2014 positivo per le esportazioni modenesi, mercato Usa in crescita

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confindustria modena settori export 2014Confindustria Modena traccia un bilancio delle attività manifatturiera della provincia

L’export si conferma, ancora una volta, motore trainate dell’economia modenese: è questo il primo dato significativo che emerge dallo studio realizzato da Confindustria Modena che analizza, su dati Istat, le esportazioni settoriali per il 2014. Secondo l’indagine, a Modena l’export delle attività manifatturiere è cresciuto del 5,4% rispetto al 2013, superando gli undici miliardi di euro e ottenendo, rispetto a Bologna (+5,0%) e Reggio Emilia (+4,1%), le altre due provincia a maggiore vocazione manifatturiera, il risultato migliore; fa eccezione Ferrara che segna un +9,8%, su un totale però che non raggiunge i tre miliardi di euro. Modena, Bologna e Ferrara assieme rappresentano il 49% dell’export emiliano-romagnolo e il 6,5% di quello italiano.

Interessante è osservare come siano cambiati i mercati di sbocco per l’export delle imprese del territorio: raffrontando il 2008 con il 2014, si nota che l’Unione Europea a 12 Paesi, pur rappresentano ancora il mercato di riferimento per le imprese modenesi, ha perso quote passando da un 38% nel 2018 a un 35% nel 2014, rispetto a altri Paesi cresciti molti in questi anni, come gli Usa passati dal 12% al 15% e l’Asia dal 13% al 17%. E proprio gli Stati Uniti nel 2014 sono al primo posto tra i dieci principali mercati verso cui le aziende modenesi esportano.

Guardano i dati complessivi sulle esportazioni di prodotti derivati da attività manifatturiere, si nota che, confrontando il 2014 con le media degli anni 2011, 2012 e 2103, l’export è cresciuto del 9%, la quota mercato dei Paesi dell’Unione a 12 è del 35% (cresciuta del 5%) e gli Usa rappresentano il Paese, extra Ue, dove si è esportato di più, per un valore complessivo di 1591,9 milioni di euro; tra i mercati con segno negativo emergono invece la Russia (-11%) e l’Ucraina (-33%), cali dovuti anche all’embargo e alla delicata situazione politica dei questi territori.

Per quanto riguarda i settori, risultati positivi arrivano dall’alimentare, cresciuto del 9%, (rapporto tra anno 2014 e media degli anni 2011, 2012 e 2013) per un valore complessivo di 1.159 milioni euro, dove la quota di export verso i Paesi dell’Ue a 12 è del 51%, cresciuta del 3%. Tra i Paesi, extraeuropei, spiccano gli Stati Uniti con 117,2 milioni di euro, il Giappone che ha segnato un 135% (38,7 milioni di euro), il Vietnam con un +711% (16,4 milioni di euro) e l’Honduras che segna addirittura un +1749% (2,8 milioni di euro). In negativo Russia (-58%), Repubblica Ceca (-38%) e Hong Kong (-21%).

Bene anche il settore ceramico, dove la crescita è stata del +13%, quasi due miliardi di euro. L’Europa detiene ancora il 41% delle esportazioni, dove a farla da padroni sono la Francia e la Germania, quest’ultima segna un +11% per un valore totale di 246,8 milioni di euro. Ma fuori dalla Ue a 12 sono ancora una volta gli Usa ad avere un peso determinante, con una crescita del 25% per un totale di 241,4 milioni di euro; bene anche l’Australia che, sebbene geograficamente vicina alla Cina, tra i primi Paesi concorrenti dell’Italia nel settore delle piastrelle, è cresciuta del 44% (42,5 milioni di euro).

Dati positivi provengono dal settore metalmeccanico, dove in particolare nel settore dei mezzi di trasporto si nota il migliore risultato: +18% (per un valore totale che raggiunge quasi i tre miliardi di euro), dove la quota export verso l’Europa è del 25%, mentre gli Stati Uniti, ancora una volta, segnano dati positivi, + 23% per un totale di 800 milioni di euro.

In calo il settore tessile che segna un -3%; Paesi Bassi (+385%), Emirati Arabi Uniti (+51%) e Giappone (43%) sono i Paesi, fuori dall’Ue, verso cui si esporta di più. Negativo anche il settore degli apparecchi elettrici (-2%). Gli Stati Uniti rappresentano, fuori dall’Europa, il più importante Paese verso cui si esporta e con 19,9 milioni di euro, segnano un +57%.