Trieste, la Lega Nord contro la sdemanializzazione del Porto Vecchio

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trieste-gru-porto-vecchio-ilnordestquotidianoFedriga: «il Pd, con la sdemanializzazione del Porto Vecchio, ha privato Trieste di una grande risorsa imprenditoriale e occupazionale». Polemico intervento del del capogruppo della Lega Nord alla Camera Massimiliano

Fedriga sul Porto Vecchio di Trieste: «l’emendamento del senatore Russo, nemmeno votato dal Senato ma direttamente fatto proprio dal Governo nel maxiemendamento alla legge di Stabilità, va a depauperare Trieste da una grande potenzialità: il Porto Vecchio sarebbe infatti un fiore all’occhiello della città se l’esecutivo emanasse i decreti necessari all’attuazione di tutti i vantaggi fiscali della zona franca.

Sdemanializzando l’area e togliendo il punto franco non si bada all’interesse della collettività bensì si corre concretamente il rischio di una speculazione edilizia laddove invece si sarebbero potute insediare nuove attività produttive capaci di rilanciare l’economia e l’occupazione».

Oltre a Fedriga intervengono sulla vicenda anche il segretario provinciale del Carroccio Pierpaolo Roberti e del capogruppo in Provincia Paolo Polidori. «È inutile che il sindaco dichiari testualmente che “il Porto Franco serve” – ha esordito Polidori – se poi decide di spostare il Punto Franco Vecchio da dove serve di più: il problema, come già sottolineato, sta nella mancata piena applicazione dei vantaggi derivanti dall’extradoganalità dell’area. Mi chiedo inoltre quale sia il progetto a sdemanializzazione avvenuta: la sensazione –insiste il capogruppo in Provincia- è che si vada incontro alla realizzazione di doppioni del tutto superflui alla luce della crisi edilizia, che vede Trieste al primo posto nella classifica degli immobili invenduti». Per Polidori “questo enorme business non andrebbe dunque affatto a vantaggio della città, come pure evidenziato da una forza di sinistra quale il  Movimento 5 Stelle: anziché seguire l’esempio di molte altre realtà mondiali, decidiamo di sacrificare un Porto Franco Internazionale per fare chissà cosa con chissà quali soldi. Un’operazione davvero scriteriata di cui il Pd farebbe bene a vergognarsi».

Non è più morbido il segretario provinciale Pierpaolo Roberti: «di notte, nell’ora in cui agiscono i ladri, il Partito Democratico è riuscito a scippare, evitando qualunque dibattito, il Porto Vecchio alla città. Se non vi fosse stato nulla da nascondere, il provvedimento avrebbe potuto essere tranquillamente dibattuto e affrontato in ogni suo aspetto nelle dovute forme e con le dovute tempistiche: il Pd, che detiene la maggioranza a Roma, in Regione e in Comune, non avrebbe incontrato alcuna difficoltà a farlo passare ugualmente, ma almeno vi sarebbe stata un minimo di trasparenza». Roberti entra nei dettagli della questione: «esistono poi due questioni di cui l’emendamento Russo non tiene conto. In primo luogo cosa accadrà ai titolari di concessioni superiori ai quattro anni una volta scadute? Soggetti come Gmt, Tripmare e Saipem – che peraltro si sta facendo carico a sue spese della ristrutturazione del magazzino 23 – riceveranno una pacca di benservito sulla spalla e saranno costrette a fare fagotto? E cosa dire poi delle otto realtà che hanno presentato domanda di insediamento in Porto Vecchio, con denari spesi per la progettazione e istruttorie in corso presso l’Autorità Portuale? Qualora le istanze venissero rigettate per colpe non ascrivibili ai richiedenti, chi pagherà eventuali risarcimenti? Si evince dunque in maniera lampante – ha concluso Roberti – che il Partito Democratico ha agito senza cognizione di causa, fregandosene delle imprese operative in loco e senza alcuna visione complessiva della Trieste di domani. La Lega, dal canto suo, farà tutto quanto in suo potere per evitare di sacrificare sull’altare dell’interesse di pochi un patrimonio comune del calibro di Porto Vecchio».

Contro la sdemanializzazione di Porto Vecchio si è svolta una manifestazione cui hanno partecipato in pochi, cosa che ha consentito al senatore PD Francesco Russo di rintuzzare alla Lega Nrd le accuse lanciante: «mi sembra che i cittadini di Trieste abbiano chiarito una volta per tutte come la pensano e da che parte stanno. A Massimiliano Fedriga e a tutti i politici che oggi vorrebbero andare in piazza per difendere l’immobilismo – aggiunge Russo -, contro le decisioni del Parlamento che rappresentano e contro le sentenze del Tar, e del Consiglio di Stato, voglio dire che stanno facendo un grosso errore. I cittadini triestini da tempo, chiedono due cose ben chiare alla politica: sviluppo economico che porti lavoro e rispetto della legalità».