Recital pianistico del finlandese Iiro Rantala alla Fazioli Concert Hall

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il volo del jazz 2015 iiro rantala
L’iniziativa nell’ambito della rassegna “Il volo del Jazz”. Il musicista: «i pianoforti Fazioli sono i migliori del mondo»

 

Di Giovanni Greto

il volo del jazz 2015 iiro rantalaL’ingegnere e pianista Paolo Fazioli, deus ex machina della Fazioli Concert Hall di Sacile (PN) e della Fazioli Pianoforti Spa fondata nel 1981, non credeva alle proprie orecchie allorché il circolo Controtempo di Gorizia gli aveva chiesto ospitalità per un concerto del pianista finlandese Iiro Rantala all’interno della rassegna “Il volo del Jazz”, la cui maggioranza di appuntamenti ha avuto luogo al teatro Zancanaro.

Questo perché Rantala è un estimatore dei pianoforti Fazioli («è il miglior pianoforte del mondo» affermerà verso la fine della serata) e proprio di recente aveva preso contatti con la ditta per una possibile collaborazione. 

Lo scorso 10 dicembre, avvolta nella calda atmosfera di una sala concerto con la “A” maiuscola, Rantala ha deliziato una platea molto attenta, immersa in un’acustica perfetta. Chi scrive non aveva mai ascoltato prima di allora il suono di un piano acustico in maniera così limpida, calda, naturale, genuina, come quando capita di assaporare un alimento il cui livello di bontà si discosta nettamente da tutto ciò che si è mangiato in precedenza. 

Rantala è un musicista che ha studiato dapprima la musica Jazz (alla Sibelius Academy di Helsinki) e poi la Classica (alla Manhattan School of Music di New York). Ascoltandolo, emergono in primo piano la tecnica e il tocco classico, però nel corso dello sviluppo di ogni brano affiora la forza improvvisativa. Del Jazz, ma non solo, perché, come l’artista stesso ha affermato dialogando con il pubblico, Johann Sebastian Bach (1685-1750) è stato “il primo musicista di Jazz”, un autore molto amato e studiato anche da altri jazzisti (Uri Caine, solo per fare un nome). Il concerto inizia proprio dalla “Messa in Si minore” di Bach. 

Rantala crea una composizione monumentale, classica ma non solamente, ad alto volume, provocato non tanto da un uso massiccio del pedale, quanto da una robusta percussione dei tasti. Prima di proseguire, il pianista spiega al pubblico che alzerà alternativamente le braccia durante le diverse esecuzioni, per far capire quando sta esponendo un tema o una linea melodica già esistente, rispetto a quando il suo fraseggio passerà all’improvvisazione, vale a dire la creazione del momento. Dal suo album di debutto, sia per la ACT che al pianoforte solo (“Lost Heroes” (eroi perduti, che non ci sono più), Rantala rende omaggio ad Erroll Garner con “Thinking of Misty”. Ritorna all’amato Bach, interpretando da par suo l’Aria dalle “Variazioni Goldberg”, la prima variazione eseguita ad una velocità pazzesca, quasi una sfida al virtuosismo pirotecnico di Glenn Gould ed una improvvisazione che si placa sfociando in una morbida citazione di “All the things you are”. C’è anche un accenno al Rag-time per un pianista eclettico, il quale, partendo dal Barocco arriva fino allo Smooth Jazz. Ed ecco “Liza” di George Gershwin. Ma il brano forse più interessante è “Freedom”, tratto da “Anyone with a heart”. Iiro stoppa la parte centrale dello strumento con degli asciugamani, ottenendo un suono sordinato, vicino a quello di un cordofono, che ben si accoppia con la parte acuta della tastiera rimasta intoccata. Il titolo trae ispirazione dall’omonimo romanzo (2010) dello scrittore americano Jonathan Franzen (1959). 

Non poteva mancare la musica dei Beatles, in particolare di John Lennon, dato che il pianista sta lanciando il suo ultimo lavoro solistico per la ACT, “My working class hero”. E allora via, una dietro l’altra, “Woman”, dedicata dall’ex Beatle all’adorata Yoko Ono e, vista l’imminenza del Natale, “Happy Xmas, War is over”. Prima di eseguirla, Rantala, nella sua maniera affabile di raccontare, ironizza sulle motivazioni che avrebbero indotto John a ritornare da Yoko (la loro storia d’amore non era certo idilliaca). A proposito di “Happy Xmas”, Rantala ha poi detto: «mi sento cattivo ogni volta che arriva Natale, perché mi rendo conto di non far niente per la pace nel mondo, e ho voluto comunicare il mio pessimismo pigiando con forza sulla parte bassa della tastiera». 

Ma il brano più commovente in scaletta è stato senza dubbio “Tears for Esbjorn”. Contenuto anche questo in “Lost Heroes”, è un ricordo dell’amico pianista svedese Esbjorn Svensson, morto prematuramente in uno sfortunato incidente. Una delicata elegia, davvero toccante, a dimostrazione sia del dolore provocatogli, sia del fatto che la sua musica è ancora viva. Il rapporto con il pubblico si fa sempre più confidenziale, Rantala sembra un amico invitato a pranzo che cerca di sdebitarsi suonando. 

Come tutte le favole belle, pur prevedendo un “happy end”, giunge il momento del commiato. Iiro lo fa scegliendo di interpretare l’ultimo brano contenuto in “My working class hero”, “All you need is love”. E, come succede spesso nei concerti, invita la platea a cantare sia il ritornello che il triplo “Love” che accompagna la strofa recitata. Applausi s’inseguono nella Fazioli Concert Hall e inducono l’artista a concedere un bis “italiano”: l’Intermezzo dalla “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni, dedicato, in “Lost Heroes” a Luciano Pavarotti. Rantala dà allora appuntamento, per chi lo desidera, all’ingresso dove, seduto al botteghino, firmerà i CD e gli LP (c’è anche una versione in doppio vinile di “My working class hero” ed un album singolo per “Lost Heroes”). Ne venderà tantissimi, a dimostrazione della simpatia contagiosa che emana, oltre a sottolineare come gli europei del nord non siano così freddi secondo la opinione di un fallace luogo comune.