Riprendono gli investimenti. Bene l’Export. Bilancio negativo per l’Italia
Il NordEst rivede finalmente la luce dopo una crisi economica che in 9 anni (2007-2014) ha spazzato via quasi 10 punti di Pil.
Le previsioni circa l’andamento del Pil per il 2016-2017 indicano una crescita della ricchezza superiore alla media italiana (+1,2% e +1,3%, contro +1% e +1,1%) come era già stato nel 2015 (+1%, contro una dato nazionale a +0,8%) e nel 2014, l’anno di svolta, quando il Veneto rivedeva il segno più ed Pil italiano era ancora negativo. Sono i dati elaborati dalla Cgia di Mestre, su fonte Istat e Prometeia, e non solo il sentiment di aziende e investitori a certificare l’uscita dal tunnel. Con il Veneto anche l’intero NordEst (Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia) uscirà dalle secche: +1,2% nel 2016 e +1,3% nel 2017 la stima del Pil.
La ripresa, spiega la Cgia, arriva da settori ben identificati: il valore aggiunto dell’industria è cresciuto nel 2015 dell’1,8%, bene è andata anche l’agricoltura (+4,2%), mentre le costruzioni, che hanno subito un crollo di 37 punti tra 2007 e 2014, hanno arrestato la caduta (-0,1%). Quest’ultimo appare tuttavia un comparto fragile, visto che i consuntivi del primo trimestre 2016 sono leggermente negativi. Sul piano del fatturato delle imprese i segnali sono incoraggianti: +2,6% la previsione per il manifatturiero, +3,2% quella per il commercio, mentre i ricavi del settore costruzioni appaiono ancora fermi (-0,2%). Balzo a doppia cifra, sempre nei primi tre mesi dell’anno, per i mezzi di trasporto (+14,3%), mentre il comparto legno/mobile cresce del 6,2%, i macchinari del 4,3%, e l’orafo del 3,4%. e, abbigliamento calzature.
L’uscita dalla crisi ha visto un altro indiscusso protagonista: l’export del Veneto. Dopo l’annus horribilis 2009, con valore sceso sotto i 40 miliardi di euro, la ripartenza nel 2015 è stata fulminea: le vendite di “Made in Veneto” hanno raggiunto i 58 miliardi di euro (+5,7%), dato largamente superiore ai livelli pre-crisi, con un saldo commerciale positivo di quasi 16 miliardi. La previsione della Cgia è di un +3,5% nel 2016 e +3,7% nel 2017. Il Veneto si conferma la seconda regione esportatrice dopo la Lombardia, con una quota vicina al 14% sull’export italiano. Le province più forti all’estero sono Vicenza, Verona e Treviso, mentre Belluno ha stupito per la crescita a due cifre nel 2015, +11,9%.
Ripartono infine anche gli investimenti, dopo il crollo di cifrca 30 punti percentuali registrato tra il 2007 e il 2014. Nel 2015 sono lievitati dell’1,4% nel 2015, e quest’anno sono attesi in crescita del 2,7%. Anche durante la crisi, tuttavia – annota la Cgia di Mestre – nel NordEst gli investimenti hanno avuto un calo meno marcato rispetto alla media italiana (-3,1% contro -3,5% nel 2014), e la ripresa è stata più intensa.