Le chitarre classiche di “Eos Giutar Quartet” a Palazzo Trevisan degli Ulivi

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Eos Guitar Quartet
Eos Guitar QuartetIniziativa culturale del consolato svizzero di Venezia
di Giovanni Greto

Non capita spesso di ascoltare un quartetto di chitarre classiche. Il consolato svizzero di Venezia, dopo numerosi tentativi andati a vuoto, è riuscito finalmente ad ospitare l’Eos Guitar Quartet nella sede di palazzo Trevisan degli Ulivi. Il quartetto, richiestissimo anche all’estero (è imminente una tournee in Cina), sarebbe stato formato, secondo le note apparse nell’ultimo CD, nel 1985 da quattro studenti della Musikakademie di Zurigo.

In un CD del 2008, che festeggiava il ventennale del gruppo (20+), sarebbe stato fondato nel 1988. In ogni caso, 27 o 30 anni che siano, l’organico non dà segni di stanchezza o di routine. Tre dei fondatori sono gli stessi, Marcel Ege, David Sautter, Michael Winkler, mentre Martin Pirktz suonò l’ultimo concerto con il gruppo nel 2013, sostituito dall’argentino di Mar del Plata Julio Azcano.

Il repertorio della serata veneziana ha presentato, accanto a brani conosciuti di celebri autori classici – Gioacchino Rossini, Antonio Vivaldi, Luigi Boccherini, Georges Bizet – composizioni di autori contemporanei svizzeri viventi, alcuni dei quali hanno dedicato i propri pezzi al quartetto. E’ il caso del sassofonista jazz Daniel Schnyder (1961) con “Fairytale”, del più conosciuto arpista Andreas Vollenweider (1953) con “Ein Liebeslied”, del pianista jazz Christoph Baumann (1954) con “Sekunden, Quarten und weitere Sehenswurdigkeiten” e del chitarrista e percussionista Jurg Kindle (1960) con “Kalimba e Berimbao”. Proprio quest’ultimo autore è il protagonista del più recente CD “Jurg Kindle. The guitar quartets”, il quale contiene 20 quartetti per chitarre scritti negli ultimi 15 anni. Il disco risulta gradevole e interessante perché spazia dagli stilemi del pop al tango, a una world music percussiva, come nel caso di “Kalimba e Berimbao». «Kalimba», prende il nome dal piano a pollici originario dell’Africa, ossia una serie di lamine lignee o metalliche attaccate ad un risuonatore di legno. Il brano riproduce anche delle frasi di ago-go, la campana doppia utilizzata nel samba brasiliano. “Berimbao”, ossia l’arco musicale, si riferisce allo strumento oggi utilizzato in Brasile per accompagnare la danza/lotta Capoeira. In origine fu portato in Sudamerica dagli schiavi provenienti dall’Angola nel XV° secolo.

Bravi i quattro a riprodurne il suono, naturale e modificato, grazie ad accorgimenti tecnici e all’uso di una bacchettina percuotente le corde. Per il bis, richiesto a furor di popolo, i musicisti hanno scelto di nuovo una composizione di Kindle “Techno”, riproducendo il basso ostinato ed ossessivo mediante la cassa armonica del loro strumento. Il quartetto ha impressionato per la limpidezza del suono, la capacità tecnica e virtuosa, l’affiatamento, frutto anche di una lunghissima amicizia, assai importante perché un ensemble possa durare così a lungo.