Agroalimentare, in crescita il biologico in Italia e all’estero

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BiocestaValdiGresta bambino ortaggi
Al “Sana” di Bologna Nomisma presenta i dati dell’ultima ricerca sul settore

 

BiocestaValdiGresta bambino ortaggiNel 2014 le vendite di prodotti agroalimentari “bio” all’estero sono state pari a 1,4 miliardi di euro (+12,7%). Dal 2008 la crescita è stata del 337%. Lo dice l’Osservatorio Sana, il salone del biologico che si apre sabato prossimo a Bologna Fiere, curato da Nomisma. La propensione all’export delle aziende “bio” è forte: il 24% del fatturato raggiunge i mercati internazionali, a fronte di un 18% medio delle aziende agroalimentari italiane. L’80% delle 150 imprese studiate fa vendite all’estero.

Delle 3.876 imprese biologiche dell’Emilia-Romagna, ben 867 sono di trasformazione. Un dato che fa schizzare la regione al quinto posto per numero di aziende “bio”, al primo nella classifica che guarda solo alle imprese di trasformazione. A spiegarlo, alla presentazione del Sana, è stato l’assessore regionale all’agricoltura, Simona Caselli che ha sottolineato che si tratta di un settore, quello della trasformazione, cui la Regione guarda con interesse e su cui si vuol investire dato che «se ci sono imprese di trasformazione si favorisce la creazione di una filiera». Parlando degli investimenti che l’Emilia-Romagna ha fatto nel settore, Caselli ha sottolineato che «ci piacerebbe arrivare a raddoppiare la superficie dedicata al biologico, e che si avvicinasse al 20%».

Secondo il presidente nazionale della Confederazione italiana agricoltori, Dino Scanavino, il “bio” è un comparto in crescita costante che oggi, con oltre 55.000 operatori che investono l’11% della superficie agricola nazionale (1,4 milioni di ettari), colloca l’Italia tra i principali leader internazionali del metodo biologico. Accanto alla crescita produttiva c’è anche quella “a tavola”, con le vendite di prodotti “bio” che aumentano ormai ininterrottamente dal 2006, dimostrando un andamento del tutto anticiclico. Se nell’ultimo anno i consumi alimentari italiani si sono ridotti dello 0,2%, l’apprezzamento delle famiglie per i cibi biologici non si è arrestato, tanto che il valore della spesa “bio” è cresciuto dell’11%.

andrea olivero vice ministro agricolturaIl biologico in Italia è un settore che ha registrato nel 2014 non solo una crescita del 5,4% di superfici coltivabili, ma anche degli operatori certificati e consumi. Un andamento, secondo il viceministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Andrea Olivero, «che si registra anche in Ue, ma da noi mantiene livelli qualitativi vigilati: è una crescita vera. Quella “bio” è la punta di diamante della nostra agricoltura». Per Olivero il “bio” non è «un settore di nicchia, ma un’avanguardia», capace di indicare quale sarà il futuro sviluppo del settore. «L’Expo di Milano ci dice con forza che i modelli di agricoltura che hanno dominato fino ad ora non hanno saputo “sfamare” il mondo. Noi ad Expo presentiamo un nuovo modello sostenibile, di cui il biologico è parte». Non si tratta quindi, per il viceministro, di un modello «dei bei tempi andati ma fortemente interessato al futuro», che fa della scienza uno strumento «per garantire la sostenibilità del futuro».

Olivero si è soffermato anche sul tema dell’abrogazione dell’Imu agricola: «stiamo lavorando in questa direzione, il presidente del Consiglio si è espresso in questi termini in diverse occasioni. E contiamo che possa essere fatto già da quest’anno. Sarebbe importante, perché credo che il settore agricolo che molto dà al paese in questo momento debba essere ulteriormente aiutato e sostenuto». E sull’ipotesi di incentivi in legge di stabilità per gli imprenditori che investono sul biologico, Olivero ha spiegato che «non è necessario un investimento ad hoc, perché abbiamo fondi e finanziamenti che sono piuttosto cospicui all’interno dei Psr della nuova progettazione europea. Abbiamo collocato, lo hanno fatto le Regioni con grande convinzione, più risorse di quanto non sia mai stato fatto nel nostro paese: un miliardo e mezzo per il biologico per i prossimi anni, per lo sviluppo di un settore che consideriamo strategico».