Emilia Romagna, la Corte dei Conti parifica il bilancio

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Corte dei Conti emilia romagna
Indebitamento in calo, riduzione della spesa, risorse liberate per i territori e rilevanti obiettivi di contenimento dei costi delle società “in house”. Al di sotto dei 28 giorni il tempo medio di pagamento dei fornitori, le tasse regionali non aumentano

 

Corte dei Conti emilia romagnaVia libera al rendiconto di bilancio 2015 della regione Emilia Romagna da parte della Corte dei Conti in udienza pubblica al Circolo Ufficiali di Bologna davanti al neo presidente della Sezione regionale, Carlo Greco, i relatori Benedetta Cossu,  Riccardo Patumi, Federico Lorenzini e al Procuratore Salvatore Pilato e alla presenza dell’assessore regionale al Bilancio, Emma Petitti.

Nell’esprimere il proprio giudizio di parificazione, la Corte dei conti svolge l’esame del bilancio regionale in merito a tre ambiti principali: l’assenza di irregolarità suscettibili di pregiudicare gli equilibri economico-finanziari, la verifica del rispetto degli obiettivi annuali posti dal Patto di stabilità e l’osservanza del vincolo previsto in materia di indebitamento. 

«Ritengo venga sancito un risultato apprezzabile e positivo sulla gestione finanziaria e di bilancio della Regione nel 2015 – afferma l’assessore Petitti – con una situazione di solidità dei conti e di rispetto delle disposizioni e dei vincoli posti dall’ordinamento legislativo. Peraltro, la relazione presentata completa un lavoro istruttorio ad ampio raggio svolto dalla Sezione regionale, un lavoro che rappresenta ormai per la Regione un importante momento di verifica e un’ opportunità che intendiamo cogliere per il miglioramento dell’azione di governo, puntando, come stiamo facendo, a una sempre maggiore qualità ed efficacia della gestione. E pur in presenza di vincoli di finanza pubblica – prosegue Petitti – nel 2015 abbiamo puntato su un bilancio ambizioso, il primo dell’attuale legislatura, cofinanziando i fondi strutturali europei per la nuova programmazione 2014-2020, accompagnando la fase di riordino istituzionale che ci ha visto ricollocare ogni singolo dipendente delle Province, consolidando gli interventi sullo stato sociale e le politiche di contenimento tariffario, rilanciando le spese per la cultura e lo sport, attivando misure per la competitività del sistema produttivo e le imprese, investendo contro il dissesto idrogeologico, per le infrastrutture viarie e per il trasporto pubblico locale».

La Corte dei conti dà atto del rispetto del pareggio e degli equilibri di bilancio sia in sede di previsione che di assestamento, oltre che nel rendiconto 2015 della Regione. Inoltre, viene dato rilievo positivo al rispetto del nuovo pareggio di bilancio in applicazione della modifica costituzionale dell’articolo 81 che ha sostituito il Patto di stabilità. Infatti, le Regioni hanno anticipato tali vincoli nel 2015 mentre gli altri comparti delle autonomie locali hanno continuato a mantenere gli obiettivi previsti dal Patto di stabilità interno. I vincoli hanno riguardato sia la gestione di competenza che quelli di cassa oltre a riguardare più voci di saldi tra entrate e spese.

Sui territori, poi, la Regione ha dato continuità all’applicazione dei cosiddetti Patti di solidarietà, assicurando l’esercizio della funzione di coordinamento della finanza locale che consente ai comuni e alle province margini di azioni per il sostegno agli investimenti. In particolare, nel 2015 sono stati ceduti dalla Regione Emilia-Romagna agli enti locali oltre 126 milioni di euro di spazi finanziari, quasi 1 miliardo nell’ultimo quinquennio, che hanno permesso a comuni e province di accelerare i propri pagamenti verso le imprese soprattutto per le opere pubbliche.

Altro aspetto riconosciuto dalla Sezione regionale, il rispetto del limite d’indebitamento. La Regione non ne ha fatto di nuovo, continuando a ridurlo: -55,6 milioni di euro rispetto al 2014, portando il totale dello stock di debito da restituire a 670 milioni (il 95,6% costituito da mutui per il finanziamento della sanità, il resto per interventi nel trasporto pubblico locale), uno dei più bassi tra le regioni italiane.

Sotto il profilo gestionale, viene rilevato dalla Corte il rispetto dei tempi medi di pagamento delle fatture per transazioni commerciali, pari a 27,6 giorni. La relazione della Sezione dà inoltre atto del fatto che la regione non ha fatto ricorso allo Stato per anticipazioni di liquidità per il pagamento dei propri debiti pregressi.

La Corte dei conti rileva quindi la coerenza complessiva delle azioni poste in essere dalla Regione per il contenimento delle spese, comprese quelle per incarichi e consulenze, studi e ricerche, rappresentanza e utilizzo auto, tutte al di sotto dei limiti posti dalle leggi sulla revisione della spesa. Lo stesso vale per la spesa sanitaria e quella per il personale, con una dotazione organica nel 2015 pari a 3.293 unità fra Giunta e Assemblea legislativa, invariata rispetto al 2014.

Valutato positivamente anche il fatto che la Regione abbia volontariamente anticipato alcune disposizioni previste dal decreto legislativo 118/2011 in materia di armonizzazione contabile. Ad esempio, pur non essendo ancora obbligatorio per legge, la Giunta ha deciso di anticipare l’adozione del DEFR 2015, individuando già dal primo anno di legislatura gli obiettivi strategici che l’azione regionale intende conseguire e l’impostazione del controllo strategico per una valutazione dei risultati raggiunti.

Infine, dal risultato di amministrazione 2015 emerge un avanzo vincolato di 1.192 milioni e un avanzo accantonato di oltre 300 milioni, di cui 217 milioni per la copertura integrale (100%) dei residui passivi perenti, una quota ben superiore di quanto ritenuto adeguato dalla stessa Corte dei conti (70%).

Quanto alle società partecipate, bene l’uscita da 9 di esse sancita nel piano di riordino della Giunta regionale, così come, si legge nelle considerazioni conclusive, «la Sezione riscontra positivamente nel piano adottato rilevanti obiettivi di contenimento dei costi di funzionamento programmati per le società “in house”». Ma sulle altre  società di cui la Regione intende mantenere le quote, nel piano andranno chiarite «la loro riconducibilità ai fini istituzionali dell’Ente, l’indispensabilità rispetto ad altre forme di gestione (o anche l’internalizzazione) e l’indispensabilità in concreto sotto il profilo dell’efficienza operativa».

«Rispetto alle precisazioni richieste sulle società di cui abbiamo deciso di mantenere le partecipazioni – afferma Petitti -, proseguiremo il confronto con la Corte dei Conti, convinti dell’attinenza rispetto ai fini istituzionali della Regione e dopo aver verificato l’esistenza di eccellenze e alte professionalità all’interno delle società stesse».