In cinque anni la crisi economica ha falcidiato nel NordEst 12.000 imprese artigiane

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Giuseppe Sbalchiero

 

Giuseppe SbalchieroGrido d’allarme della Cgia e di Confartigianato Veneto. Sbalchiero: «Renzi deve mettere mano a provvedimenti che consentano all’artigianato di sopravvivere»

Se nel primo trimestre del 2014 si registra qualche timido segnale di ripresa, la situazione maturata negli ultimi 5 anni di crisi economica è stata drammatica: in Italia si sono perse 75.500 imprese artigiane. Di queste, poco meno di 12.000 operavano nel ricco Triveneto. I numeri, secondo la Cgia di Mestre, fotografano una situazione pesantissima che consentono di affermare come l’artigianato sia stato il comparto più colpito dalla recessione che si è abbattuta in questi anni in Italia. Le costruzioni, i trasporti e il manifatturiero (metalmeccanica, tessile, abbigliamento e calzature) sono stati i settori che hanno segnato i risultati più negativi.

«Drastica riduzione dei consumi delle famiglie, forte aumento sia delle tasse sia del peso della burocrazia e la restrizione del credito – segnala Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia – sono tra le cause che hanno costretto moltissimi artigiani a gettare la spugna. Non potendo contare su nessun ammortizzatore sociale, dopo la chiusura dell’attività moltissimi artigiani non hanno trovato nessun altro impiego e sono andati ad ingrossare il numero dei senza lavoro, portandosi appresso i debiti accumulati in questi anni e un futuro tutto da inventare».

Nel Veneto la situazione ha assunto i toni di una vera debacle. Tra il 2009 e il 2013 mancano all’appello 9.800 imprese artigiane. Di queste, 2.187 operavano in provincia di Treviso, 1.949 a Verona, 1.848 a Vicenza e 1.836 a Venezia. Si stima che in questo quinquennio la contrazione occupazionale dell’artigianato veneto sia stata di circa 28.000 unità. Cali sensibili anche in Friuli Venezia Gilua (1.546 imprese artigiane in meno: Udine -742; Pordenone -462; Gorizia -263;Trieste -79): Solo leggermente migliore la situazione in Trentino Alto Adige, con un calo contenuto in “sole” 644 unità (-615 in Trentino e -29 in Alto Adige).

Per il presidente di Confartigianato Vento, Giuseppe Sbalchiero, «la situazione è drammatica in Italia dove nel primo trimestre 2014 ha visto la cessazione di 16.600 imprese artigiane, oltre i due terzi della riduzione totale di imprese, anche se le tre regioni del NordEst soffrono un po’ meno. Dopo diversi trimestri in cui la nostra area registrava saldi peggiori della media, questa volta Veneto (-0,92%), Friuli (-0,89%) e soprattutto il Trentino (-0,40), quest’ultima la regione che ha registrato la migliore performance nazionale, sono tutte ben al di sotto del calo nazionale (-1,18%). Un piccolo, piccolissimo segnale positivo che non smorza però il dato generale di fortissima criticità».

Secondo Sbalchiero «le oltre 4.000 cessazioni in soli tre mesi, 450 al giorno, quasi 2 all’ora, sono il segnale tangibile che il protrarsi della recessione sta riducendo allo stremo le nostre imprese che vivono sulla propria pelle il peso insostenibile dell’eccessiva pressione fiscale, del crollo dei consumi senza precedenti, del difficile e costoso accesso al credito, dell’annosa questione della riscossione dei crediti vantati nei confronti dei loro committenti e dalla PA. Una montagna già difficile da scalare senza il bisogno di vedersi appioppati sulle spalle ulteriori fardelli come tariffe energetiche lunari e penalizzanti per i più piccoli, Sistri, Tasi, Imu, burocrazia ed inefficienze varie».

Di qui l’appello al governo Renzi d’intervenire al più presto: «se la priorità del Governo è davvero l’occupazione – conclude Sbalchiero – metta mano alle riforme che incidono sulla sopravvivenza dell’artigianato. Non solo si salvano migliaia di posti di lavoro degli imprenditori ma anche quelli dei loro dipendenti. Nel caso di questi ultimi, ad esempio, spero che in queste ore si riprenda lo spirito iniziale del decreto sul Lavoro che era quello di stimolare le assunzioni. Il testo in discussione rischia infatti di far fare un passo indietro ed impedire di conseguenza i risultati sperati».


NORDEST: nati-mortalità delle imprese artigiane: dal 2009 un saldo negativo per quasi 12 mila imprese

Saldo tra imprese artigiane iscritte e cessazioni non d’ufficio

Province del Triveneto

2009

2010

2011

2012

2013

Totale dal 2009 al 2013

Treviso

-556

-232

-98

-508

-793

-2.187

Verona

-635

+44

-83

-582

-693

-1.949

Vicenza

-407

+147

-748

-455

-385

-1.848

Venezia

-464

-235

-229

-412

-496

-1.836

Padova

-334

+55

+149

-330

-449

-909

Udine

-224

-37

-7

-287

-187

-742

Rovigo

-253

-81

-22

-135

-182

-673

Trento

-294

+22

-83

-160

-100

-615

Pordenone

-112

-51

-13

-142

-144

-462

Belluno

-102

+7

-70

-83

-136

-384

Gorizia

-47

-41

-71

-108

+4

-263

Trieste

-21

-47

-1

-20

+10

-79

Bolzano

-130

+38

+70

+28

-35

-29

VENETO

-2.751

-295

-1.101

-2.505

-3.134

-9.786

FRIULI VENEZIA GIULIA

-404

-176

-92

-557

-317

-1.546

TRENTINO ALTO ADIGE

-424

+60

-13

-132

-135

-644

TRIVENETO

-3.579

-411

-1.206

-3.194

-3.586

-11.976

ITALIA

-15.914

-5.064

-6.317

-20.319

-27.893

-75.507

Elaborazione Ufficio Studi CGIA su dati camerali