Trentino, dopo 8 anni di cali, cresce il numero di imprese registrate alla Camera di commercio

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Bort: «crescita ancora insufficiente e consistente il numero dei fallimenti»

 

azienda managerLa Camera di commercio di Trento ha elaborato i dati circa l’attività delle imprese aggiornato al 31 dicembre 2015 che delineano la struttura del sistema imprenditoriale in provincia e la sua evoluzione dal 2005 alla fine dello scorso anno. Il lavoro si basa sulle informazioni del Registro delle imprese, una vera e propria anagrafe delle attività imprenditoriali, presente presso tutti gli Enti camerali, che in tutta Italia censisce oltre 6.580.000 imprese e che permette l’elaborazione di indicatori di sviluppo economico.

La crisi economica che dal 2008-2009 ha interessato, seppur con modalità e impatti diversi, anche la nostra provincia ha causato fino al 2014 una riduzione consistente del numero di imprese registrate e attive presso il Registro imprese della Camera di commercio di Trento. Se nel 2006 è stato toccato il valore massimo con 53.868 unità, a fine 2014 si rilevava un calo di quasi 2.800 imprese. Questo andamento negativo ha però subìto un’inversione di tendenza nel corso del 2015 facendo registrare un saldo positivo pari a 423 unità rispetto all’anno precedente per un totale di 51.529. Anche le imprese attive, seppur non con le stesse percentuali di crescita, hanno segnato un aumento rispetto al dato di fine 2014: 46.911 con un incremento di 108 unità.

Nonostante sia prematuro parlare di una tendenza consolidata, è evidente che, almeno per il 2015, si è interrotto quel processo durante il quale, per otto anni consecutivi, a causa della crisi economica, era stato eroso circa il 5% delle imprese presenti sul territorio provinciale. 

Nella prima parte della crisi il settore più colpito è stato il manifatturiero industriale, che più ha sofferto per la caduta della domanda estera, mentre nella seconda parte della crisi i settori più esposti sono stati quelli maggiormente dipendenti dalla domanda interna come il commercio. Vi sono poi il settore delle costruzioni e il settore estrattivo che dall’inizio della crisi fino ad oggi hanno sperimentato una fase di recessione pressoché costante. 

Il dato dei fallimenti per settore, pur partendo dal 2010, evidenzia bene questa situazione. Nel primo anno considerato i fallimenti che interessavano il settore manifatturiero erano il 30% del totale, percentuale che poi è scesa parzialmente. Viceversa, negli ultimi sei anni è aumentata l’incidenza dei fallimenti del commercio e dei servizi alle imprese. Le costruzioni sono invece il settore che costantemente ha evidenziato un’incidenza dei fallimenti su valori prossimi al 30% sino ad arrivare al 37,5% nell’anno appena concluso. L’analisi della serie storica dei fallimenti evidenzia invece un aumento considerevole nell’ultimo triennio e, nell’ultimo anno, il numero di aperture di procedure fallimentari e di liquidazioni coatte amministrative ha raggiunto quota 133.

«Più che sintomi dell’attuale congiuntura economica, sostanzialmente stagnante, – ha spiegato Giovanni Bort, presidente dell’Ente camerale trentino – la crescita dei fallimenti nell’ultimo biennio va interpretata per lo più come l’emergere evidente di situazioni di criticità che per alcune imprese si protraggono ormai da oltre sei anni e che non sono più risolvibili». 

Altri elementi positivi rilevati dall’indagine curata dall’Ufficio studi e ricerche della Camera riguardano la particolare vocazione del territorio a realizzare nuove iniziative imprenditoriali nell’ambito dell’innovazione tecnologica e dei servizi avanzati (il Trentino è la prima in Italia per rapporto tra start-up innovative e totale imprese tra le province italiane) e il processo di graduale passaggio delle imprese verso forme giuridiche più complesse e strutturate, come la società a responsabilità limitata, a scapito di forme giuridiche più semplici.