Vino, nel 2015 Italia batte Francia diventando il primo produttore mondiale

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E’ “Made in Italy” una bottiglia su quattro prodotte in Europa 

 

 

vino tenuta san leonardo tn bottiglia bicchiereL’Italia sorpassa la Francia e diventa il primo produttore mondiale di vino con un quantitativo di produzione stimato a 48,9 milioni di ettolitri. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti sulla base dei dati della Commissione Europea che attesta un calo dell’uno per cento dei raccolti in Francia dove la produzione si dovrebbe fermare a 46,6 milioni di ettolitri mentre al terzo posto si trova la Spagna con 36,6 milioni di ettolitri in calo del 5%.

Il terzetto di testa stacca di gran lunga tutti gli altri, con Germania (8,788 milioni) e Portogallo (6,703 milioni) rispettivamente al quarto e quinto posto, su un totale di produzione a livello Ue di 163,800 milioni di ettolitri.

Italia e Francia si contendono regolarmente il primo posto. Nell’eterno derby tra i due Paesi a fare la differenza, ogni anno, sono soprattutto le condizioni climatiche. Lo scorso anno, ad esempio, il meteo particolarmente sfavorevole aveva fatto crollare i rendimenti italiani, mentre la Francia se ne era uscita benone, riconquistando l’ambito podio. Quest’anno, si verifica esattamente l’opposto. La produzione di uve nel Belpaese è schizzata del 13% superando così le produzioni transalpine, crollate dell’1%, a causa di una meteo particolarmente secca. Anche se la Francia resta, e di gran lunga, il numero uno mondiale in termini di valorizzazione dei propri vini.

Il primato italiano – sottolinea la Coldiretti – è stato sostenuto da condizioni climatiche favorevoli che hanno garantito un’ottima maturazione delle uve tanto che in diversi territori si parla di annata storica per quantità e qualità. In Francia particolarmente rilevante è risultato il calo in alcune zone come Beaujolais (-25%) e la Bourgogne (-11%) a causa del caldo eccessivo. In Italia – continua Coldiretti – si produce oltre un quarto (28%) del vino europeo che quest’anno dovrebbe raggiungere 163,8 milioni di ettolitri, in leggero aumento rispetto allo scorso anno. 

La vendemmia quest’anno – precisa Coldiretti – è stata la seconda più precoce dal dopoguerra, seconda solo a quella del 2003, l’anno di una storica siccità, quando iniziò il 2 agosto. Se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione “Made in Italy” sarà destinata per oltre il 45% ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), quasi il 30% ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante a vini da tavola. 

L’andamento della vendemmia è particolarmente positivo per sostenere le esportazioni che fanno segnare un risultato record con un incremento del 6% in valore, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Istat relative ai primi 5 mesi del 2015. In Italia – conclude Coldiretti – il vino genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che dà occupazione a 1,25 milioni di persone. 

Soddisfatto del risultato il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina: «l’Italia si conferma la patria del vino, tornando ad essere leader anche nella produzione. Abbiamo una ricchezza straordinaria con oltre 500 vitigni coltivati e vogliamo valorizzare ancora di più il grande lavoro fatto dalle nostre aziende in questi anni. Per questo a Expo abbiamo dedicato al vino italiano un padiglione che ha mostrato a più di un milione e mezzo di visitatori la forza, la storia e il futuro di questo settore. Siamo pronti a sostenere con ancora più determinazione l’export che ormai supera stabilmente i 5 miliardi di euro all’anno». 

Paolo De Castro, coordinatore per il gruppo dei socialisti e democratici della Commissione agricoltura del Parlamento europeo, definisce il primato mondiale italiano per il 2015 nella produzione di vino come «un risultato eccezionale che premia il lavoro dei nostri produttori e contribuisce ad accrescere il successo internazionale del vino italiano. Si tratta di un successo che deve essere portato a valore, perché se è vero che il settore vitivinicolo guida il nostro export agroalimentare, sul piano della commercializzazione estera e su quello più generale della valorizzazione c’è ancora molto da fare». Basti pensare, sottolinea De Castro, «che proprio i vini francesi hanno un prezzo medio all’esportazione che è circa il doppio di quelli italiani». Nella riforma della politica agricola comune (Pac) «il Parlamento europeo ha profondamente innovato il tema della promozione per il settore, mettendo a disposizione importanti risorse (circa 500 milioni di euro all’anno, per l’Italia circa 100 milioni di euro) da investire sia sui mercati terzi che all’interno dell’Ue» ricorda l’eurodeputato del Pd, secondo cui questo sostegno forte da parte dell’Europa «deve però stimolare nuovi percorsi di crescita nazionali affinché l’eccellenza dei nostri vini possa raggiungere traguardi sempre più ambiziosi».