Carne di qualità, l’Euregio Tirolese sostiene la cooperazione transfrontaliera

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PAB Euregio carne da sx Wendelin Juen Agrarmarketing Tirol Josef Geisler vicepresidente Tirolo Hansjörg Prast e Giuseppe Bax 1Convegno ad Innsbruck su strategie, marketing, sicurezza del prodotto

Strategie, marketing, sicurezza del prodotto: la carne di qualità è stata al centro di un convegno organizzato a Innsbruck dall’Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino. Tra gli obiettivi fissati, quello di migliorare e sostenere la cooperazione transfrontaliera fra i produttori, e di dare vita a progetti comuni.

La carne rappresenta uno dei prodotti di qualità di punta per tutte e tre le regioni del Tirolo storico, che proprio partendo da questo presupposto hanno deciso di confrontare le proprie esperienze e porre le basi per una maggiore cooperazione nel settore. «La politica locale – ha sottolineato il vicepresidente del Land Tirolo, Josef Geisler – si pone come traguardo quello di sostenere la cooperazione transfrontaliera in tutte le sue forme». Nel suo intervento, Geisler ha sottolineato il grande sviluppo vissuto negli ultimi anni dal marchio di qualità del Tirolo, »che ha consentito a un migliaio di agricoltori di produrre un giro di affari di 2,5 milioni di euro. Per quanto riguarda la carne, la nostra forza sta nell’ottima filiera che è stata creata partendo dal produttore per terminare con il consumatore finale».

«L’Alto Adige – ha aggiunto Hansjörg Prast, direttore di Export Organisation Südtirol (EOS) – offre le migliori condizioni climatiche e geografiche per l’allevamento del bestiame, e di ciò ne può beneficiare tutto il settore agricolo, che continua a poggiare sul pilastro principale rappresentato dai prodotti lattiero-caseari». In ogni caso, in provincia di Bolzano, i produttori di carne sono circa 180, e i capi di allevamento messi sul mercato con il marchio di qualità nel corso del 2014 sono 438. «Le attività di produzione e vendita – ha concluso Prast – sono indirizzate quasi esclusivamente al mercato locale».

Anche in Trentino, l’attenzione è rivolta alla tradizione e alla qualità, con un occhio particolare rivolto alle produzioni di nicchia: dalla Luganega trentina alla Mortandela della Val di Non, sino alla Ciuiga del Banale. «Tutti prodotti – ha sottolineato il direttore dell’Ufficio promozione territoriale, Giuseppe Bax – contrassegnati dal marchio di tutela Slow Food. Stiamo lavorando a progetti sull’allevamento e la produzione nel rispetto delle norme sul biologico, e attualmente in Trentino operano una sessantina di allevatori che forniscono principalmente i consumatori locali».