedremo nel ruolo dell’arrogante Mustafà Mirco Palazzi e Abramo Rosalen e, per la prima volta con i complessi areniani, Alida Berti nella moglie Elvira. Lo schiavo italiano Lindoro sarà interpretato da Anthony Koroneos in alternanza a Daniele Zanfardino, entrambi debuttanti nel teatro scaligero con Fondazione Arena, mentre torna per vestire i panni dell’amata Isabella Marina De Liso che si dà il cambio con Silvia Beltrami. Nel ruolo del compagno Taddeo vedremo alternarsi Filippo Fontana e Nicolò Ceriani, la serva Zulma sarà Alessia Nadin, mentre il capitano Haly Federico Longhi.
La produzione vede impegnati Orchestra, Coro maschile e Tecnici dell’Arena di Verona.