Il centro destra risorge a Bologna

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Successo per la manifestazione congiunta in Piazza Maggiore organizzata dalla Lega Nord con la partecipazione di Fratelli d’Italia e Forza Italia

 

salvini berlusconi meloni bolognaIndiscutibile successo per la manifestazione ideata dalla Lega Nord in Piazza Maggiore a Bologna cui hanno partecipato con i massimi vertici di partito Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Prima dei politici, in una piazza gremita hanno parlato rappresentati della società, imprenditori, professionisti, commercianti, artigiani e il segretario nazionale del Sap, il sindacato di Polizia, Gianni Tonelli, che ha pronunciato un discorso molto duro nei confronti del Governo Renzi, reo di pensare più ad immigrati e criminali che alla sicurezza dei cittadini e alle condizioi di lavoro delle forze dell’ordine.

Prima della manifestazione, Salvini aveva detto che «oggi si decide che se si va insieme, Renzi va a casa il prima possibile, quindi chi fa il leader è l’ultimo delle mie preoccupazioni. Renzi non perde occasione per insultare ma sarebbe pagato per fare il presidente del Consiglio, e noi lo marcheremo a uomo con le nostre proposte, dopo di che non basteranno i tweet e gli insulti: o farà delle cose o andrà a casa».

Ad aprire la fase dei discorsi dei leader è stata la segretaria di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni con un intervento molto appassionato e deciso. Meloni ha deriso Renzi e Alfano paragonandoli a «Stanlio e Ollio». Meloni riferendosi a Renzi e al governo ha detto che «Renzi non sa neanche leggere la bussola: nella legge di stabilità non c’è nessun taglio agli sprechi, né taglio tasse. Stanno lì a vantarsi di togliere norme ridicole introdotte da loro, mettono Marino a fare il sindaco poi lo sfiduciano e vogliono essere ringraziati: siate coerenti e dimettetevi, adesso andate a casa». 

Subito dopo è toccato intervenire al leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, al suo primo grande comizio dopo una pausa forzata di tre anni impostagli dalle note vicende giudiziarie: «con questa ritrovata unità – ha detto Berlusconi – vinceremo le prossime elezioni. Con Matteo, con Giorgia e con Silvio non ce ne sarà più per nessuno». Insieme, Fi, Lega e Fdi, potranno «superare il 40%». Questa, evidenzia Berlusconi «è una giornata fondamentale per il futuro di tutti noi e dell’Italia».

Indiscusso protagonista della manifestazione è stato il leader leghista, che ha inanellato un duro botta e risposta con il ministro dell’Interno Angelino Alfano. Salvini dal palco va all’attacco di Alfano: «con noi un personaggio inutile e incapace come Angelino Alfano non ci sarà mai: occupati dei poliziotti, cretino che non sei altro, e lascia perdere la politica che non fa per te». Salvini ha rivolto un saluto e un ringraziamento ai membri delle «Forze dell’ordine feriti dai centri sociali che sgombereremo col sorriso uno per uno. Dopo i campi rom, i centri sociali». La replica di Alfano è arrivata a stretto giro: Salvini «non è un piccolo uomo o un ominicchio, ma un quaquaraquà incolto e ignorante cui nessun paese al mondo affiderebbe neanche la delega alle zanzare». Il ministro va anche all’attacco di Berlusconi il quale non aveva avuto parole proprio tenere nei confronti del suo ex delfino: «andare a 80 anni a farsi fischiare da questa gente è una cosa molto triste. Salvini è diventato il suo diretto superiore». Berlusconi «ha fatto malissimo ad andare lì» alla manifestazione di Bologna. 

La manifestazione di Bologna, ha sottolineato Salvini, «non è un ritorno al passato, al ’94, alle vecchie formule, alle marmellate: qua comincia qualcosa di nuovo che è guidato dalla Lega, ma che è aperto a tutti gli italiani che oggi sono lontani dalla politica». «La leadership – ha aggiunto Salvini – la scelgono i cittadini, non un palco, un microfono o una piazza. Oggi siamo qui per dire che insieme si vince se qualcuno è in cerca di poltrone questa è la piazza sbagliata».

Il leader del Carroccio, arringa i suoi fan («E’ uno spettacolo vedervi da qua, alla faccia del sindaco Merola, e dei centri sociali»): «sogno un’Italia aperta, ma con delle regole, chi sbaglia paga. Un’Italia dove i bambini sono adottati solo se ci sono una mamma e un papà. E dove votano i ragazzi di 16 e 17 anni». 

Durissimo anche con Renzi: «un incapace che divide la società tra uomini e bestie. Io la divido tra produttori e parassiti, e lui è un degno rappresentante dei parassiti che campa alle spalle del prossimo: lui, Alfano, Boldrini. Lasciamoli a Renzi i Buzzi e Carminati». Salvini non risparmia critiche anche al leader 5Stelle: «ho l’impressione che a Grillo non interessi governare, lui dice solo no, no, no. Noi diciamo no, ma poi proponiamo i sì».

Quindi, dopo aver citato Valentino Rossi, ecco la sua proposta politica: «la prima legge che farò quando sarò al governo – annuncia – sarà quella dell’asilo gratis come in Francia per tutti fino a due anni, in nome del federalismo, delle comunità locali, del territorio». Salvini cita prima Salvemini («Non era un leghista brutto e cattivo, diceva: “lasciate alle regioni e ai comuni tutti i loro denari”»). E poi Einaudi, che ammoniva: “Via i prefetti, dove ci sono i prefetti non c’è democrazia”.

Il raduno organizzato in piazza Maggiore a Bologna s’è concluso con l’urlo di Salvini: «da questi centomila parte la rivoluzione delle persone per bene».

La giornata bolognese è stata rovente sotto il profilo dell’ordine pubblico per le quattro contromanifestazioni che si svolgevano in contemporanea. La città si è svegliata blindata e con la notizia di un rogo doloso appiccato ai cavi della trasmissione dati per la gestione del traffico ferroviario. Un danno, non il primo del genere su questa linea, su cui indagano Polfer e Digos – (accompagnato dalla scritta “8-11, sabotare un mondo di razzisti e di frontiere”) che, dalle 4 del mattino, ha causato forti rallentamenti alla circolazione ferroviaria. E ha fatto commentare al procuratore aggiunto di Bologna, Valter Giovannini: «sono delinquenti che si accaniscono contro la gente comune». 

Solo il prologo di una giornata intensa sul fronte dell’ordine pubblico, con centinaia di manifestanti in giro per la città, e chiusa con un funzionario di Polizia ferito al torace, alcuni Carabinieri contusi e due giovani arrestati. Bilancio di mobilitazioni iniziate intorno alle 10, con il concentramento nel piazzale della Stazione Centrale di simpatizzanti di Rifondazione Comunista raccolti sotto le bandiere rosse; dei collettivi Hobo, Tpo e Labas, riuniti poco distanti in Piazza XX Settembre e dei centri sociali sul ponte di Via Stalingrado sotto l’egida di Crash, Cua, Xm24 e Social Log.

Tra bombe carta, tafferugli, cariche e lancio di lacrimogeni i manifestanti “democratici” dell’estrema sinistra sono stati trattenuti dalle forze dell’ordine che hanno svolto un servizio ottimale per garantire il diritto costituzionale di libertà di pensiero e di parole anche a chi è colpevole di non avere portato il proprio cervello all’ammasso antagonista e no global.