Albergatori trentini contro la tassa di soggiorno

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Albergatori no tassa turismo enzo bassetti claudio libardi 1Asat e Unat si oppongono al progetto della provincia di Trento che penalizzerebbe un comparto già in crisi

Asat e Unat sono fermamente contrari all’introduzione della tassa soggiorno in provincia di Trento.

«E’ rottura con l’assessore Dallapiccola perché questo tipo di scorciatoie non ci piacciono» dice il presidente dell’Associazione albergatori e imprese turistiche del Trentino (Asat), Luca Libardi, in riferimento alla recente tassa di soggiorno in via di approvazione nella finanziaria 2015. «Da tempo chiediamo – ha argomentato Libardi – che sia affrontata una riforma complessiva della piattaforma di promozione e accoglienza turistica, ma la nostra richiesta è stata disattesa». Libardi, insieme al vicepresidente dell’Unione albergatori del Trentino (Unat), Enzo Bassetti, ha presentato in sede di audizione presso la prima commissione del Consiglio provinciale sulla manovra di bilancio provinciale, un documento con nove punti programmatici. Questi sono intesi come condizione “sine qua non” di un protocollo d’intenti tra la Provincia e le associazioni di categoria, nel caso in cui la tassa di soggiorno venga approvata nella legge finanziaria in via di definizione.

In via prioritaria Asat e Unat chiedono che il gettito derivante dagli introiti dell’imposta di soggiorno sia interamente versato alle Aziende per il turismo del territorio, la cui gestione va, poi, modificata con una maggiore presenza della componente privata e degli albergatori in particolare, pena le dimissioni immediate dei rappresentanti di albergatori e imprenditori del turismo dai vari consigli d’amministrazione. «In un paese come l’Italia con un peso fiscale altissimo – hanno osservato Libardi e Bassetti – non ha senso introdurre una nuova imposta, che sarà a carico dei soli consumatori, penalizzando le presenze turistiche, mentre bisogna incentivare il contributo da parte dei privati che oggi già impegnano otto milioni di risorse, a fronte di nessun sgravio dell’Irap». Non solo: così come è congegnata la nuova tassa, questa andrebbe a colpire solo i turisti che soggiornano in alberghi e camping, lasciando indenni coloro che utilizzano appartamenti in affitto o seconde case. «Assistiamo a una verticalizzazione del sistema – ha concluso Libardi – dove, dopo l’infelice unione di Trentino marketing con Trentino sviluppo, la Trentino marketing ha un amministratore unico che riferisce direttamente all’assessore competente, senza alcun processo partecipativo delle associazioni di categoria». Di più: «prima di applicare nuove tasse calandole dall’alto – ha detto Bassetti – sarebbe meglio incidere sulla razionalizzazione della spesa del comparto turistico pubblico, tagliando sprechi ed inefficienze». Che sono molti e vistosi.

Asat e Unat ribadiscono la netta contrarietà, più volte sottolineata e motivata circa l’introduzione dell’imposta di soggiorno, che penalizza il settore turistico che in questi anni di crisi economica ha svolto una azione anticongiunturale. Nonostante il perdurare delle difficoltà dell’economia e il calo del reddito disponibile delle famiglie che ha ridotto ulteriormente o addirittura azzerato i margini economici delle nostre aziende, il settore turistico ha mantenuto i propri livelli occupazionali. Questa tassa penalizza ulteriormente il rapporto tra il turismo trentino e il mercato italiano, che già ha evidenziato un calo di presenze e arrivi. La tassa assesta un ulteriore colpo ai redditi di chi avrebbe voluto scegliere il Trentino per la propria vacanza. E’ inoltre noto che in molti casi la tassa di fatto verrà assorbita nel prezzo di vendita del prodotto alberghiero, comprimendo ulteriormente la redditività delle aziende, impedendone un processo di crescita virtuosa.