Emilia Romagna, +3,7% le esportazioni nel III trimestre 2014

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fabbrica tessile operai al lavoro
fabbrica tessile operai al lavoroNei primi nove mesi dell’anno le esportazioni dei distretti regionali hanno raggiunto 8.576 milioni di euro, in crescita del 4,4% rispetto allo stesso periodo del 2013

Segnali positivi per l’export dei distretti dell’Emilia Romagna. Secondo il “Monitor dei distretti industriali dell’Emilia Romagna”, realizzato dal Servizio studi e ricerca di Intesa Sanpaolo per Carisbo, Cariromagna e Banca Monte Parma, nel terzo trimestre del 2014 le esportazioni in regione sono cresciute del 3,7%, meglio del dato nazionale complessivo che ha segnato un +2,2%.

Le esportazioni sono cresciute sia verso i mercati consolidati (+4,8%) dove si evidenziano le buone performance dei Paesi Bassi e degli Stati Uniti, che verso i paesi emergenti (+1,9%), grazie ai risultati ottenuti in Indonesia e Hong Kong. Nei primi nove mesi del 2014, le esportazioni dei distretti regionali sono cresciute in totale del 4,4% rispetto allo stesso periodo del 2013, superando gli 8.000 milioni di euro. Nel complesso 14 distretti su 20 hanno segnato un aumento dell’export, quattro in meno rispetto al trimestre precedente.

A trainare i dati positivi della regione è il distretto delle piastrelle che nel terzo trimestre 2014 registra un incremento dell’export del 6,3%; in particolare le esportazioni sono cresciute sia verso i mercati più consolidati (+6%) sia verso quelli nuovi (+7,1%). Tra i maggiori paesi importatori di piastrelle figurano gli Stati Uniti (+18,9%) e le Germania (+7,5%). Segnali positivi anche dal comporto delle macchine per l’imballaggio di Bologna che registra un incremento tendenziale delle esportazioni del 6,2%; in particolare si osservano tassi di crescita moderatamente positivi dell’export verso Stati Uniti (+3,9%) e Cina (+4,2%), un balzo delle vendite in Turchia (+27,2%) e Regno Unito (+28,8%) e un boom di scambi verso l’Indonesia su livelli più che triplicati rispetto al terzo trimestre 2013.

Bene anche il comporto del “food machinery” di Parma (+10,6%), quello delle macchine utensili di Piacenza (19,1%), quello dei ciclomotori di Bologna (+6,1%) e quello delle macchine per il legno di Rimini (+7,2%) e delle macchine per l’industria ceramica (+ 6,5%). Segnali in negativo invece per il distretto delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia che calano del 2,8%.

Per quanto riguarda il settore alimentare, nel 2014 sono state buone le prestazioni dei salumi del modenese (+9%), dell’alimentare di Parma (+14%) e del lattiero-caseario di Reggio Emilia (+0,6%). Cala invece il distretto dei salumi di Parma (-3,7%) e quello dell’ortofrutta romagnola (-18,3%), penalizzato dalla diminuzione delle produzione dovuta al maltempo che ha colpito duramente il territorio nel corso del 2014.

Altalenante il distretto delle moda: accanto ai risultati positivi della maglieria e abbigliamento di Carpi (+4,8%) e quello delle calzature di San Mauro Pascoli (+9,1%), l’abbigliamento di Rimini segna invece un -8,4%, assieme al distretto di Fusignano Bagnacavallo che chiude il 2014 con un calo del 14,2%. Nel terzo trimestre 2014 sono cresciute anche le esportazioni dei poli tecnologici della regione (+0,6%); mentre continua il calo del biomedicale di Bologna (-6,5%) crescono il polo Ict di Bologna e Modena (+3,1%) e il biomedicale di Mirandola (+0,9%) che conferma performance brillanti in Germania, principale mercato di esportazioni. Da segnalare, per questo settore, la progressiva diminuzione degli scambi verso gli Stati Uniti (-38%, il calo nei primi 9 mesi dell’anno), dopo la crescita a doppia cifra del 2013; bene le vendite in Francia, male in Canada, rispettivamente terzo e quarto mercato di sbocco dell’area.

Per quanto riguarda invece i dati sulla cassa integrazione, nei primi 11 mesi del 2014 si è osservato un ridimensionamento di ore di Cig autorizzate (-16,2%) dovute al calo di quella ordinaria (-46,9%) e straordinaria (-14,3%). Lieve incremento invece per la cassa in deroga (+2,6%). Tuttavia, nonostante i segnali meno negativi emersi nel corso del 2014, il ricorso a questi ammortizzatori sociali resta alto a conferma della forte crisi che sta colpendo il mercato del lavoro.