“Startup Friuli Venezia Giulia”: a Pordenone la prima edizione

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Prima edizione di ³Startup FVG² Antonietta Zancan preside istituto Kennedy e studenti 1
Prima edizione di ³Startup FVG² Antonietta Zancan preside istituto Kennedy e studenti 1Evento promosso da Confindustria e Regione. Per le nuove iniziative imprenditoriali disponibili 6 milioni di euro

Aprendo i lavori della prima edizione di “Startup Friuli Venezia Giulia” a Pordenone, Matteo Di Giusto, presidente del Comitatoregionale Giovani Imprenditori di Confindustria, dopo aver ringraziato ipresidenti delle GGI di Pordenone e Udine, Marco Camuccio e MassimilianoZamò per la felice intuizione, ha richiamato un passaggio di FedericoRampini secondo il quale “una buona idea vale più di una fabbrica”.

Citandoal proposito l’ascesa di Apple, valutata attualmente alla borsa di New York 700 miliardi di dollari, più di qualsiasi altra azienda, DiGiusto ha aggiunto che essa è un concentrato di idee e brevetti, «miauguro – è stato l’inciso – che oggi ci siano sedici idee in gradodi creare altrettante Apple».

GiuseppeBono, presidente di Confindustria Friuli Venezia Giulia, ha commentato con un messaggio l’iniziativa parlando di «positivocontributo all’innovazione in un momento così difficile perl’economia. Il lavoro di squadra è fondamentale – ha detto ancora –e mia auguro che questa possa essere la prima di una lunga e fruttuosaserie».

Dal vice presidente della Regione Sergio Bolzonello, una fortesottolineatura alla validità di queste iniziative «poiché – haspiegato – abbiamo bisogno di credere, immaginare scenari, di guardareoltre l’attualità. Sappiamo che tra quindici anni il mondo sarà diversoe sappiamo anche che una delle maggiori problematicità che riscontriamooggi è quella di non riuscire a pensare a fare nuova impresa secondomodalità non parallele alle tracce consolidate. Un principio in qualchemodo mutuato dalla Regione, impegnata nella scrittura della nuova riformasul manifatturiero». Per Bolzonello il settore pubblico deve avere ilcoraggio di seguire nuove strade, di puntare su nuovi schemi e visioni.Ripercorrendo la storia industriale della Destra Tagliamento, Bolzonello hadetto che «questo territorio è la prova vivente che c’è la necessitàdi “filiare”, di creare startup che derivino dal mondo imprenditoriale e nonsolo da quello universitario». Il vice presidente della Regione,soffermandosi sulla prossima programmazione comunitaria, ha annunciato«una misura interessante sulle startup con sei milioni di euro, sei lineedi bando per essere più incisivi garantendo una miglior razionalizzazionedei processi».



Prima edizione di ³Startup FVG² Premiazioni start up 1Marco Camuccio, presidente del GGI di Pordenone, ha detto che “Startup FVG” «vuol dire nuova imprenditoria, è uno sforzo per ora ben riuscito per farcomprendere che questa regione è terreno fertile per fare impresa nuova estimolare al contempo quella che già c’è. Abbiamo deciso di fondere idue eventi che prima avvenivano a Pordenone e Udine e l’esperienza staandando bene visto che oggi ci sono sì 16 finaliste ma sono arrivate 87proposte. Partiamo da Pordenone – ha aggiunto Camuccio – per dareimpulso positivo a un territorio colpito in maniera pesante dalla crisi,pensiamo a legno, edilizia e metalmeccanica. Il futuro sarà itinerante».Massimiliano Zamò, omologo a Udine, ha sottolineato la valenza del bando“Startup FVG” come anche «la capacità di fare sistema nel sistemaConfindustria Giovani FVG, segnale di assoluta maturità e antesignano inqualche modo dell’auspicato, maggior compattamento interno». Parlandodelle imprese selezionate, Zamò ha posto l’accento sugli aspetticreativi, «la creatività – ha detto – va però coltivata affinchépossa crescere e dare riscontri sul e al territorio. Noi abbiamo laresponsabilità affinché questa creatività non resti imbrigliata, semmaipossa crescere e offrire un contributo allo sviluppo del nostro Paese».



Tanti gli spunti dalla tavola rotonda conDario Di Vico svoltasi durante la premiazione della prima edizione di“Startup FVG”. 

Marco Gay, presidente nazionale dei Giovani Imprenditori di Confindustria ha sottolineatola necessità di individuare investimenti strutturali per le «aziende chepotrebbero essere i campioni nazionali del domani», individuando nellestart-up questo specifico ruolo. «È fondamentale garantire alle impresedenaro per crescere ma anche spazi per progredire, altrimenti sicalcificherà la tendenza per cui una volta nata da un incubatore o da ungruppo di ricercatori, per potersi sviluppare, la startup dovrà andare acercarsi i finanziamenti all’estero. E quando, per svilupparsi, si èobbligati a girare il mondo, significa aver già perso l’azienda. Lestartup – ha detto ancora Gay – dovrebbero nascere con una fortepropensione non tanto a fare fund raising, quanto a diventare industria. Sela ricerca è la monetizzazione dell’idea, dell’impresa resterà benpoco, anzi nulla». Il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustriaha detto anche che la nascita di nuove imprese che restano radicate sulterritorio è antidoto alla fuga di cervelli.

Giuseppe Graffi Brunoro, presidente Federazione regionale delle banche di credito cooperativo ha parlato di«idee, qui oggi, che possono diventare imprese, industrie, sul nostroterritorio e nei confronti delle quali il sistema delle BCC è strumentoideale per il finanziamento che è cosa differenterispetto all’investimento. Spesso gli imprenditori pensano all’istitutodi credito differentemente rispetto a ciò che le banche possono, perfortuna, fare. Il ragionamento di Gay è apprezzabile sul concettodifferente tra fare impresa o affari. Soprattutto, dopo tanti anni dimoria, c’è bisogno di uno sguardo che vada oltre il breve termine, lanostra tipologia di sostegno va proprio in questa direzione anche perchénon abbiamo l’esigenza di remunerare i nostri azionisti. Valutare lacomplessità di business nuovi e l’imprenditore nella sua capacità divalutare cose che non esistono – ha aggiunto Graffi Brunoro – non è facile per nessuno.La banca deve arrivare quando l’imprenditore ha messo a disposizione delvalutare gli elementi necessari, quando il business plan è maturo».



Per Guido Nassimbeni, presidente di Friuli Innovazione, «in ambitofarmaceutico lo sviluppo autonomo non è praticabile, però se l’exitfosse domestico allora sarebbe il mercato interno a poter godere diquest’uscita. Il nostro sistema industriale dovrebbe meglio ibridarsi colsistema dei Park Science e degli Incubatori, se ciò avvenisse la strategiadi uscita sarebbe accettabile».

Del ruolo del CRO di Aviano ha parlato Piero Cappelletti, direttore generaledell’Istituto: «la nostra missione è la medicina traslazionale,trasportare cioè i contenuti di conoscenza nell’industria. Produciamouna conoscenza che può diventare un elemento di innovazione e cerchiamo inquesto senso un rapporto diretto con l’industria attraverso un interessediretto dell’Istituto – Cro meets Industry in programma proprio ilprossimo 11 dicembre ad Aviano – e, inoltre, con rapporti specifici conla realtà locale. Abbiamo prodotto una serie di brevetti e tre spin-offnonostante le grandi difficoltà che abbiamo, anzitutto legislativa.Rientriamo nella sanità – ha aggiunto Cappelletti – e siamo governati daquelle leggi, non da norme universitarie. Siamo soggetti alle grandi normepubbliche – non possiamo essere minoranza in una società, non possiamoavere perdite a bilancio e dobbiamo rispettare il codice degli appalti.C’è in corso al ministero un riesame della questione perché o sisuperano questi gap o è tutto molto difficile. Nonostante questo, qualcosasiamo riusciti a fare».



Infine, Roberto Della Marina, vice presidente Area Science Park, ha detto che «ècambiato scenario e modello di business dei Parchi che sono una palestra incui si accelerano tutti i processi, anche di nascita crescita e morte delleimprese. Se una volta il Parco era un’aggregazione tematica di impreseaffini ora è una aggregazione distakeholder, di persone che nella catena del valore potranno avere uninteresse nello sviluppo dell’idea».

I vincitori della prima edizione di “Startup FVG” sono i seguenti. Primo premio a CYTOFIND DIAGNOSTIC, azienda friulana specializzata nelle tecnologie biotecnologiche per il miglioramento o della diagnostica e della terapia del cancro. Al secondo posto, e primo della sezione ICT – WEB, con un servizio di video interpretariato professionale da remoto in lingue verbali e dei segni, disponibile via web e mobile app su qualunque  computer e dispositivo mobile, la veneta VEASYT LIVE! Terza, sulle sedici che hanno concorso alla fase finale, e prima nel segmento industria, la friulana FINGERSAFE.