A Venezia la mostra “Vedova in tondo”

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venezia vedova in tondo 1Esposizione al Magazzino del sale fino al 2 novembre
di Giovanni Greto

Percorrendo la Fondamenta delle Zattere, una delle felici e solatie passeggiate di Venezia, ad un certo punto, poco prima di Punta della Dogana, si incontrano gli ex Magazzini del Sale. In uno di questi è visitabile fino al 2 novembre la mostra “Vedova in Tondo”, organizzata dalla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, che ha sede poco distante e che ha uno spazio permanente delle opere dell’artista proprio ai magazzini del Sale, realizzato su progetto dell’architetto Renzo Piano.

Istituita da Emilio Vedova (1919-2006) assieme alla moglie, poco prima della sua scomparsa, la Fondazione ha come scopo essenziale la valorizzazione dell’arte e del lavoro del Maestro e lo studio della sua figura nella vicenda artistica del XX secolo, attraverso una serie di iniziative culturali. Affidato alla cura artistica e scientifica di Germano Celant e Fabrizio Gazzarri, lo spazio espositivo è dotato delle più moderne tecnologie per la conservazione e la fruibilità delle opere d’arte ed è aperto ai lavori degli artisti di tutto il mondo per un confronto dialettico con le opere di Vedova. Qui Piano ha progettato un meccanismo robotizzato di stoccaggio e dieci navette semoventi in grado di trasportare e posizionare le opere nell’ambiente, facendo pensare ad un gigantesco “Juke Box” artistico, in quanto il curatore della mostra può decidere dove, come e in che sequenza disporre le opere.

“Vedova in tondo” presenta un ciclo di opere fortemente significativo nel complesso percorso artistico dell’autore, quello dei “Dischi, Tondi e Oltre” del 1981/1985. Per questa occasione la Fondazione ha voluto stimolare un contatto diretto con la musica, rievocando l’attenzione di Vedova verso questa disciplina artistica: si pensi ai rapporti con Luigi Nono che gli dedicò nel 1960 “Omaggio ad Emilio Vedova”, la sua prima composizione elettronica e al tempo stesso gli chiese la collaborazione per ‘Intolleranza ‘60’, dove al teatro La Fenice Vedova realizzò costumi, scenografie e proiezioni multiple in movimento. Da ultimo, nel 1984 Vedova è stato coprotagonista sempre con Nono del “Prometeo”, assieme a Claudio Abbado, Massimo Cacciari e Renzo Piano, progettista della complessa e straordinaria struttura lignea costruita nella ex chiesa di San Lorenzo. Ad inaugurare l’esposizione, la Fondazione ha invitato Stefano Bollani, il quale in un lungo set unico al pianoforte ha dato vita ad una serie di improvvisazioni, con momenti molto percussivi, sensibilità tardo-romantiche, ballad accorate, idee bizzarre sviluppate grazie all’invadente squillo di un telefonino in platea. La performance è stata videoregistrata ed è visibile per l’intera durata della mostra, in modo da permettere allo spettatore di riflettere su due discipline artistiche per nulla distanti, che anzi possono trovare stimoli nuovi attraverso più intense, prolungate frequentazioni.