Crisi russa, l’import di carne italiana sceso da 56,9 a 9,7 milioni

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carne carni rosse 1 1Le sanzioni si dimostrano sempre più un boomerang per il comparto export italiano

L’import di carne italiana nella Federazione Russa è passato da 56,9 milioni di euro del 2013, in crescita del 7,71% rispetto all’anno precedente, a poco meno di 9,7 milioni di euro nel periodo gennaio-luglio 2014, con un crollo del 55,9% sullo stesso periodo del 2013.

Tanto che l’Italia è scesa al 22° posto tra i paesi annoverati da Mosca fra gli importatori. Nel periodo 2011-2013, l’Italia si collocava in 18a posizione. I dati, elaborati dall’Ice, sono la conseguenza delle tensioni fra Unione europea e Russia, sfociati poi nelle assurde sanzioni di Bruxelles e il conseguente embargo su alcuni settori dell’economia, fra cui anche le carni. Secondo Ice, fra il 2011 e il 2013 la Russia rappresentava la 9a destinazione per l’export di carne italiana, mentre oggi è slittata al 17° posto.

Le cifre sono state comunicate a Veronafiere dal segretario generale della Camera di commercio italo-russa, Leonora Barbiani, nel corso dell’evento sui “Mercati e filiere delle carni all’estero”.

A livello europeo, da luglio ad agosto 2014, la fornitura di carni bovine è diminuita del 64%, scendendo da 4.600 tonnellate a 1.700, mentre il pollame ha registrato una flessione mensile del 65% passando da 10.000 tonnellate a 2.600. «Rimangono elevate le opportunità di business per le macchine e le tecnologie legate alla lavorazione e trasformazione delle carni – afferma Barbiani –. La Russia importa l’80% delle macchine dall’Europa e l’Italia rappresenta il 20% del volume totale importato, seconda soltanto alla Germania, leader del mercato con il 30%, e davanti ad Austria, Polonia, Danimarca e Olanda».

Secondo il segretario generale Barbiani, «il recente accordo siglato da Cremonini con le Ferrovie russe per la ristorazione può rappresentare un traino per tutto il comparto delle carni, a partire dalle tecnologie». Quanto all’embargo, «attendiamo entro la fine di novembre la visita a Mosca dell’Alto commissario per la politica estera e la sicurezza comune Federica Mogherini e, personalmente, mi auguro che quando a marzo l’Unione europea ridiscuterà le sanzioni, vi sia almeno un Paese che esprima un voto contrario».