Tassa di soggiorno, gli albergatori del Trentino continuano nella loro battaglia contro il balzello

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Asat Luca Libardi 1Asat e Unat: «imposta di soggiorno ferita aperta e partita non conclusa»

Gli albergatori della provincia di Trento, riuniti nelle due associazioni di categoria Asat e Unat Confcommercio, continuano nella loro battaglia contro la decisione della Provincia di istituire la contestata tassa di soggiorno a partire dal 2015.

In una nota congiunta, le due categorie scrivono che «l’imposta di soggiorno rimane indigesta ed indigeribile anche alla luce di quello che il percorso della legge finanziaria ha evidenziato in termini di principi irrinunciabili al momento della presentazione delle linee della manovra di bilancio e di una realtà che questi principi ha reso puro esercizio verbale».

Gli albergatori contestano alla giunta Rossi «tanti passi indietro su molti tagli di spesa dichiarati necessari e poi via via rimangiati, diluiti, soppressi», preferendo seguire la logica di applicare nuove tasse a carico di imprese e cittadini. Secondo gli operatori dell’accoglienza, oltre a vedersi applicare la nuova tassa, il comparto deve sobbarcarsi anche il taglio consistente ai contribuiti alla promozione del settore turistico, l’unico che in Trentino ha retto alla crisi.

Gianni-Bort-ilnordestquotidianoI presidenti di Unat (Gianni Bort) e di Asat (Luca Libardi) contestano al presidente della giunta provinciale «le mancate riforme necessarie per rendere più efficiente il sistema della promozione, si è voluto introdurre una gabella e quindi nei fatti guardare ai turisti che vengono in Trentino più come a polli da spennare che a ospiti da gratificare». Per Bort e Libardi “non può essere che negativa la constatazione che con un emendamento di stampo elettoralistico siano stati invece esclusi dall’applicazione dell’imposta di soggiorno gli appartamenti ad uso turistico. Evidentemente ci sono turisti di serie A quelli degli appartamenti che non pagano e quelli di serie B degli alberghi in particolare, che pagano».

Anche il bilancio di previsione della provincia di Trento appena approvato contiene norme che complessivamente lasciano insoddisfatti gli albergatori: «avere più albergatori nei vertici delle Apt, risorse impiegate là dove sono state raccolte per citarne alcuni, alla luce dei fatti messi alla luce dalla finanziaria, accresce la nostra insoddisfazione e ci porta a non considerare chiusa questa partita».