Brennerocom “espropria” la quota della provincia di Bolzano detenuta nell’azienda di telecomunicazione

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karl manfredi e ferdinand willeit 01
Willeit: «se le regole dello Stato valgono anchein Alto Adige, la Provincia è fuori». Kompatscher: “la rete in fibra ottica è un patrimonio pubblico»

 

karl manfredi e ferdinand willeit 01Cresce il livello di conflitto all’intero degli azionisti di Brennercom, l’azienda di comunicazioni nata a Bolzano che vede nella sua compagina azionaria il gruppo editoriale Athesia SpA (48,3%) che fa capo all’ex parlamentare Michl Ebner, la Provincia autonoma di Bolzano (42,354%), Selfin Srl (4,2%) e l’Autostrada del Brennero SpA (2,7%).

Nel recente passato, la provincia di Bolzano aveva alleggerito la propria quota di partecipazione all’interno di Brennercom ricavandone 12 milioni di euro ritenendola non strategica sulla base di una decisione presa nel 2010 dall’allora presidente Luis Durnwalder che parlava di uscire dalla società. I vertici di Brennercom, il presidente Ferdinad Willeit e il direttore Karl Manfredi, sono passati ai fatti, applicando i contenuti della legge n. 147 del 2013, che esclude gli enti territoriali da partecipazioni non istituzionali, proponendo la liquidazione della quota ancora detenuta dalla Provincia per un controvalore di 14,8 milioni di euro per le 19.483 azioni detenute, pari ad un controvalore di 764,27 euro per azione.
Il presidente Ferdinand Willeit ha ribadito che «se in Alto Adige valgono le leggi italiane, allora la Provincia è fuori». Brennercom – ha detto Willeit, sottolineando di avere più volte inutilmente chiesto un colloquio con il governatore Arno Kompatscher – «è pronta ad aprire un mutuo per comprare le quote della Provincia autonoma, stimate in 14,8 mln euro». Una certa disponibilità Willeit l’ha invece mostrata su un’eventuale vendita di parti della rete. Manfredi sottolinea come anche il Codice civile sai dalla parte dell’azienda, stabilendo le modalità di valutazione della quota posseduta dalla Provincia. La quale, secondo Brennercom, farebbe un buon affare: «a fronte di un investimento iniziale di 15 milioni di euro, la Provincia ne ricava 27, con una plusvalenza di 12 milioni. Un ottimo rendimento per un investimento pubblico» ha detto Willeit.
Da parte sua, passata la sorpresa iniziale per la decisione presa dai vertici di Brennercom, la Provincia ha deciso di rilanciare: nella sua seduta di Giunta, all’unanimità si è deciso di resistere, tutelando l’interesse pubblico. «Non possiamo accettare l’espropriazione di un bene pubblico da parte dei privati», ha sottolineato il presidente Arno Kompatscher. Al termine della seduta di Giunta il presidente Kompatscher ha chiarito che è nell’interesse della popolazione che l’infrastruttura della banda larga rimanga in mano pubblica. La banda larga è di interesse strategico e istituzionale tanto quanto la rete stradale pubblica. «E’ impensabile che una struttura così fondamentale per l’utente possa finire in mano privata», ha detto Kompatscher, ricordando che la Provincia a suo tempo aveva già approvato il piano di dismissione delle partecipazioni societarie non strategiche, «e tra queste non rientrava Brennercom».
La Giunta provinciale si è occupata in maniera approfondita della questione e ha concordato sul fatto di tutelare l’interesse pubblico con il massimo impegno e la massima decisione. A rappresentare gli interessi della Provincia in tutte le sedi saranno l’avvocato Marcello Clarich, professore di diritto amministrativo alla Luiss di Roma, e l’avvocatura della Provincia. Contestualmente la Giunta ha autorizzato il presidente della Provincia a siglare una sorta di patto di sindacato con gli altri soggetti pubblici azionisti di Brennercom (Selfin Srl, Autobrennero Spa e Asm Bressanone Spa) con l’impegno di muoversi in forma condivisa e univoca tanto nell’attività di sviluppo di Brennercom quanto nelle decisioni su eventuali acquisizioni o cessioni di azioni della società.