Tagli al fondo nazionale sanitario: il Veneto vota “NO” in Conferenza delle regioni

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Regione veneto riassetto deleghe giunta Isi Coppola Luca Zaia dita 1
Regione veneto riassetto deleghe giunta Isi Coppola Luca Zaia dita 1Zaia: «i tagli al fondo ci sono e ora ci sarà opposizione dura in tutte le sedi»

Dopo un lungo tira e molla, il Governo Renzi ha scoperto le carte, mostrando tagli consistenti al fondo sanitario nazionale, nonostante gli accordi con le regioni intercorsi nei mesi scorsi ne prevederessero un incremento e una differente ripartizione che non penalizzasse le realtà virtuose. Così non è stato.

Immediata la protesta del Veneto agli esiti del confronto a Roma in sede di Conferenza dei presidenti delle Regioni sulle previsioni della legge di stabilità, dove l’assessore alla sanità Luca Coletto ha fatto formalizzare il parere contrario del Veneto.Per il governatore Luca Zaia «la politica e i giochetti romani passeranno; le esigenze di cure dei Veneti restano. Diciamo “NO” ai tagli alla sanità, che ci sono e sono pesantissimi. I Veneti di questo schiaffo si ricorderanno e per noi sarà la madre di tutte le battaglie».

Secondo il governatore della Serenissima «posso comprendere il bisogno di tranquillizzare del presidente Chiamparino, al quale riconfermo la mia stima, e di altri colleghi presidenti, ma ho l’impressione che stiamo parlando di due bilanci diversi. Io riconfermo che i tagli ci sono, che ammontano a cifre esorbitanti, e che colpiscono le regioni virtuose come il Veneto al pari di quelle sprecone». «E’ il momento di far sapere dettagliatamente alla gente come stanno le cose – incalza Zaia – e quindi elenco di seguito, voce per voce, tutto quello che il governo ci costringerebbe a rimettere in discussione: 1) nessun aumento del Fondo Sanitario per il 2015, che avrebbe significato per noi circa 200 milioni in più; 2) un taglio generale di 500 milioni su un totale di 800 riservati in sede di Patto nazionale per la Salute agli investimenti per l’edilizia ospedaliera, che per il Veneto mette a rischio il nuovo ospedale di Padova e quello del Veneto orientale; 3) il mancato rifinanziamento delle prestazioni extra Livelli essenziali di assistenza; 4) la riduzione degli investimenti in macchinari, ai quali destiniamo ogni anno 70 milioni di euro; 5) la necessità di porre un limite (mai esistito in Veneto) alla spesa per i farmaci oncologici ad alto costo, tenendo presente che due giorni di terapia possono arrivare a costare 60.000 euro, ciò che consente allo IOV di non avere limitazioni nella prescrizione di questa classe di farmaci; 6) l’impossibilità di dare copertura al 100% del “turnover” del personale; 7) il blocco dello sviluppo delle campagne vaccinali, che in Veneto prevede per il 2015 l’erogazione gratuita del vaccino contro il papilloma virus anche ai giovani maschi».

Secondo Zaia «in teoria tutto ciò potrebbe essere finanziato solo aumentando l’Irpef e i ticket, cosa che dal 2010 non abbiamo mai fatto. Non lo faremo di certo nemmeno stavolta per salvare le migliaia e migliaia di forestali della Sicilia e della Calabria. Confermo che ricorreremo in ogni possibile sede giurisdizionale contro la legge di stabilità».

L’assessore Coletto puntualizza che «il nostro “NO” alla proposta di riparto del Fondo è stato fatto verbalizzare da me in persona, quindi non si parli di accordo raggiunto tra le Regioni. Basta e avanza per affermare che si sta dando un colpo mortale al diritto costituzionale alla salute uguale per tutti sancito dall’articolo 32 della Carta, che i roboanti impegni ad applicare i costi standard per tagliare davvero gli sprechi e non i servizi erano solo parole, che dovremo ancora una volta fare i salti mortali per dare ai nostri cittadini il livello di cure che meritano e che si pagano ampissimamente con le loro tasse. Alla fine del massacro sul Veneto cadranno tagli per non meno di 240 milioni di euro».