Fieragricola 2015: inaugurata a Verona la 112a edizione

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Martina: «l’anno scorso abbiamo fatto il record di esportazioni alimentari». Zaia: «Veneto orgoglioso del suo mondo agricolo»

 

fieragricola 2016 logoUna produzione lorda vendibile nel 2015 di 135 miliardi di euro dei quali 33 frutto dell’export sembrerebbero, per l’agroalimentare italiano, cifre da colosso che ha rimesso in moto i motori, ma solo in parte è così. Perché l’Italia è sesta nella ripresa del settore primario europeo, incapace, per bocca dei massimi responsabili italiani di comparto presenti all’apertura della 112a Fieragricola di Verona, di trovare uno spirito di riorganizzazione in grado di distribuire coerentemente quel meglio del meglio che solo il “Made in Italy” può garantire. 

La fiera è stata inaugurata dal ministro dello Sviluppo agricolo Maurizio Martina assieme al governatore del Veneto, Luca Zaia. «Expo Milano è stato tempo di semina per noi – ha sottolineato Martina – ora il tema è come utilizzare questo lavoro per riorganizzarci nello scenario globale che a sua volta non sta fermo ad aspettarci». Per il rappresentante di governo, appoggiato dal componente della Commissione agricoltura Ue Paolo De Castro («non esiste un “Made in Germany” o “Made in France”. Esistiamo solo noi con la nostra qualità») si deve ora lavorare «sulla peculiarità del modello italiano». Alla platea scaligera, Martina ha ricordato quanto la legge di Stabilità stia incidendo «sulla protezione della filiera esposta a scenari difficili», sul rinnovo del parco macchine e sugli investimenti nella ricerca agricola oltre che sull’ordinaria amministrazione delle cose, dalla difesa del reddito alle semplificazioni burocratiche. 

Aprendo la rassegna punto di riferimento di 1,4 milioni di aziende agricole italiane, 800.000 delle quali professionali e 200.000 zootecniche, Martina ha indicato la necessità di un forte impegno complessivo per riuscire nella riorganizzazione attraverso innovazione e sostenibilità «che rappresentano le due parole chiave per il nostro asse di lavoro». Secondo il ministro, l’agricoltura «vive un clima nuovo. Lo respiriamo anche noi assieme alle associazioni: questa è una opportunità da non perdere; tutte le volte che i fronti si uniscono portiamo a casa il risultato. Nasce da qui un nuovo patto per la svolta ancora più sicura se rafforzeremo – ha proseguito il ministro – le capacità di cambi generazionali perché la modifica anagrafica fa la differenza anche rispetto all’innovazione e alla sostenibilità. E’ il paradigma del salto di qualità perché i giovani imprenditori garantiscono elevati margini organizzativi». 

«E’ un settore che respira un nuovo ottimismo – ha detto il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese – e lo conferma un’indagine su mille aziende secondo la quale gli operatori prevedono una crescita del loro fatturato del 25% rispetto al 2015 e una volontà ad investire nel prossimo triennio fino a 600.000 euro. Sono molti – ha continuato – i pilastri che caratterizzeranno la manifestazione: meccanica, zootecnia, energie rinnovabili in agricoltura, vigneto e frutteto, agrofarmaci, fertilizzanti e sementi, gestione del verde e attività forestale, servizi. Una visione a 360 gradi del settore, un hub dove il business si coniuga con una visione strategica per rilanciare un settore dalle grandi potenzialità» ha concluso Danese. 

Sulle potenzialità di sviluppo del settore agricolo in altri continenti, in particolare oltreoceano, ha puntato l’attenzione anche Martina, che parlando del trattato di libero scambio transatlantico TTIP ha evidenziato «l’opportunità da giocarci nelle relazioni con un mercato straordinario come quello americano, i numeri lo dicono e lo dice in particolare l’esperienza dell’export agroalimentare di qualità negli Usa, basta vedere i numeri impressionanti in giro per il mondo. Abbiamo fatto il record dell’export lo scorso anno – ha concluso Martina – con più di 36 miliardi di euro. Sono tutti elementi che ci dicono che c’è una forza che veramente ha un valore enorme per noi ed è molto importante che questa forza venga messa al servizio in particolare di chi vive di agricoltura tutti i giorni». 

«Aggregazione di filiera, sostenibilità e innovazione alla base del modello vincente dell’agroalimentare italiano – afferma Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, dalla Fiera di Verona -. Un appuntamento sempre più internazionale che va oltre la semplice produzione primaria, mettendo al centro eccellenze italiane, dalla meccanizzazione agricola alla zootecnia a quella tecnologia e know-how che hanno consacrato il nostro Paese modello di riferimento mondiale per la sostenibilità in agricoltura. Dopo anni in cui l’agricoltura è stata raccontata in maniera folcloristica e naif come la “cenerentola” economica – prosegue Scordamaglia – oggi finalmente il nostro Paese mette concretamente al centro il settore agroalimentare, puntando in maniera strategica e moderna alla sua affermazione, sia come strumento di rilancio dell’occupazione giovanile del Paese sia come leva di crescita sui mercati internazionali. Stiamo portando con successo il nostro modello, fatto insieme di “Made in Italy” e di “Made with Italy”, in giro per il mondo – conclude Scordamaglia – in Africa, grande protagonista di questa fiera, e presto in Argentina, con il nostro presidente del Consiglio, in Iran, Russia e Kazakistan con il ministro Martina».

«Qui c’è il mondo perché il Veneto è il mondo dal punto di vista agricolo con 6 miliardi di fatturato dalle 65.000 aziende agricole e soprattutto con i suoi circa 350 prodotti tipici – ha osservato il presidente del Veneto Luca Zaia -. Il comparto in Veneto sta bene rispetto ad alcuni valori è cresciuto del 23% come occupazione e cresce del 12% in esportazione». Tracciabilità, etichettatura, difesa dell’identità fino in fondo rappresentano per il presidente veneto i passi fondamentali che deve compiere il settore. «Servono – ha concluso – a difendere l’identità fino in fondo perché difendere l’identità agricola significa poi difendere non solo la storia dell’agricoltura ma la salute dei cittadini».

«Nemmeno tanto tempo fa – ha aggiunto Zaia – l’agricoltura veniva data per morta da molti e oggi è un faro del cammino per uscire dalla crisi. Dobbiamo proseguire senza tentennamenti la battaglia per l’identità agricola, perché l’identità significa qualità e la qualità si tramuta in cibi sani sulle tavole e in salute per i consumatori. Il Veneto – ha proseguito – è orgoglioso dei suoi imprenditori agricoli, delle loro 65.000 imprese, dell’occupazione salita del 23% per quanto riguarda i lavoratori dipendenti nell’ultimo anno e dell’export che ha fatto segnare un vistoso più 13%. Segnali inequivocabili, che ci spingono a difendere con le unghie e con i denti la nostra agricoltura certificata, con i suoi 350 prodotti tipici e con i suoi 5,7 miliardi di euro di produzione lorda agricola».luca zaia inaugurazone fieragricola 2016