Il Muse all’aria aperta con le installazioni e sculture di Bruno Lucchi

0
809
muse-sculture-bruno-lucchi-ilnordest
muse-sculture-bruno-lucchi-ilnordestFino a novembre, nel parco saranno ospitate mostre temporanee di artisti

Da alcuni giorni i visitatori del Muse di Trento possono apprezzare le installazioni e le sculture di Bruno Lucchi, collocate nel parco del nuovo quartiere Le Albere, immergendosi nello sguardo di un artista capace di conquistare pubblico e critica in Italia, ma anche in Canada, Belgio, Olanda, Germania e Francia.

L’installazione è la prima tappa di un percorso che vedrà fino a novembre una serie di artisti contemporanei esporre le loro opere all’esterno del museo e nel parco del quartiere Le Albere. L’idea è collocare una serie di installazioni e sculture temporanee nel parco, nella grande piazza, nel canale che attraversa il quartiere e nel prato delle Albere; nulla sarà installato permanentemente e non verranno realizzate infrastrutture aggiuntive. Il parco, pertanto, avrà la funzione di spazio espositivo temporaneo “en plein air”.

muse sculture bruno lucchi 1 1Le opere di Bruno Lucchi trasformano il polo espositivo in luogo di riflessione sul senso della storia, dell’ambiente, della vita nel suo complesso. Le sue sculture, disseminate tra gli ampi giardini e le zone d’acqua, catalizzano lo sguardo e si collocano nello spazio dando e ricevendo il valore di una presenza umana oltre il tempo. Per meglio interagire con lo spazio aperto, Lucchi utilizza materiali derivati della natura, come la terra, nella veste aggiornata del semirefrattario o semire e nel suo connubio con l’acciaio corten, una lega di metalli con ossidazione molto scenografica che può variare nel tempo in base all’esposizione agli agenti atmosferici.

Tra i pezzi proposti, nello specchio d’acqua svetta un gruppo di figure androgine, la “Foresta degli oracoli”, proiettate verso il cielo su alti supporti in corten ruvidi e rugginosi, che vanno a creare un contrasto cromatico e di materiali affidato all’azione della natura.

Alla verticalità stilizzata degli androgini, Lucchi oppone, adagiata ai bordi delle vie d’acqua, una delle sue “Perle”, veneri contemporanee che rivisitano i primordi della civiltà per recuperare il senso perduto della gioia di vivere, nel libero contatto con la natura.  

In grandi dischi in semire con luminosi inserti a mosaico si dispiega un assetto compositivo non figurativo: “Madre Terra e Demetra” determinano il paesaggio in modo armonico, ripercorrendo concettualmente gli archetipi della formazione del mondo.

Alcune istallazioni con figure in bronzo, infine, vanno ad abitare alcuni scorci tra il MUSE e Le Albere, fino a conquistare lo sfondo dell’omonimo palazzo fortezza del XVI secolo. Inserite in strutture in acciaio corten di impatto evocativo, le sculture installate spaziano dal “Dondolo” al “Custode del tempio”, dalla “Finestra” alla recentissima ed inedita “Naiadi”, le ninfe dei laghi.