Sistri, il Governo ammette che è inutilizzabile, ne sospende l’operatività ma pretende i contributi dalle imprese

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Thomas Pardeller direttore confartigianato apa BZ 1Confartigianato: «un’assurdità da correggere immediatamente!»

Dopo sette anni, all’assurda vicenda del Sistri si aggiunge l’ennesima beffa, questa volta marcata Renzi. Il Decreto “Milleproroghe” contiene l’obbligo per le imprese (per fortuna resta l’esclusione per quelle con meno di 10 dipendenti) di pagare entro il primo febbraio i contributi per un sistema obsoleto che non garantisce in alcun modo la tracciabilità dei rifiuti. Non solo. Alla scadenza del primo febbraio si aggiunge anche quella del 30 aprile, per il pagamento del contributo 2015. Una situazione che ha fatto scattare la protesta di Confartigianato Imprese.

Per gli artigiani del Veneto «dopo le recenti dichiarazioni del ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, sulla volontà del Governo di superare il Sistri pareva si fosse scritta definitivamente la parola fine su questa esperienza fallimentare. Non è così! Ora si chiede di pagare per un sistema la cui operatività è stata differita di un anno e che non è mai diventato effettivamente operativo, tanto che nei prossimi mesi sarà archiviato in maniera definitiva». Peccato solo che il Governo Renzi non rinunci a pretendere l’obolo dal Sistri a carico delle aziende: nel solo Veneto «oltre 40.000 imprese (il 60% delle quali sono aziende artigiane) tra produttrici di rifiuti e gestori (trasporto e smaltimento), hanno pagato quasi 18 milioni di euro per iscriversi, acquistare oltre 50.000 chiavette usb e quasi 9.000 “black box” a fronte di un sistema che non ha mai funzionato. E non solo, oggi costa quasi 20.000 euro all’anno alle aziende di trasporto coinvolte».

Critica anche Confartigianato Apa Alto Adige: per il suo direttore Thomas Pardeller «dopo sette anni difficoltosi, nel corso dei quali le associazioni e le imprese hanno continuato a lottare contro il Sistri, non comprendiamo perché le nostre ditte debbano pagare per un sistema che non è attivo e che ci si augura possa definitivamente finire nel dimenticatoio dell’archivio di Stato nel giro di pochi mesi. In pratica è come se un’azienda chiedesse dei soldi per un lavoro che non è stato svolto».

Il tutto senza dimenticare che la maggior parte delle imprese ha già avuto modo di pagare inutilmente il contributo per il Sistri nel 2010 e nel 2011, ovvero quando la situazione economica complessiva era a livelli drammatici: «la nostra richiesta è quella di correggere al più presto la domanda di pagamento in oggetto e di rendere effettiva la proroga complessiva del sistema, tanto per la sua operatività quanto per i relativi pagamenti – ha concluso Pardeller -. Fino a quando? Sino al momento in cui si riuscirà finalmente ad elaborare un sistema nuovo, efficiente e soprattutto funzionante!»