“Tasi”: disagi per i cittadini e i professionisti, tra delibere comunali bizantine e regolamenti imprecisi

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Alberto Mion presidente ordine commercialisti verona 1I commercialisti veronesi esprimono il proprio disappunto sulle modalità di determinazione del tributo, che rappresenta l’ennesimo fardello fiscale e burocratico a carico dei contribuenti. Denunciate incongruità tra la normativa e le delibere comunali

Non vogliono più sentir parlare di “Tasi” i commercialisti veronesi: «effettuare un calcolo corretto della “Tasi” è eccessivamente complesso – osserva Alberto Mion, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Verona, una realtà che annovera 1.600 iscritti e 160 tirocinanti – dato che le aliquote di riferimento e le detrazioni variano secondo i comuni che, in provincia di Verona, sono quasi cento.

I comuni, attraverso apposite delibere, prevedono alcune condizioni di detrazione, sia per quanto riguarda la situazione del singolo immobile, sia per il reddito del proprietario. A questo si aggiungono le situazioni personali di detrazione che sono davvero troppe, specifiche per ogni contribuente e variano anche in funzione del fatto se si tratti di prima o di seconda casa e se il contribuente sia inquilino o proprietario dell’immobile».

La nuova “Iuc” (Imposta Unica Comunale ), composta da “Imu”, “Tari” ( la “vecchia” tassa rifiuti ) e “Tasi”, grava anche sulle case date in locazione, con imposta ripartita tra inquilino e proprietario, e sulle relative pertinenze, con percentuali di calcolo che sono differenziate tra comune e comune. Ancora una volta, spetta ai commercialisti segnalare le incongruità tra la normativa e le delibere attraverso cui i comuni hanno determinato le aliquote e la base imponibile.

Il portale web del comune di Verona, nella sezione “come si calcola la base imponibile della Tasi” riporta delle informazioni che non sono corrette per gli immobili di interesse storico/artistico. Per questa tipologia di immobili, infatti, la base imponibile di calcolo dell’aliquota deve essere ridotta del 50%, ma il regolamento Iuc del comune di Verona, approvato il 25 giugno 2014, non prevede l’abbattimento della base imponibile. Per questo motivo «abbiamo prontamente segnalato l’incongruenza all’Ufficio Tributi del comune di Verona – evidenzia Mion – chiedendo di intervenire e modificare prontamente il regolamento perché i cittadini che devono pagare la “Tasi” necessitano di trasparenza nell’applicazione di una normativa che è già particolarmente complessa, inoltre i regolamenti comunali non possono essere in contrasto con quanto espresso dal Ministero delle Finanze che il 3 giugno scorso aveva ammesso la riduzione del 50% della base imponibile per il calcolo della “Tasi” agli immobili di interesse storico/artistico».

Per Mion «non è più tollerabile che la pubblica amministrazione istituisca nuove imposte, che gravano sulle famiglie e sulle categorie produttive, demandando il peso del carico tributario agli enti locali che costretti ad emanare delle delibere eccessivamente complicate per far quadrare i conti di bilancio. È necessario mettere i cittadini nelle condizioni di calcolare in modo semplice e chiaro gli importi da pagare, senza costringerli a rivolgersi a noi commercialisti o ad altri soggetti che, proprio per la difficoltà del calcolo, devono addebitare un costo per il servizio che, in alcuni casi, potrebbe superare l’importo dell’imposta da pagare. È auspicabile una semplificazione per la determinazione dell’imposta che permetta ai comuni di inviare direttamente ai contribuenti i bollettini precompilati da pagare».