Dopo Popolare di Vicenza anche Veneto Banca svaluta l’azione: 0,10 centesimi il nuovo valore

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Via libera all’aumento di capitale per un miliardo di euro. Il fondo Atlante pronto alla sub-garanzia

 

logo veneto bancaLa crisi del sistema bancario del Veneto colpisce nuovamente ed in modo molto duro. Dopo l’azzeramento dell’investimento nella banca Popolare di Vicenza, ora tocca a Veneto Banca. Dopo l’istituto Berico, anche per Veneto Banca è stato deliberato un aumento di capitale da un miliardo di euro  con il prezzo minimo di 0,10 euro ad azione. In questo modo, l’istituto di Montebelluna ha visto vaporizzarsi quasi 5 miliardi di euro dal picco di valorizzazione del 2012, che vanno ad assommarsi ai quasi 6 miliardi della Popolare di Vicenza. 11 miliardi di euro, circa, volatilizzatesti nel giro di otto settimane che finiranno per pesare non poco sul tessuto economico del Veneto.

La decisione da parte del consiglio di amministrazione di Veneto Banca è stata lunga e sofferta, giunta solo in tarda serata. A copertura dell’intervento ci sarà il fondo Atlante che interverrà in seconda battuta dopo il consorzio di garanzia guidato da banca Imi (gruppo Intesa Sanpaolo). Il lancio dell’operazione dovrebbe avvenire il prossimo 6 giugno, con eventuale quotazione prevista per il 28 giugno. Il prezzo di collocamento è fissato all’interno di una forchetta con un minimo di 10 e un massimo di 50 centesimi di euro.

Ovviamente allarmati i vecchi azionisti che saranno chiamati – se vorranno – a coprire per la quota di loro competenza l’aumento di capitale e i dipendenti della banca. Secondo il presidente dell’associazione “Per Veneto Banca”, l’industriale cartario Bruno Zago, il 10% del capitale dovrebbe essere coperto con le sottoscrizioni dei soli soci dell’associazione. Quota che potrebbe crescere anche fino al 25%. Sul piede di guerra i sindacati che in un comunicato congiunto dichiarano che, in assenza di garanzie per il mantenimento dei posti di lavoro e su un contenimento delle remunerazioni del vertice e non potendo contare su nessuna prospettiva certa sul futuro della banca, «ogni decisione sulle politiche strategiche che dovesse mettere in secondo piano gli interessi dei lavoratori troverà nelle organizzazioni il massimo del contrasto».