Emilia Romagna a rischio oltre la metà della produzione di pere per sbalzi termici

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oi pera Agricoltura Emilia Romagna pere su pianta
In calo anche la produzione di pomodoro. Preoccupazione di Confagricoltura e di Conerpo

 

Agricoltura Emilia Romagna pere su piantaA causa delle bizze climatiche di una primavera a corrente alternata, la coltivazione della frutta e degli ortaggi in Emilia Romagna è a forte rischio, come sottolinea una nota di Confagricoltura che dichiara a rischio oltre la metà del raccolto di pere. 

Sotto accusa, gli sbalzi termici nelle province di Ferrara, Ravenna, Bologna e Modena e «un’altra minaccia, la cimice asiatica (Halyomorpha halys), contro la quale non esistono al momento delle efficaci strategie di difesa». Si profila così «un crollo della produzione che va oltre il 50-55% soprattutto delle varietà più pregiate come Abate Fetel e William», rileva Confagricoltura Emilia Romagna rilanciando l’allarme dei pericoltori e che chiede alla Regione l’approntamento di «soluzioni creditizie idonee, co-garanzie e finanziamenti a tassi agevolati». 

La crisi colpisce il comparto in un momento di riorganizzazione, con le aziende chiamate a investire «e a rafforzare la presenza sul mercato di Opera, la più grande organizzazione di pericoltori che raggruppa insieme cooperative e aziende per contare di più nel dialogo con la Gdo e ambire a nuovi sbocchi sui mercati esteri». Da qui le richieste alla Regione da parte del presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Gianni Tosi «al fine di individuare fin d’ora soluzioni creditizie idonee, co-garanzie e finanziamenti a tassi agevolati, in grado di sopperire alle difficoltà finanziarie e alla mancanza di liquidità che si troveranno presto ad affrontare le aziende agricole colpite».

Ad essere a rischio c’è anche il pomodoro da industria: dopo un inverno particolarmente mite, la primavera con temperature basse e piogge frequenti ha pesato anche su questa coltura. A lanciare l’allarme è Davide Vernocchi, presidente del Gruppo Apo Conerpo, leader europeo nell’ortofrutta fresca che ne produce circa 500.000 tonnellate, quasi il 10% del totale nazionale. Apo Conerpo stima una contrazione produttiva pari al 10-15%.