Economia del Trentino: II trimestre 2014 in chiaroscuro

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cciaa trento mauro leveghi giovanni bort 2 1Vanno bene le grandi imprese, male le PMI. Bort: «l’impegno della Camera di commercio a sostegno dell’economia provinciale»

Un secondo trimestre 2014 in chiaroscuro secondo la periodica indagine congiunturale condotta dalla Camera di commercio di Trento sull’economia provinciale, dove le imprese medio-grandi vanne discretamente bene, mentre c’è molta difficoltà per quelle medio-piccole.

Il fatturato complessivo realizzato dalle imprese esaminate nell’indagine aumenta nel secondo trimestre 2014 del 4,5%, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. La fase di ripresa, iniziata nella seconda metà del 2013 sembra quindi in una fase di consolidamento.

La domanda interna cresce complessivamente soprattutto grazie al contributo di quella nazionale (+4,7%), mentre la domanda locale appare più stagnante (+0,8%). La domanda estera continua a mostrare variazioni di segno decisamente positivo e in questo secondo trimestre dell’anno evidenzia un aumento del 10,9%.

Il settore che evidenzia la performance migliore in questo trimestre è il manifatturiero, sostenuto dal buon andamento delle esportazioni. Discorso a parte merita il settore delle costruzioni, che pur realizzando la variazione del fatturato più sostenuta, legata all’andamento particolarmente positivo di una grande impresa, permane ancora in una fase di crisi strutturale, come testimoniano i dati occupazionali in costante contrazione. Anche i servizi alle imprese si attestano su buoni livelli di crescita, mentre l’artigianato manifatturiero e dei servizi, i trasporti e il commercio all’ingrosso e al dettaglio mostrano delle variazioni tendenziali del fatturato solo leggermente positive.

Segnali negativi emergono invece dal settore estrattivo, che permane in una fase di crisi strutturale.

L’occupazione evidenzia complessivamente una timida variazione negativa (-0,3%). Le classi dimensionali inferiori si connotano per delle contrazioni occupazionali che sono in parte controbilanciate da una leggera crescita occupazionale presso le imprese di maggiori dimensioni. Nel trimestre, anche le ore lavorate sono complessivamente in leggera diminuzione (-1,1%).

La variazione tendenziale della consistenza degli ordinativi risulta anche in questo trimestre positiva e pari a +7,3%, grazie soprattutto al contributo di quelli riconducibili al settore manifatturiero.

I giudizi degli imprenditori sulla redditività e sulla situazione economica dell’azienda in termini prospettici evidenziano una situazione stazionaria rispetto ai trimestri immediatamente precedenti.

Pur in un contesto nazionale di sostanziale stagnazione, come sembrano certificare i recenti dati Istat sull’andamento trimestrale del PIL italiano (-0,2%), l’economia provinciale, nel suo complesso, evidenzia dei risultati economici positivi in questo secondo trimestre 2014, che sembrano indicare un consolidamento della ripresa in atto dalla seconda metà del 2013.

Tuttavia è opportuno sottolineare che la variazione tendenziale complessiva del fatturato decisamente positiva è determinata prevalentemente da un ristretto gruppo di imprese di medio-grande dimensione che operano per la maggior parte nel settore manifatturiero. La situazione presso le imprese più piccole permane negativa così come presso alcuni settori economici, in particolare quelli meno aperti al commercio internazionale.

Il mercato del lavoro evidenzia ancora segnali di difficoltà e complessivamente l’occupazione risulta stagnante con una debole crescita presso le imprese più grandi e una diminuzione che si fa più intensa al diminuire della classe dimensionale aziendale.

Appare quindi necessario attendere i risultati dei prossimi trimestri per capire se vi sia effettivamente una divaricazione tra la dinamica dell’economia locale, che sembra avviata su un sentiero di ripresa, e quella nazionale, in sostanziale stagnazione, oppure se si tratti di un fenomeno transitorio di breve durata.

La presentazione dei dati è stata l’occasione per il presidente Gianni Bort di fare il punto sulla situazione economia a poco più di una settimana dalla sua elezione.

Presidente Bort, cosa ci si deve attendere dalla sua presidenza dell’ente camerale?

La Camera di commercio di Trento ha una lunga tradizione ed ha fatto nel tempo cose straordinarie a favore dell’economia locale. Siamo in attesa che il governo nazionale delinei i contenuti della riforma che il premier Renzi ha annunciato. Se questi saranno confermati, il futuro delle Camere sarà notevolmente marginalizzato. Da esponente del mondo dell’economia (Bort è presidente di Confcommercio Trentino e vice presidente nazionale di Confcommercio, ndr) credo che il ruolo di questi enti sia fondamentale per fungere da raccordo tra la realtà delle aziende, il mondo della politica e l’economia in generale. Specie in un momento di difficoltà come l’attuale, compito della Camera è l’individuazione delle strategie migliori per uscire dalla crisi, individuando nuove vie per facilitare lo sbocco della produzione, tra cui l’export, unico settore in crescita e che mostra notevoli potenzialità.

Export come salvagente per l’economia locale?

E’ sotto gli occhi di tutti la situazione dell’economia nazionale, con i consumi in forte calo, con rischio di stagnazione. L’export viceversa tira e se il riequilibrio dei corsi internazionali delle valute proseguirà favorendo il calo delle quotazioni dell’euro potrà avere un ulteriore stimolo specie verso i mercati emergenti dove c’è fame di “Made in Italy”. In quest’ottica, la Camera deve fornire alle imprese servizi di analisi dei mercati, aiutare le imprese ad uscire dal localismo, ad investire verso la commercializzazione dei loro prodotti su nuovi mercati.

A proposito di export, si può aprire uno scenario per riportare Trentino Export all’interno del perimetro delle attività camerali?

Di questo bisogna parlare con la giunta provinciale di Trento che tempo addietro ha scelto di portare questa funzione fuori delle attività svolte dalla Camera. Sono scelte che rispettiamo, ma le Camere hanno una funzione tradizionale di rappresentanza dell’economia sui mercati esteri, anche per utilizzare al meglio gli strumenti disponibili a livello nazionale. Siamo disponibilissimi a collaborare con tutti i soggetti all’interno di un quadro che sia delineato in modo chiaro e funzionale dalla giunta provinciale.

Con l’abolizione dei diritti camerali, gli enti avranno risorse molto minori di oggi. Nel contesto locale, per qualificare meglio le minori risorse può esser uno scenario attuabile andare verso un’unica camera di commercio regionale o, magari, dell’Euregio coinvolgendo anche il Tirolo con cui la collaborazione è sempre più stretta?

Credo che questo scenario sia ancora molto difficile, anche per le differenti caratteristiche delle tre diverse Camere. Credo che invece sia più fattibile mettere in campo una migliore collaborazione, specie su temi di interesse comune, per ridurre i costi e migliorare l’efficienza e il ritorno per l’economia locale.

Con la formazione della nuova giunta camerale è scoppiata la polemica per la mancata rappresentanza dei generi, con il Coordinamento delle imprenditrici che lamenta l’assenza di donne all’interno dell’organismo. Vale più la competenza o il rispetto dei generi?

Detto che la competenza è fondamentale, anche la tutela dei diversi generi è importante. Purtroppo al momento non è stata ancora individuata una figura femminile. Mi auguro che quando sarà eletto l’undicesimo componente ancora vacante questa problematica sarà risolta positivamente. A prescindere da ciò, intendo comunque valorizzare il ruolo del Comitato per l’imprenditoria femminile incardinato presso la Camera.