Commercialisti del NordEst sulle nuove tecnologie elettroniche

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MIchela Colin 2013 presidente commercialisti-ilNordEst
MIchela Colin 2013 presidente commercialisti-ilNordEstNuovi strumenti per migliorare l’efficienza degli studi

I commercialisti del NordEst, circa 11.300 professionisti, sono più tecnologici e aperti all’utilizzo di nuovi strumenti per migliorare l’efficienza dei loro studi rispetto ai loro colleghi italiani. I commercialisti nordestini infatti sono più predisposti a lavorare in mobilità, ad utilizzare la conservazione sostitutiva per i documenti dello studio e portali dedicati alla trasmissione di documenti in formato elettronico.

Sono questi i risultati più significativi del NordEst emersi dalla ricerca dell’Osservatorio “ICT & Professionisti” condotto dalla School of Management del Politecnico di Milano presentata a Padova, e in diretta streaming a Rovigo, Belluno, Pordenone e Udine, nel corso del seminario “Fatturazione elettronica verso la PA e conservazione a norma dei documenti digitali” organizzato dall’Associazione dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili delle Tre Venezie, in collaborazione con Menocarta.net, la rete di filiera del settore ICT per professional services dedicati ai professionisti.

Nel dettaglio, lo spaccato dei dati dell’Osservatorio riferiti al NordEst, presentati da Claudio Rorato, responsabile dell’Osservatorio “ICT & Professionisti”, hanno rivelato che i commercialisti del NordEst sono più predisposti a lavorare in mobilità; anche considerando le altre categorie professionali (avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro) viene confermata questa tendenza a favore dei professionisti del NordEst rispetto a quelli a livello nazionale: il 53% contro il 43% consulta in mobilità i dati dello studio e ben il 68% contro il 52% lavorano sui documenti mentre sono in mobilità.

I commercialisti del NordEst utilizzano la conservazione sostitutiva per i documenti dello studio più dei colleghi a livello nazionale (27% vs 15%), confermando la tendenza anche per coloro che la utilizzeranno entro due anni (43% vs 40%). Anche per la conservazione sostitutiva offerta ai clienti, le Tre Venezie sono più avanti nell’utilizzo (19% vs 8%), come pure per i portali dedicati alla trasmissione di documenti in formato elettronico (19% vs 11%). Lo stesso dicasi per la firma grafometrica, adoperata dall’11% dei commercialisti del NordEst e solo dal 3% dei colleghi a livello nazionale.

Più dei colleghi a livello nazionale, i commercialisti del NordEst si lamentano per la lentezza di Internet (28% vs 18%).

«L’alfabetizzazione digitale all’interno degli studi professionali – ha commentato Michela Colin, presidente dell’Associazione dei dottori commercialisti ed esperti contabili delle Tre Venezie – crea un valore aggiunto alla nostra attività quotidiana. La dematerializzazione e l’uso delle nuove tecnologie permettono di migliorare e rendere più efficiente l’attività negli studi professionali, basti pensare che le attività amministrative impegnano tra il 36% e il 48% del totale. Oltre ai benefici tangibili, quali il risparmio di tempo e la riduzione dei costi, l’utilizzo delle nuove tecnologie porta vantaggi più sfumati, ma non meno importanti perché hanno spesso un valore strategico: una migliore qualità e tempestività dei dati a disposizione, che consentono di migliorare la pianificazione del lavoro e di poter dedicare più tempo e attenzione ai clienti; una migliore capacità di misurare la redditività per singolo cliente e il miglioramento dell’immagine sul mercato servito e potenziale. I dati presentati rivelano che i commercialisti del NordEst sono un passo avanti rispetto alla media nazionale, ma è necessario continuare sulla strada della formazione continua affinché i professionisti siano sempre più in grado di comprendere, conoscere e utilizzare i nuovi strumenti offerti dalla tecnologia e acquisiscano sempre più consapevolezza del loro ruolo di “responsabili certificati” della conservazione digitale».

«Secondo il recente studio condotto dal Politecnico di Milano il budget destinato all’Ict dai professionisti è ancora molto basso: 2.000 euro l’anno per gli avvocati, 6.000 euro per i commercialisti – ha commentato Andrea Cortellazzo, dottore commercialista e partner di Menocarta.net – A me sembra evidente che solo pochi colleghi hanno percepito che il rilancio passerà inevitabilmente attraverso una maggiore efficienza degli studi professionali, affrontando una riorganizzazione dei processi interni, in modo da orientarli verso un efficace utilizzo delle tecnologie ICT. Questo ce lo dimostra anche l’evidenza dei numeri: il fatto ad esempio che grazie a fatturazione elettronica e alla sola “conservazione a norma” dei documenti digitali uno studio professionale riesca a risparmiare una cifra pari al 20% del proprio bilancio e più del 70% del costo di produzione dei servizi di tenuta contabile e adempimenti fiscali, oggi vincolati ancora all’utilizzo di documenti cartacei. Tra i vantaggi più evidenti e di immediata percezione basta pensare al risparmio di tempo e di spazio necessari all’archiviazione di migliaia di documenti. Il futuro richiede un momento di rapido cambio culturale tra i Professionisti, affrontando senza remore l’utilizzo del solo “nativo digitale”, cogliendo così tutte le opportunità che si presenteranno, altrimenti, temo che sfuggiranno inevitabilmente».

Secondo Claudio Rorato, Responsabile dell’Osservatorio ICT&Professionisti della School of management del Politecnico di Milano «i dati dell’Osservatorio dimostrano che i professionisti italiani sono poco propensi alle tecnologie. Chi le usa è un’esigua minoranza. Tuttavia i Commercialisti del NordEst, si dimostrano più “mobile worker” dei colleghi a livello nazionale, ma anche più familiari con le tecnologie per la dematerializzazione. La maggiore diffusione di software per la gestione elettronica documentale, dei portali per la trasmissione dei documenti in formato elettronico, della conservazione sostitutiva e della firma grafometrica, è il segno di una maggiore comprensione rispetto alla media nazionale, degli usi che se ne può fare, sia per la ricerca dell’efficienza interna negli studi, sia per la possibilità di erogare nuovi servizi».