Il ministro Franceschini in visita ai beni culturali di Trieste

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Fvg castello miramare Dario Franceschini Luca Caburlotto Sovrintendente FVG Roberto Cosolini Sindaco Trieste Debora Serracchiani
“Art bonus”: «non ci sono grandi imprese italiane che bussano alla mia porta ogni giorno chiedendo di mettere milioni»

 

Fvg castello miramare Dario Franceschini Luca Caburlotto Sovrintendente FVG Roberto Cosolini Sindaco Trieste Debora Serracchiani «Un’occasione importante per fare il punto sui progetti della Regione che riguardano i grandi “attrattori culturali” del Friuli Venezia Giulia e per riconfermare la piena collaborazione istituzionale con il ministero»  ha detto la presidente della Regione, Debora Serracchiani, al termine dell’incontro che si è svolto a Trieste, nel Palazzo della Regione di piazza Unità, con il ministro dei Beni e della Attività culturali Dario Franceschini.

Assieme alla presidente, che era affiancata dall’assessore regionale alla cultura Gianni Torrenti, hanno partecipato all’incontro il prefetto di Trieste e commissario di Governo Francesca Adelaide Garufi, il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, la presidente della provincia giuliana Maria Teresa Bassa Poropat e il deputato triestino Ettore Rosato.

«La riforma a cui sta lavorando il ministro Franceschini – ha detto Serracchiani – già fornisce una risposta a molte delle richieste, se vogliamo alle inquietudini di chi come noi, qui in Friuli Venezia Giulia, dispone di poli museali che debbono essere meglio valorizzati. È chiaro però che come Regione autonoma, utilizzando lo Statuto speciale e le norme di attuazione, puntiamo ad arrivare con il ministero a delle forme di collaborazione, come del resto sta già avvenendo nel caso di Aquileia. Non escludiamo neppure che in alcuni casi, come è accaduto nel passato per esempio per il Castello di Udine, si possa anche arrivare anche a decisioni di natura diversa».

Il ministro è stato accompagnato in visita al Porto Vecchio e successivamente, al Castello di Miramare. E di questo si è parlato anche nell’incontro. «La visita al Porto Vecchio – ha detto Serracchiani al termine – ha permesso di verificare le potenzialità di sviluppo dell’area, che non riguardano solo Trieste e il Friuli Venezia Giulia, ma l’intero bacino del Mediterraneo».

Lo stesso Franceschini ha sottolineato la valenza nazionale del recupero e della valorizzazione di Porto Vecchio, per le sue potenzialità di attrazione nei confronti di un’ampia parte dell’Europa continentale, tanto che il ministero punta a concentrare su questo progetto risorse del Fondo Sviluppo e Coesione dell’Unione europea. Franceschini ha anche confermato la disponibilità ad arrivare a un «accordo di valorizzazione» con la Regione e con il comune di Trieste per il polo di Miramare (parco e castello). Franceschini ha poi fatto una visita anche al Teatro Verdi. Accolto dal sovrintendente Stefano Pace, al ministro, assieme alla Serracchiani e al sindaco Cosolini, è stata illustrata l’ampia attività musicale in programma, «da portare sempre più anche sul territorio». «La visita del ministro Franceschini è tanto più significativa visto il prezioso supporto dato dal ministero della Cultura al percorso di risanamento del “Verdi”. Sarà una stagione di grande impegno per il teatro: puntiamo a chiudere l’anno con un incremento dell’attività pari al 25% rispetto al 2014: con oltre cento alzate di sipario, Trieste torna ad essere tra i palcoscenici più attivi d’Italia», ha osservato Pace. 

Franceschini ha anche commentato con i giornalisti al seguito gli effetti della norma “Art bonus”: «non ci sono grandi imprese italiane che bussano alla mia porta ogni giorno chiedendo di mettere milioni» ha detto rispondendo a una domanda sull’ingresso dei privati nella gestione del patrimonio culturale italiano. Intervenendo nel corso di una conferenza stampa nella sede della Regione, Franceschini ha precisato: «non è la medicina che guarisce tutti i mali» e questo nonostante sia previsto oggi «l’incentivo fiscale più forte d’Europa, il 65% di credito d’imposta, che vale per un euro come per dieci milioni di euro». Uno strumento che «sta funzionando molto bene con i comuni e con le piccole fondazioni».