Domenica 31 maggio, oltre alla Regione, va al voto anche il comune di Venezia

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venezia panorama piazza san marco dal mare
venezia panorama piazza san marco dal mareIn lizza, dopo un anno di commissariamento a seguito dello scandalo Orsoni, 10 candidati sindaco

Domenica 31 maggio, alle urne non sono chiamati solo i cittadini di tutto il Veneto per rinnovare il Consiglio regionale, dove sono in lizza 4 candidati presidente: va al voto anche il comune di Venezia, commissariato da un anno dopo lo scandalo delle tangenti del Mose che hanno travolto il sindaco PD Orsoni.

L’onda d’urto del Mose e l’arrivo del commissario governativo, la riqualificazione di Marghera e la disputa sulla presenza delle grandi navi da crociera in laguna, in una situazione di bilancio comunale al collasso. Sono i temi che segnano la campagna elettorale per le comunali di Venezia, che vede in lizza 10 aspiranti sindaci supportati da 24 liste. Il dopo Orsoni è soprattutto una sfida a due: tra l’ex magistrato e senatore Felice Casson, per il Pd e le formazioni di sinistra, e l’imprenditore Luigi Brugnaro, titolare dell’Umana e presidente della Reyer, che coagula le forze moderate, con il possibile ruolo di outsider del leghista Gian Angelo Bellati, economista e segretario generale di Unioncamere del Veneto. In lizza anche l’ex leghista ed ex presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto mentre l’M5S presenta Davide Scano. La rosa è completata da Camilla Seibezzi, Alessandro Busetto, Mario D’Elia, Giampiero Pizzo e Roberto Fiore.

Il candidato Pd ha un’idea chiara del futuro in laguna delle grandi navi. «Sono favorevole – spiega Casson – a progetti alternativi a quelli dello scavo di un grande canale in laguna». Lo stop immediato al mega piano del Contorta, sponsorizzato dall’Autorità Portuale, sembra l’unico elemento in comune con Brugnaro, perché le distanze tra i due sulla questione della sfilata dei bestioni del mare davanti a San Marco restano polari. Al punto che l’imprenditore non ci ha pensato un attimo a inscenare una contro-manifestazione con quattro rimorchiatori affittati per l’occasione per contrapporsi ai comitati cittadini, che appoggiano Casson, che protestavano per favorire lo sfratto definitivo delle navi da crociera dalla laguna.

Il Pd potrebbe subire alle urne l’onda lunga delle ripercussioni degli scandali cittadini e di una qualità non eccelsa del governo cittadino, a tutto vantaggio di Brugnaro ma anche di Bellati e di Zaccariotto, che dalla sua ha una lunga esperienza di amministratrice locale. Le casse del Comune sono vuote e il quadro che offre oggi la città, denuncia Brugnaro annunciando una cura da cavallo, «è impietoso: non si può non notare, ancora una volta, che le responsabilità politiche sono evidenti e incontrovertibili. La macchina comunale dovrà essere totalmente riorganizzata, con provvedimenti urgenti». Neppure Casson è clemente con la precedente giunta di centrosinistra. La città, accusa, ha sofferto «particolarmente e ingiustamente! per i vincoli imposti dal patto di stabilità, per fronteggiare il quale si è dato corso a «improvvide alienazioni di beni mobili e immobili».

A tenere banco è poi il tema della sicurezza. «E’ una delle nostre prime priorità – afferma Brugnaro – vogliamo una città in cui i cittadini si sentano sicuri nelle proprie case, nel proprio quartiere, lungo le vie e in tutti i luoghi pubblici. Purtroppo oggi non è così». Casson da parte sua annuncia di voler tenere per sé la delega alla sicurezza urbana. Non a caso proprio la sicurezza, insieme a legalità, trasparenza ed efficienza, è una delle quattro parole chiave della sua campagna: «ci troviamo all’anno zero – sentenzia – per Venezia». Temi su cui interviene anche Bellati: «su sicurezza e qualità del bilancio comunale la Lega Nord costituisce una sicurezza. Diffidate dalle imitazioni».