Fondo di solidarietà territoriale del Trentino: via libera dal governo

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Palazzo Provincia Trento
Olivi: «strumento senza uguali in Italia che premia l’Autonomia speciale»

 

Palazzo Provincia TrentoCon la pubblicazione del decreto che porta le firme dei ministri del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti e dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, c’è il via libera alla costituzione del Fondo territoriale intersettoriale, o meglio del Fondo di solidarietà del Trentino, presentato dal vicepresidente della giunta provinciale di Trento, Alessandro Olivi, assieme al presidente dell’Agenzia del lavoro, Riccardo Salomone.

«E’ una conquista per l’Autonomia, ottenuta con uno specifico articolo che la Provincia è riuscita a fare inserire nel Jobs Act – sottolinea Olivi con soddisfazione -. Lo scorso agosto avevamo raggiunto un’apposita intesa con il Governo, impegnato a riformare la disciplina del lavoro, basata sulle competenze riconosciuteci con l’Accordo di Milano del 2009 in materia di ammortizzatori sociali. Avevamo chiesto che nella legge nazionale venisse inserito questo “tassello” per il Trentino, assieme all’Alto Adige, che ci consentisse di dar vita ad un fondo territoriale per il sostegno al reddito e la riqualificazione dei lavoratori delle piccole imprese. Un fondo che nasceva grazie alla collaborazione fra le parti sociali, quando invece il modello statale in questa materia è più centralistico». 

Per Olivi «la doppia firma del decreto da parte dei due ministri dimostra come l’investimento di fiducia fatto dallo Stato nei confronti dell’Autonomia del Trentino, sia stato ben riposto. Siamo una terra capace di sperimentare, di aprire strade nuove e di migliorare l’esistente, e possiamo mettere la nostra esperienza a disposizione del resto del Paese. Il sistema di welfare che abbiamo costruito qui non ha eguali e non lascia solo nessuno. Ma attenzione: è anche un sistema che impegna ciascun beneficiario a fare la sua parte: per quanto riguarda il lavoratore, nella ricerca attiva dell’impiego e comunque nel contributo che può dare, in ogni forma possibile, alla società trentina».

Il decreto si compone di 12 articoli e sancisce l’istituzione del Fondo come gestione autonoma dell’Inps. Si rivolge ai lavoratori dipendenti di datori di lavoro privati che operano in Trentino, non coperti dalla cassa integrazione guadagni e per i quali non siano stati costituiti fondi di solidarietà bilaterali di settore a livello nazionale. Si stima che ad esserne interessati siano potenzialmente circa 52.000 dipendenti. La tutela prevista scatta nei casi di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa. In pratica, il Fondo, attraverso la corresponsione di uno specifico assegno, si propone di assicurare ai lavoratori un sostegno al reddito in caso di sospensione dal lavoro o riduzione dell’orario di lavoro; prevede inoltre assegni straordinari per processi di agevolazione all’esodo (lavoratori che raggiungano i requisiti previsti per il pensionamento di vecchiaia o anticipato nei successivi cinque anni, ovvero i famosi “esodati” che a livello nazionale non trovano invece alcun reddito ad un passo dalla pensione). Il provvedimento contribuisce poi al finanziamento di programmi formativi di riconversione o riqualificazione professionale (in concorso con i fondi nazionali o europei). Infine, il fondo può assicurare ai lavoratori stagionali un sostegno al reddito aggiuntivo in caso di interruzione del rapporto rispetto alla Naspi nazionale.

Il Fondo è gestito da un “Comitato amministratore” composto da 6 esperti designati dai sindacati Cgil, Cisl e Uil stipulanti l’accordo, 6 esperti designati dalle organizzazioni dei datori di lavoro,  2 dirigenti, rispettivamente del ministero del Lavoro e del ministero dell’Economia e delle Finanze e un dirigente della Provincia autonoma di Trento.

Il finanziamento spetta al datore di lavoro e al lavoratore, con un contributo dello 0,45% sulla retribuzione mensile, per due terzi a carico del datore e per un terzo del lavoratore. La Finanziaria 2016 ha però sgravato il datore di lavoro di metà dei suoi oneri contributivi, rendendoli detraibili dall’imposta Irap dovuta.  In sostanza, l’onere contributivo spetterà per 1/3 ad ognuno dei soggetti firmatari: Provincia, lavoratori, imprese. A ciò si aggiunge uno stanziamento provinciale “di partenza” di 2 milioni di euro, valido per il 2016. E’ previsto infine, per mantenere il Fondo in equilibrio finanziario, un contributo addizionale a carico del datore di lavoro che ricorre alla sospensione o riduzione dell’attività lavorativa pari al 4% della retribuzione persa dal lavoratore per le prime 13 settimane, successivamente elevato all’8%.

La durata massima di percepimento da parte del lavoratore dell’assegno previsto dal Fondo è di 13 settimane per singola domanda, e in ogni caso nel limite di 26 settimane nel biennio.

«Il Fondo – sottolinea ancora Olivi – conferisce nuovo slancio all’Autonomia. Inoltre esso valorizza anche la capacità delle parti sociali locali, chiamate in causa nella scelta quantitativa e qualitativa delle prestazioni. Infine, i redditi che verranno dati ai lavoratori sospesi, essendo indirizzati ai nostri concittadini, verranno utilizzati sostanzialmente nel nostro territorio, rappresentando quindi a loro volta un input positivo per il nostro sistema economico e dei consumi».