Autotrasporto merci e regime di cabotaggio: più controlli per contrastare la concorrenza sleale dei vettori stranieri

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blocco dell’autotrasporto
blocco tir protesta 2 1Il comparto degli autotrasportatori merci in conto terzi del Friuli Venezia Giulia chiede un’intensificazione degli interventi da parte degli enti e delle Istituzioni preposte. La regione tra i territori più penalizzati

Lo stato di drammaticità dell’autotrasporto merci in conto terzi persiste, registrando in Friuli Venezia Giulia alcuni tra i dati più negativi del comparto.

A livello territoriale, è la regione ad aver subìto la contrazione più forte come dimostrano i dati pubblicati nello studio di Cgia Mestre, che indicano un -20,7% di imprese, scomparse tra il primo e il terzo trimestre 2013, per una riduzione totale di circa 5.000 addetti.

Auspicando anche interventi a sostegno del settore da parte del Governo regionale, dopo il documento presentato a luglio con il quale si presentava una serie di proposte per il rilancio del settore, le imprese tornano a unirsi per richiedere un’azione più severa in relazione ad uno dei problemi quotidiani più sentiti in regione: l’uso falsato del cabotaggio da parte dei trasportatori stranieri. A formalizzare la richiesta, Confartigianato e FITA – CNA di Trieste, assieme ad Anita regionale, che hanno inviato alle sedi provinciali di Prefettura, polizia stradale, polizia di frontiera marittima, Capitaneria di porto, guardia di finanza, agenzia delle dogane e carabinieri, un breve intervento scritto per richiedere l’intensificazione dei controlli e ribadire gli impegni già esplicitati formalmente dal ministero dell’Interno e dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul tema del cabotaggio.

«Quello che in pratica succede ogni giorno – evidenzia Ezio Castelletti, presidente del Raggruppamento autotrasporto di Confindustria Friuli Venezia Giulia e rappresentante di Anita – è l’accesso in Italia di camion con targa straniera, principalmente slovena, completamente vuoti, che caricano merce nella nostra regione con destinazione nella stessa o in altre regioni italiane, in particolare nel Veneto. Ribadiamo che tale modalità è illegale, come da Regolamento CE 1072/2009, che prevede anche un limite di 3 viaggi nell’arco di 7 giorni, dopo un trasporto internazionale che comprova l’entrata nel nostro Paese. Si tratta in entrambi i casi di cabotaggio abusivo, che sta penalizzando fortemente le imprese italiane che operano nelle aree esposte a maggiore concorrenza straniera e che porta a una continua ed esponenziale erosione delle fette di mercato del trasporto nazionale a favore dei vettori stranieri».

Secondo Castelletti «è necessaria ed urgente un’intensificazione dei controlli mirati degli automezzi con targhe straniere che effettuano trasporto di merce in regime di cabotaggio e, comunque, un intervento migliorativo sul sistema generale di controllo su strada. Per questo abbiamo inviato alle Istituzioni preposte un sollecito in tal senso, rinnovando la nostra piena collaborazione per individuare soluzioni efficaci nel contrasto dell’illegalità e della concorrenza sleale, e auspicando un incontro con il Prefetto di Trieste per i necessari approfondimenti».