CESI: nei primi 7 mesi del 2015 fulmini in crescita nel NordEst

0
1081
National Geographic Photography fulmini
Attraverso SIRF (Sistema Italiano Rilevamento Fulmini) è stato possibile elaborare una fotografia dei dati nazionali e regionali relativi alla caduta dei fulmini, un fenomeno naturale che comporta seri danni all’ambiente e alle persone

 

National Geographic Photography fulminiLa rete SIRF-Sistema Italiano Rilevamento Fulmini, elaborata e di proprietà di CESI, che fa parte della rete pan-europea EUCLID, monitora ogni singolo fulmine, 24 ore su 24 tutto l’anno, ed è composta da 16 sensori situati sul territorio nazionale. Ogni sensore è collegato tramite internet al centro operativo presso la sede di CESI a Milano. Grazie all’estrema velocità di ritorno del dato e alla copertura omogenea della penisola, il monitoraggio dei fulmini è utilizzato per l’allerta di nowcasting (previsioni a poche ore) alle strutture sensibili e alla popolazione. 

È ormai, infatti, ampiamente provata la stretta correlazione tra la numerosità dei fulmini all’interno di un temporale o di un ciclone e l’intensità della precipitazione. Questo conferma che la mappatura dei fulmini è uno strumento affidabile in grado di segnalare i fenomeni intensi in formazione e in arrivo con qualche ora di anticipo, sufficienti a mettere in atto le procedure di emergenza già pianificate.

Nei primi 7 mesi del 2015 sono caduti sul territorio nazionale 408.831 fulmini, con un netto calo rispetto all’anno precedente. Il 2014, infatti, sarà ricordato come l’anno peggiore dal 2000, con quasi 3,2 milioni di fulmini caduti, molti dei quali ad altissima intensità. Dai dati rilevati da SIRF, luglio e agosto sono i mesi in cui, in questi anni, è caduto il maggior numero di fulmini sul nostro territorio. 

Negli ultimi 15 anni, la Regione più colpita è stata la Toscana (808.395 fulmini), seguita da Piemonte (706.665 fulmini) e Lazio (658.815 fulmini). Nonostante il calo generalizzato rispetto al 2014, da gennaio a luglio del 2015 in Piemonte (con oltre 96.000 fulmini rispetto ai 41.000 dello stesso periodo dell’anno precedente) è stato registrato un incremento pari a +134% e in Trentino Alto Adige pari a +163% con 24.697 fulmini, rispetto ai 9.365 dello stesso periodo del 2014. Questi dati rappresentano una testimonianza evidente delle conseguenze legate ai cambiamenti climatici. La Regione meno interessata dal fenomeno, in questi primi sette mesi, è il Molise in cui ne sono caduti poco più di 2.000.

A NordEst la situazione è molto varia. In Trentino Alto Adige, negli ultimi 15 anni (2000-2014), sono caduti 256.710 fulmini su una superficie di 13.608 km2. Il mese maggiormente interessato da questo fenomeno in media è luglio seguito da giugno e agosto. Nei primi sette mesi del 2015, sono stati registrati 24.697 fulmini, rispetto ai 9.365 dello stesso periodo del 2014 (+163%). Nel 2015 è stato registrato un picco nel mese di luglio con 15.443 fulmini.

In Veneto, negli ultimi 15 anni (2000-2014), sono caduti 611.970 fulmini su una superficie di 18.405 km2. Il mese maggiormente interessato da questo fenomeno in media è luglio seguito da agosto e giugno. Nei primi sette mesi del 2015, sono stati registrati 41.006 fulmini, rispetto ai 60.229 dello stesso periodo del 2014, (-31,9%). Nel 2015 è stato registrato un picco nel mese di giugno con 19.584 fulmini.

In Friuli Venezia Giulia, negli ultimi 15 anni (2000-2014), sono caduti 362.370 fulmini su una superficie di 7.864 km2. Il mese maggiormente interessato da questo fenomeno in media è luglio seguito da agosto e giugno. Nei primi sette mesi del 2015, sono stati registrati 25.536 fulmini, rispetto ai 19.992 dello stesso periodo del 2014, (+27,7%). Nel 2015 è stato registrato un picco nel mese di giugno con 13.097 fulmini.

In Emilia Romagna, negli ultimi 15 anni (2000-2014), sono caduti 429.060 fulmini su una superficie di 22.451 km2. Il mese maggiormente interessato da questo fenomeno in media è luglio seguito da agosto e giugno. Nei primi sette mesi del 2015, sono stati registrati 17.994 fulmini, rispetto ai 28.371 dello stesso periodo del 2014 (-57,6%). Nel 2015 è stato registrato un picco nel mese di giugno con 9.867 fulmini.

Domenico Andreis CESI«Il SIRF rappresenta – ha detto Domenico Andreis, direttore divisione ingegneria ed ambiente di Ismes, CESI – uno strumento di elevata tecnologia, tutta italiana, che permette di monitorare il nostro territorio e avere a disposizione ogni ora una mappa dei punti di impatto dei fulmini (http://www.fulmini.it/public/info/mappa-fulmini.asp). Registrare con un certo anticipo lo scatenarsi di un temporale e individuarne l’intensità grazie al sistema di rilevamento ideato e ideato da CESI consente di gestire eventuali danni ad apparati e costruzioni e soprattutto salvaguardare le persone da incidenti causati dai fulmini». «Collaboriamo attualmente con la maggior parte delle analoghe reti di rilevamento presenti in Europa – continua Andreis -: quasi tutti i Paesi del nostro continente, infatti, sono dotati di una rete di sensori equivalenti a quelli di SIRF e i dati registrati sono facilmente integrabili. Questa rete rileva al meglio le cosiddette “bombe d’acqua” su buona parte del territorio europeo e traccia un quadro complessivo della caduta dei fulmini».

Fondata nel 1956 come centro nazionale di eccellenza per lo sviluppo delle tecnologie elettriche, CESI opera oggi in circa 40 paesi nel mondo, con una rete di circa 1.000 professionisti e ricavi pari a circa 120 milioni di euro annui. CESI è una società indipendente partecipata da Enel, Terna, Prysmian, ABB e Ansaldo T&D. Attraverso gli uffici di Milano, Seriate, Piacenza, Berlino, Mannheim, Rio de Janeiro e Dubai, CESI fornisce servizi di prova e certificazione delle tecnologie elettromeccaniche oltreché servizi d’ingegneria e consulenza per la realizzazione e l’esercizio delle grandi infrastrutture elettriche per le utilities, gli operatori della rete di trasmissione, imprese di generazione, enti regolatori, governi e istituzioni finanziarie.