Anche in Emilia Romagna le amministrative consegnano il PD al ballottaggio con il centro destra

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Solo a Rimini il centro sinistra vince. A Bologna Merola costretto al secondo turno dalla Borgonzoni. Risultato aperto anche a Ravenna

 

bologna municipio Palazzo dAccursioAnche l’Emilia Romagna è un po’ meno rossa di un  tempo con solo il sindaco uscente di Rimini che centra la rielezione al primo turno nei comuni maggiori. A Bologna il terno secco nonn riesce al sindaco uscente Virginio Merola che dovrà vedersela al ballottaggio del 19 giugno con la leghista Lucia Borgonzoni sostenuta da tutto il centro destra che ha battuto il pentastellato Massimo Bugani.

Il risultato del primo turno non rende felice nessuno dei tre principali sfidanti. Per Merola e il Partito democratico è una batosta. Il sindaco ha chiuso con un 39,6%, un calo di oltre dieci punti rispetto a cinque anni fa, quando chiuse la pratica al primo turno. E il Pd, la principale forza che lo sosteneva, si è fermata al 35,5%, risultato più basso della sua storia nella sua città simbolo. «Il quadro nazionale è stato problematico per tutto il centrosinistra e Bologna non ha fatto eccezione: sapevamo che avremmo potuto affrontare il ballottaggio, quindi siamo pronti», ha detto Merola. 

Lucia Borgonzoni, fedelissima di Salvini, festeggia certo la possibilità di cercare uno storico risultato fra due settimane, ma il suo 22,2% non è un risultato di cui vantarsi troppo. Le tante iniziative, con seguito di polemiche e scontri di piazza, di Matteo Salvini a Bologna hanno valso alla Lega un 10,2%, mentre Forza Italia rimane a galla (6,2%) solo grazie al radicamento territoriale di un paio di candidati consiglieri. «Il dato rilevante è che il 60% dei Bolognesi non vuole Merola», ha detto la Borgonzoni. Con 18 punti da recuperare, tuttavia, la sua impresa appare molto complicata. Il Movimento 5 Stelle guidato da Massimo Bugani non ha saputo approfittare della crisi di consenso dei due principali schieramenti. Nonostante le prime proiezioni lo dessero all’inseguimento della Borgonzoni, non si è nemmeno avvicinato al ballottaggio, fermandosi al 16,7%. Al secondo turno il M5S sarebbe stato, per Merola, un avversario decisamente più imprevedibile. Gli unici a festeggiare sono così i due outsider, che meglio di tutti hanno saputo infilarsi nella crisi dei big. In particolare Manes Bernardini, ex leghista, vicino a Flavio Tosi, sostenuto da Ncd e Udc, che ha colto un 10,4%, facendosi forte, in particolare, dello scontento di una parte dell’elettorato moderato che non ha gradito una candidatura fortemente sostenuta da Matteo Salvini. L’orientamento dei suoi elettori potrebbe essere determinante per il ballottaggio. Ma fa festa anche Federico Martelloni, candidato della Coalizione civica, rassemblement di sinistra che ha preso un 7%, drenando una parte considerevole dello scontento di sinistra nei confronti del Pd. Bologna è stata, fra le grandi città, quella in cui la sinistra ha ottenuto il risultato migliore. I suoi voti però, difficilmente potranno andare, fra due settimane, ad alimentare le possibilità della Lega Nord di conquistare Bologna, ma neanche a quelle di Merola.

Tra le grandi città, l’unico che può brindare è a Rimini con il sindaco rieletto Andrea Gnassi, l’unico successo che il PD dell’Emilia-Romagna può festeggiare al primo turno. Dei nove comuni con più di 15.000 abitanti, quelli dove la legge prevede l’eventualità del secondo turno, è la sua, infatti, l’unica partita che si è chiusa al primo turno, forte di un 57%, dovuta anche al buon successo della lista civica promossa da Sergio Pizzolante. In tutti gli altri otto casi, invece, la scelta del sindaco è rimandata al 19 giugno. 

A Ravenna Michele De Pascale del Pd si è fermato al 46,5% ed il suo rivale, Massimiliano Alberghini, comincia la rincorsa dal dato del 28%. Sostanzialmente lo stesso copione contrassegnerà i ballottaggi di Pavullo (Modena), dove Stefano Iseppi del centrosinistra ha preso il 34,8%, contro il 23,9% di Luciano Biolchini e Finale Emilia (Modena), dove c’era una certa attenzione dopo l’inchiesta che ha interessato il sindaco uscente Fernando Ferioli. Qui il centrodestra, rappresentato da Sandro Palazzi, ha nettamente superato la candidata del centrosinistra Elena Terzi, 43,6% contro 29,8%. Pd e centrosinistra clamorosamente fuori dal ballottaggio invece a Cento (Ferrara), dove il sindaco uscente Piero Lodi è arrivato terzo. Si giocheranno la sua poltrona il candidato del centrodestra Diego Contri (32,8%) e l’ex sindaco di Sant’Agostino, sostenuto da alcune liste civiche, Fabrizio Toselli (29,2%). A Cesenatico (Forlì-Cesena), ha passato invece il primo turno il sindaco uscente Roberto Buda, che cinque anni fa fu eletto per il centrodestra e che stavolta si è presentato come indipendente prendendo il 23,7%. Se la vedrà con il candidato del centrosinistra Matteo Gozzoli, che parte forte di un 43,12%. L’unica conquista, per il Movimento 5 Stelle, in Emilia-Romagna è a Cattolica (Rimini), dove il suo portabandiera Maurizio Gennari (25,6%) sfiderà al secondo turno il candidato del Pd Sergio Gambini (38,2%). A San Giovanni in Persiceto (Bologna), infine, il front runner Tommaso Cotti (Pd) che parte col 46%, sarà di fronte a Lorenzo Pellegatti che, alla guida di alcune liste civiche ha preso il 33,5%, battendo la concorrenza del candidato di centrodestra. 

Fra i comuni sotto 15.000 abitanti c’era una certa attenzione ad Alto Reno Terme (nato dalla fusione di Porretta e Granaglione, sull’Appennino bolognese): Giuseppe Nanni ha vinto la sfida tutta a sinistra con l’ex assessore regionale Tiberio Rabboni. A Fiorenzuola (Piacenza), vince invece il centrodestra con Romeo Gandolfi. Il caso più curioso è a Casina, sull’Appennino Reggiano, dove i due candidati più votati, Gian Franco Rinaldi e Stefano Costi, hanno preso entrambi 1.164 voti. Anche qui, benché la legge non preveda il ballottaggio per i Comuni piccoli se non, appunto, in questo caso limite, domenica 19 si torna a votare per una sorta di spareggio.

«Il vento cambia anche in Romagna: abbiamo raccolto come Lega Nord grandi successi di cui siamo orgogliosi. Da oggi abbiamo 3 nuovi sindaci, a Ravenna siamo al ballottaggio e a Rimini abbiamo portato 6 consiglieri. Avanti così e tra poco l’unico rosso che resterà sarà quello della vergogna del Pd» commenta il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini che si dichiara «strafelice per i risultati della Lega Nord in Emilia. C’è il ballottaggio storico di Lucia Borgonzoni a Bologna che vuol dire la voglia di libertà dei cittadini dalla prepotenza e arroganza dei centri asociali e del Pd. Sono orgoglioso perché nell’ex rossa Emilia siamo passati da 6 a 11 sindaci tra cui Traversetolo e Busseto e trionfo in provincia di Piacenza. Siamo in gioco al ballottaggio in testa in comuni importanti come Cento e finale Emilia. Avanti così!» 

Per il capogruppo del Carroccio in Consiglio regionale Alan Fabbri «quello della Lega Nord a Bologna è un risultato eclatante, siamo arrivati al ballottaggio e ci abbiamo creduto. Ci sono due dati politici da commentare a Bologna: dove la Lega guida la coalizione – ha aggiunto – il centrodestra va al ballottaggio o vince. E poi in tutti i comuni dove siamo al ballottaggio ci troviamo di fronte al Pd, siamo quindi la seconda coalizione in tutte le realtà. Adesso – ha concluso – spetta un grande lavoro a Borgonzoni e lo farà, per convincere che Merola è il passato e noi vogliamo una Bologna diversa e sicura, non degradata e con prospettive migliori».

«A Bologna appoggeremo convintamente la candidata della Lega Nord Borgonzoni perché dove è in corsa un candidato del centrodestra non abbiamo ovviamente dubbi, invece dove c’è lotta tra Pd e M5S in tutta franchezza non saprei cosa dire ai nostri elettori. A Roma direi libertà di voto» ha detto il presidente della Liguria e consigliere politico di Berlusconi, Giovanni Toti commentando il voto. Dal fronte Dem, Paolo Calvano, segretario del Pd dell’Emilia-Romagna, afferma che «come PD riteniamo che sia offensivo continuare a dare una dimensione nazionale a elezioni locali. Ci si candida per offrire buoni governi alle città e non per dare segnali contro qualcuno. Le dinamiche nazionali lasciamole a livello nazionale. Inoltre di fronte alle elezioni amministrative concordo con chi dice che il risultato va valutato dopo il ballottaggio – ha aggiunto – Rischiamo altrimenti di fare analisi diversificate».