Veneto, il mercato delle costruzioni: bilancio 2014 e previsioni per il 2015

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presentazione dati costruzione case veneto 2014
presentazione dati costruzione case veneto 2014In sei anni (2008 – 2014) perso oltre un quarto del mercato, che nella nuova costruzione ha perduto il -50% degli investimenti

Il 2014 per il mercato delle costruzioni nel Veneto è stato un anno di ulteriore crisi, una crisi che permane e prosegue nella sua spirale negativa. Complessivamente il settore ha perso il 5,9% degli investimenti rispetto al 2013, con una flessione del -13,7% nella nuova costruzione, bilanciata parzialmente dalla crescita del 3,3% del mercato del recupero residenziale, unico dato positivo, dovuto in gran parte alle opportunità del piano casa e dagli incentivi fiscali per le ristrutturazioni e la riqualificazione energetica degli edifici.

Rispetto allo scorso anno, nel IV trimestre 2014 sono solo le imprese artigiane che registrano una lieve diminuzione del fatturato pari a -0,4%, mentre le imprese non artigiane segnano una variazione nulla. Un andamento diverso si registra per il dato tendenziale: le imprese non artigiane hanno una variazione positiva (+0,3%), mentre quelle artigiane una variazione negativa (-0,6%). Il quarto trimestre sembra dunque confermare la tendenza al riassetto del mercato delle costruzioni, già rilevata nei trimestri precedenti, con una dinamica stagnante tendente allo zero, una dinamica che, dopo il biennio di forte flessione 2011-2013, rappresenta quasi una sorta di inversione di tendenza.

Le previsioni sull’andamento del mercato residenziale per i prossimi tre mesi non sono ancora positive, ma se confrontate con quelle dei trimestri precedenti evidenziano una sostanziale stazionarietà delle attese, con uno sguardo pessimista che continua a riflettere l’andamento della nuova costruzione residenziale e la diminuzione rilevante dei permessi di costruire di questi ultimi anni. Aspettative invece ancora positive per il mercato delle ristrutturazioni. Il 27% delle imprese, sia del settore artigiano che non artigiano, ha attese positive, mentre solo una impresa su dieci ha dichiarato attese negative. Interessante l’attesa delle imprese con oltre 9 dipendenti, che fa segnare il dato più elevato (33,4%) nelle attese positive, segno che il mercato delle ristrutturazioni è un segmento di particolare interesse anche per le aziende di maggiore dimensione e non solo per le piccole e per le microimprese legate al mondo dell’artigianato. Un risultato che probabilmente si deve anche agli effetti positivi delle norme sul piano casa.

Per Virginio Piva, presidente Edilcassa Veneto, «il settore delle costruzioni da troppi anni sta subendo una crisi che non è solo del settore, ma di un modello economico e finanziario che non aiuta lo sviluppo. La riduzione delle erogazioni dei prestiti alle famiglie e soprattutto alle imprese sta limitando le volontà d’investimento, che in questo settore ci sono e sono reali se aiutate, come nel caso degli incentivi fiscali e del piano casa. Serve un vero impegno del settore bancario e finanziario, in questi anni aiutato dall’Europa a stabilizzarsi ma che non aiuta le nostre imprese». Secondo Salvatore Federico, vicepresidente Edilcassa Veneto, «oltre 40.000 posti di lavoro in meno sono oltre 40.000 famiglie che hanno e avranno difficoltà economiche. Bisogna quindi aiutare non solo il settore a riprendersi, ma anche pensare a sistemi di inclusione sociale e di aiuto immediato, ma anche utilizzare a fondo e in modo adeguato i fondi europei per la formazione che a breve saranno a disposizione, per avviare percorsi adeguati di reinserimento lavorativo. E’ una sfida che Edilcassa Veneto ha già intrapreso da anni e che oggi deve consolidarsi maggiormente anche con accordi specifici con la Regione del Veneto».

I dati, illustrati da Serafino Pitingaro, responsabile Area studi e ricerche di Unioncamere del Veneto e Federico Della Puppa, coordinatore Osservatorio Piano Casa di Edilcassa Veneto, hanno posto l’attenzione sulla metamorfosi del comparto. Il senso profondo della crisi lo si può rilevare dal confronto tra il valore degli investimenti al 2008 e quelli al 2014. In sei anni, in valori correnti, il Veneto ha perso oltre un quarto del mercato, che nella nuova costruzione è diventato quasi il 50% degli investimenti, superando questa soglia nei settori della nuova costruzione residenziale e oltrepassando il 63% in quella del nuovo non residenziale privato. Sono numeri che anticipano come si uscirà da questa crisi, quando e come è ancora tutto da definire, con un mercato del tutto nuovo, una diversità oggi già rappresentata dalla diversa composizione della domanda, che per il 61,5% si deve al recupero edilizio.

Le tendenze degli andamenti trimestrali del fatturato delle imprese nel 2014 evidenziano un riassestamento verso lo zero della dinamica di flessione, tuttavia la congiuntura ancora negativa si è riflessa sul sistema occupazionale e su quello imprenditoriale. Osservando i dati relativi al numero di imprese attive artigiane e non artigiane delle costruzioni per forma giuridica, emerge una flessione complessivamente del -2,1% nel 2014, ma con una differenza tra il -2,3% delle imprese artigiane e il -1,6% delle imprese non artigiane. Ancora una volta tutte le forme giuridiche di impresa hanno fatto segnare andamenti negativi, con due eccezioni: le società di capitali artigiane crescono ancora, con un +3,8% rispetto al 2013, e le altre forme artigiane, +2,7%. Debole incremento anche per le imprese individuali non artigiane. Sul fronte occupazionale, le forze lavoro nel 2014 sono diminuite del -4,3%, proseguendo una dinamica fortemente negativa che ha visto perdere complessivamente tra il 2008 e il 2014 il 23% dell’occupazione. Nell’arco di sei anni si è passati da circa 180.000 addetti a poco meno di 138.500. Si tratta in sostanza di 41.470 posti di lavoro persi per colpa della crisi.

Queste dinamiche, registrate dall’Osservatorio trimestrale sul mercato delle costruzioni Edilcassa Veneto-Unioncamere del Veneto, evidenziano che anche se le prospettive per il futuro tendessero ad un miglioramento, la struttura del mercato e il sistema dell’offerta, sia in termini di tipologie di imprese sia per numero e tipologia di addetti, è fortemente cambiato e che questo cambiamento è, per la sua dimensione quantitativa, un cambiamento strutturale che rappresenta, nei fatti, un nuovo sistema di riferimento per tutto il settore.