A marzo vendite auto in Italia in crescita del 15,1%

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vendite auto ford fiestaPavan Bernacchi: «effetto traino dell’autonoleggio, ma mancano ancor agli acquisti dei privati»

Secondo i dati appena diffusi dal Ministero dei Trasporti, il mese di marzo si è chiuso con 161.303 immatricolazioni di autovetture nuove, segnando un +15,1% rispetto allo stesso mese del 2014.

Per Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, il commento è caustico: «un incremento del 15%? Tutto vero, non è un pesce di aprile. E poiché con il risultato di marzo il I trimestre 2015 chiude a +13,5% mi viene da dire “prove tecniche di ripresa”. Ma per valutare correttamente il fenomeno invito ad attendere la chiusura del I semestre. Temo che la spinta data dal canale noleggio possa rallentare».

Perché questo incremento a doppia cifra non convince fino in fondo l’associazione dei concessionari italiani di autoveicoli? La risposta si trova nei canali di vendita dove i privati, sempre nel I trimestre – secondo le elaborazioni Unrae -, hanno fatto registrare un incremento del +7,4%, le aziende il +6,5%, e il noleggio di ben il +37%. Federauto fa presente che le concessionarie automobilistiche, che vivono soprattutto grazie al rapporto con privati e aziende (mentre gli acquisti in stock degli autonoleggiatori avvengono solitamente direttamente dalle varie Case), hanno tratto fino ad ora benefici modesti. E le concessionarie, da sole, fatturano circa il 6% del Pil dando occupazione diretta a circa 200.000 addetti. Inoltre resta da capire se la spinta propulsiva del noleggio, trainata dal lungo termine e dalla richiesta eccezionale per EXPO 2015, subirà nei prossimi mesi una battuta d’arresto.

Per Piero Carlomagno, presidente dei concessionari del Gruppo Fiat Chrysler Automobiles: «il vero tema, tutto interno alla nostra filiera, è la sostenibilità del business delle concessionarie di autoveicoli. Le regole che ci legano indissolubilmente alle case automobilistiche, sono state pensate in altri momenti storici e non sono più attuali. Diventa quindi prioritario modificarle perché solo se torneremo a far marginare le nostre aziende potremmo ricominciare ad assumere, a interrompere il ricorso agli ammortizzatori sociali e a investire. E sono aziende come le nostre la spina dorsale dell’economia italiana».

Per Pavan Bernacchi «la ripresa sembra essere alle porte, ma alcuni indicatori economici forniscono interpretazioni altalenanti e non univocamente indirizzate sul terreno di un chiaro segnale positivo. Da ultimo il dato ISTAT sulla disoccupazione a febbraio: 12,7% con un 42,6% dei giovani senza lavoro. Resta il tema del cosa fare e, in questo senso, manifestiamo apprezzamento per l’apertura al dialogo espressa dal vice ministro Morando in occasione di un recente intervento pubblico. Morando si è dichiarato a favore di un provvedimento per il rinnovo del parco finalizzato all’acquisto di veicoli con basse emissioni di CO2. Federauto propone un’Iva agevolata per i privati mentre per le aziende maggiori detraibilità e deducibilità. Il tutto almeno triennale o meglio lasciare le cose come stanno. Inoltre un pacchetto che passi anche per la rimodulazione del bollo auto secondo il principio che le vetture obsolete e inquinanti – e meno sicure – devono pagare di più, alleggerendo i costi per il parco circolante virtuoso». Senza dimenticare lo scandalo del superbollo sulle auto potenti, che Morando ha detto di non volere abrogare, che ha però comportato la perdita secca di gettito fiscale per le casse italiane a favore del leasing estero e conseguente esportazione di valute e ricchezza italiana che poteva rimanere entro i confini patri.