Rilancio di Porto Marghera: firmato a Roma l’accordo di programma

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Marghera Tavolo Mise firma accordo zaia zappalorto comm venezia paolo costa aut porto venezia 1Attivato un investimento di 152 milioni di euro per la riconversione dell’area industriale

Nella sede del Ministero per lo sviluppo economico a Roma è stato sottoscritto il nuovo accordo di programma per il rilancio di Porto Marghera, che porterà investimenti per circa 152 milioni di euro per l’area industriale. Alla firma con il ministro Guidi erano presenti il president edel Veneto Luca Zaia, l’assessore regionale alla riconversione del polo industriale di Marghera, Massimo Giorgetti, il commissiario del comune di Venezia Vincenzo Zappalorto e il presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa.

L’accordo prevede lo stanziamento di risorse per la maggior parte (circa 102 milioni di euro) provenienti da fondi recuperati dall’azienda Alcoa per aiuti di stato non compatibili con il mercato comune. Ad essi si sommano somme già stanziate dalle amministrazioni locali per la realizzazione di interventi di risanamento territoriale e di messa in sicurezza idraulica delle aree, nonché di ripristino e potenziamento della dotazione infrastrutturale esistente.

«E’ una grande operazione – ha detto il presidente Zaia – che vede l’impegno di risorse per 152 milioni, di cui 20 messi dalla Regione, per 23 progetti, alcuni di viabilità e altri di interventi nelle aree e per le attività di Porto Marghera. Ma è anche una risposta concreta che diamo agli 11.100 lavoratori che operano qui. Il che significa continuare nel progetto complessivo di rilancio di Porto Marghera». Per Zaia «siamo convinti che il futuro di Porto Marghera non sia quello di pensare ad un grande campo da golf o un luna park, come qualcuno vorrebbe, bensì di valorizzare l’area, di pensare alla manifattura, di uscire dalla situazione in cui versano queste aree inquinate per guardare ad un’economia che sia “green”, che sia pulita e che ridia vivibilità a tutto il contesto di Porto Marghera, nel rispetto di tutti i lavoratori che ancora vi operano».

Non solo: «oltre a questa – ha detto ancora Zaia – c’è anche la grande partita delle aree che abbiamo acquisito da ENI; oltre 110 ettari che andiamo a bonificare. Ci sono imprese, per lo più italiane, pronte ad investire per oltre due miliardi di euro. Però è altrettanto vero che l’attrattività nei confronti dei capitali stranieri, di investitori stranieri passa attraverso la sburocratizzazione, la semplificazione normativa e soprattutto la certezza del diritto. Siamo in un Paese dove la gestazione di una causa civile ha una media di sette-otto anni ed è difficile spiegarlo ad uno straniero. E questo è un problema».

L’accordo prevede l’attuazione di 23 interventi, individuati tra quelli nella più avanzata fase di avanzamento progettuale con dichiarati obiettivi di cantierabilità, per il raggiungimento degli obiettivi di riconversione e riqualificazione industriale dell’Area di crisi industriale complessa di Porto Marghera. La Regione del Veneto, oltre a contribuire al finanziamento degli investimenti per circa 20.250.000 euro, ha il compito di coordinare il confronto tra le parti sociali ed istituzionali attraverso il Tavolo permanente per Porto Marghera, già ampiamente coinvolto in fase di definizione dell’accordo.

Gli interventi proposti dalla Regione riguardano sostanzialmente l’attuazione dell’accordo di programma “Moranzani”, sottoscritto il 31 marzo 2008, nei seguenti ambiti:

•          Viabilità (Nodo Malcontenta – svincolo sulla SS 309 Romea): realizzazione di uno svincolo a diamante tra la SS.309 “Romea” e la SP “Via delle Valli”, che serve a separare il traffico di transito pesante/commerciale di interesse portuale (Ro-Ro), da quello locale che gravita sull’area urbana di Malcontenta. Valore dell’intervento: 6,55 milioni di Euro;

•          Area “23 ettari” Fusina: infrastrutturazione e banchinamento dell’area, successivamente alla dismissione e demolizione delle vasche di stoccaggio fanghi e terre attualmente presenti nell’area e consistente nel realizzare l’adeguamento della capacità portante del terreno, una banchina portuale “pesante”, la viabilità interna al lotto di accesso e alla banchina, l’infrastrutturazione ferroviaria e i sottoservizi. L’attività è propedeutica allo spostamento della San Marco Petroli, il valore dell’intervento oltre 20 milioni di euro;

•          Interventi sulla rete idraulica del Bacino Lusore (collegamento Fondi a Sud-Fondi a Est, rimodellazione per invaso del “Parco Malcontenta”, completamento e ricalibratura dei corsi d’acqua di Malcontenta – Fosso di Via Moranzani). Le opere del progetto generale sulla rete idraulica del bacino Lusore prevedono la razionalizzazione del sistema di smaltimento delle acque basse del bacino di Malcontenta tramite la realizzazione di una rete ad elevata trasmissività che riduca le perdite localizzate e continue lungo i canali di progetto. Verranno realizzati tre interventi per complessivi 6,5 milioni di euro.

L’iniziativa si inserisce in un quadro programmatico di sviluppo dell’area di Porto Marghera che vede impegnata la Regione anche in altre iniziative, come la costituzione della “newco” per la gestione delle aree ex-Syndial congiuntamente al comune di Venezia, che permetteranno, facendo leva sulle potenzialità e sulle specificità dell’area e attraverso la valorizzazione di un grande patrimonio di competenze e di professionalità, di restituire a Porto Marghera un ruolo produttivo strategico.

L’accordo sottoscritto a Roma è commentato con favore dal presidente di Confindustria Venezia, Matteo Zoppas: «per la prima volta, dopo anni di promesse, ci troviamo di fronte ad un accordo che mette concretamente a disposizione di Porto Marghera rilevanti risorse pubbliche, ancorché derivanti da una cospicua restituzione di fondi da parte di Alcoa, per realizzare in un tempo definito una serie di progetti in grado di migliorare e riqualificare a livello infrastrutturale buona parte dell’area». Per Zoppas «è opportuno sottolineare non solo la disponibilità concreta e reale di 152 milioni di euro per investimenti, ma anche l’erogazione di questi condizionata alla definizione dei progetti entro 6 mesi ed alla realizzazione degli stessi entro 30 mesi: si tratta quindi di tempi e risorse certe, due requisiti certamente non consueti in questi ultimi anni, fermo restando che queste risorse dovranno essere gestite in piena trasparenza eliminando così ogni rischio che si ripetano episodi di corruzione e malaffare».