Veneto: delinquenza in calo solo grazie al cambio dei parametri statistici di riferimento

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Regione veneto riassetto deleghe giunta Isi Coppola Luca Zaia mani 1
Regione veneto riassetto deleghe giunta Isi Coppola Luca Zaia mani 1Zaia: «il calo è una barzelletta cui crede solo chi la racconta. La verità è che non si considera più la microcriminalità che assedia ogni giorno i cittadini e i turisti»

In Veneto la microcriminalità è in calo: una notizia non da poco, stando alle rilevazioni condotte dai vari prefetti del territorio.

Peccato che la stessa strida con la realtà di ogni giorno, quella che assilla comuni cittadini e turisti alle prese con piccole e fastidiose angherie e soprusi, cui oggi le forze dell’ordine, probabilmente per ordini ricevuti direttamente dall’Altissimo di Rignano all’Arno, non danno più seguito, archiviandole d’imperio e lasciando impuniti chi le perpetra, spesso immigrati slavi e africani.

Una realtà che il governatore del Veneto Luca Zaia è da combattere nel modo più deciso: “ascoltando le parole di alcuni Prefetti, per i Veneti oggi sarebbe un gran giorno: scopriamo infatti che la delinquenza nei nostri territori è in calo, con la sola “eccezione” dei furti in abitazione. Non a caso, apprendiamo sempre da fonti prefettizie, il Viminale avrebbe deciso di ritirare l’esercito dalle strade. E scopriamo sempre con sollievo che dei 6.000 profughi transitati per il Veneto nel 2014 che neppure uno si sarebbe macchiato di reati. Territori sicuri, profughi immacolati, delinquenza al minimo».

Per Zaia «ci sarebbe da ridere, se la cosa non rivestisse invece profili di forte gravità. In un giorno, con qualche dichiarazione, si tenta di cancellare tutti gli allarmi e i veri e propri bollettini di guerra che leggiamo quotidianamente sui giornali, al punto da far gridare al Questore di Venezia un appello ai legislatori e al governo: negli uffici di Polizia e Carabinieri si presentano sempre le stesse facce patibolari, sintomo di scarcerazioni facili o di leggi che impediscono alle forze dell’ordine di arrestare colpevoli e ai magistrati di dare alla società certezza della pena irrogata». La certezza della pena, almeno per alcuni soggetti, in Italia è di fatto una chimera e molti ne stanno approfittando.

«Diciamocelo e ammettiamolo con franchezza – aggiunge il presidente del Veneto – per dire che il fenomeno criminale è calato d’intensità solo perché si è provveduto ad alzare l’asticella della statistica e della tolleranza. Per cui viene considerata solo delinquenza quella che si macchia di reati gravissimi, dalla rapina in su, mentre tutto il resto passa sotto la denominazione di microcriminalità. Peccato che sia proprio la microcriminalità quella che i Veneti percepiscono e soffrono, che vivono come un attacco quotidiano alla convivenza civile, alla legalità, al rispetto reciproco. Il furto, lo scippo, la rapina in casa con tanto di violenze e sequestro di persona non sono crimini? Dobbiamo sottovalutarli? Non considerarli? Il furto in casa non è una violazione grave, anche da un punto di vista psicologico? Lo spaccio di droga è o non è un reato grave?».

Zaia ribadisce con forza che «i Veneti si attendono un governo che governi, uno Stato che non abdichi al rispetto del cittadino e di se stesso, oltre una legislazione straordinaria per consentire ai bravi professionisti dell’ordine pubblico di arrestare i criminali e ai magistrati di lasciarli in galera; nuove carceri invece di amnistie, condoni, indulti e tutto l’ipocrita armamentario buonista; subito l’esercito fuori dalle caserme e in missione di pattugliamento nelle nostre città e nei nostri territori (altro che inutili e dispendiose missioni estere!); basta profughi, perché alla barzelletta che 6.000 disperati spesso senza volto e senza identità non abbiano mai avuto a che fare con la delinquenza ci crede soltanto chi l’ha raccontata».