Per la stagione “Nostos – Ritorno” della Società Veneziana dei Concerti il Quartetto Voce

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Appuntamento al Teatro La Fenice di Venezia domenica 3 aprile
 

 

Di Giovanni Greto

 

 

quartetto voceIl Quartetto Voce (Sarah Dayan e Cécile Roubin al violino, Guillaume Becker alla viola e Lydia Shelley al violoncello) si esibirà domenica 3 aprile (ore 20.00) al Teatro La Fenice di Venezia, nell’ambito della stagione di musica da camera “Nostos – Ritorno” della SVC, la Società Veneziana dei Concerti.

Sin dal debutto nel 2004, il gruppo si è battuto molto per difendere il grande repertorio per quartetto d’archi. Esegue regolarmente la musica di compositori contemporanei, mentre lo spirito di ricerca che lo anima, lo porta a sperimentare diverse forme di spettacolo, fra le quali musicare capolavori del cinema muto (ad esempio di Lubitsch, Keaton, Murnau, Pabst, Vidor) o  collaborare con artisti di diversa provenienza come musicologi, coreografi e cantanti.

 Il programma della serata si apre con l’esecuzione del Quartetto in re maggiore KV499 “Hoffmeister” in quattro movimenti di Wolfgang Amadeus Mozart (1756-1791). Franz Anton Hoffmeister nasce a Rottenburg am Neckar nel 1754 e si trasferisce da giovane a Vienna, dove si spegnerà nel 1812, per studiare musica. Diventerà dapprima compositore, in seguito editore, pubblicando, tra i tanti, lavori di Haydn, Beethoven e Mozart, con il quale instaura una sincera amicizia. Potrebbe essere questa la ragione per la quale Mozart ha così intitolato il quartetto, composto nel 1786.

Il concerto prosegue con La oracion del torero op. 34 dello spagnolo Joaquin Turina (Siviglia 1882-Madrid 1949), che fu anche fondatore e pianista del Quinteto de Madrid e direttore dei Ballets Russes in Spagna. La composizione era destinata in origine al celebre quartetto di liuti formato dai fratelli Aguilar: Elisa, Ezequiel, Josè e Francesco. Il grande successo conseguito in tournee da questa partitura indusse Turina ad adattarla per quartetto d’archi e in questa veste nuova venne pubblicata nel 1925 dalla Union Musical.

La serata si conclude con l’ascolto del Quartetto n.7 in fa maggiore Op. 59 n. 1 di Ludwig van Beethoven, suddiviso in quattro movimenti. I tre quartetti dell’opera 59, pubblicati nel 1808 a Vienna sono tra i più famosi dell’intera letteratura del genere e occupano nella produzione quartettistica la stessa posizione che l’Eroica occupa fra le sinfonie. Di grande forza innovatrice, concretizzano sul piano formale un notevole ampliamento della dimensione dei movimenti e di tutta la struttura. Le sonorità si stagliano dense e compatte, mentre il ritmo, l’armonia ed il timbro sono affrontati come territori da esplorare al grado massimo delle loro possibilità espressive e tecniche. L’opera si conclude con un tema russo su tempo di Allegro, tratto dalla melodia popolare “Ah Fortuna mia, che fortuna!”, dal tono triste, annotata da Rimsky-Korsakov nei suoi “Cento canti popolari russi, op.24” come “Andante”. Beethoven ne modifica totalmente l’espressione, avvalendosi di poliritmie, un vitalissimo dinamismo, e un’immensa forza creativa, inarrestabile e salutare.