Ospitate ai giornalisti da parte di enti pubblici o loro divisioni: interrogazioni in Emilia Romagna e in Trentino

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Nel mirino la ricca ospitalità dell’Agenzia di promozione turistica dell’Emilia Romagna e di quella della provincia di Trento

 

giornalismo deontologia giornaleNel mondo dei media, sia quotidiani che specializzati, la parola “educational” costituisce da tempo una ghiotta occasione per partecipare a spese degli organizzatori alla presentazione di un evento, di un’iniziativa, di un nuovo prodotto o servizio. Chi organizza sa che, ospitando un certo numero di giornalisti ad un determinato evento coprendo integralmente o quasi le spese dei partecipanti, ne ricaverà un tornaconto di comunicazione più o meno rilevante ed autorevole, spesso a costi inferiori e con migliori risultati di quelli che sarebbero consentiti da una normale campagna di comunicazione pubblicitaria.

Il fatto che nel tempo l’educational si sia trasformato in un momento di vita tra agi e lussi a carico di terzi (spesso di enti pubblici), oltre a sollevare le invidie tra coloro che non sono invitati, ha sollevato anche problemi di ordine deontologico in capo agli iscritti all’Ordine dei giornalisti. Non tutti gli Ordini territoriali sono solleciti nell’assicurare il rispetto della deontologia professionale, ma il presidente nazionale dell’Ordine Enzo Iacopino ha tenuto a ribadire che il giornalista che si muove a spese della regione o di qualsiasi altra sua branca rischia un provvedimento disciplinare, in quanto con il suo comportamento contraddice le disposizioni contenute all’articolo 2 (Fondamenti deontologici) del Testo Unico dei Doveri del Giornalista, che vietano al giornalista, tra le altre cose, di accettare “privilegi, favori, incarichi, premi sotto qualsiasi forma (pagamenti, rimborsi spese, elargizioni, regali, vacanze e viaggi gratuiti) che possano condizionare la sua autonomia e la sua credibilità”. Di fatto, Iacopino si chiede se si tratti di semplice «ospitalità o di corruzione», sottolineando che se «io ti ospito tu, giornalista, come potrai scrivere la verità, se è negativa?»

In Emilia Romagna il caso è stato sollevato da un’interrogazione della consigliera del Movimento 5 Stelle, Raffaella Sensoli, che ha chiesto di fare chiarezza sull’impiego dei fondi dell’Agenzia regionale di promozione turistica regionale per pagare alberghi e cene di lusso ai cronisti invitati.

Dopo aver raccolto nomi dei giornalisti ospitati dall’ Apt Servizi (società “in house” della Regione) nel 2014 e nel 2015, con le relative spese, l’esponente M5S ha chiesto spiegazioni in aula puntando il dito su un sistema da 400.000 euro, che a suo parere non ha nulla a che vedere né con l’informazione , né con la promozione del turismo. Per questo, assicura, segnalerà alcune spese anche alla Corte dei conti. «Un servizio all’interno di un telegiornale – ha spiegato Sensoli – che dovrebbe mirare all’informazione e non a diffondere messaggi promozionali non è strategia di marketing. E non lo è nemmeno garantire con risorse pubbliche trattamenti di bellezza a giornaliste russe o ospitalità in alberghi di lusso a dirigenti Rai, già lautamente remunerati con soldi pubblici per fare il loro mestiere». 

L’assessore regionale al turismo, Andrea Corsini, ha difeso l’attività di Apt, parlando del risparmio ottenuto grazie alla promozione con i giornalisti. «I costi sostenuti da Apt Servizi per permettere alla stampa italiana e internazionale di raccontare l’Emilia-Romagna, visitandola, al fine di ottenere visibilità e valorizzazione delle tante offerte turistiche della nostra regione, sono di gran lunga inferiori rispetto alle tradizionali campagne pubblicitarie sui media. Il rapporto è di uno a dieci. In altre parole, campagne pubblicitarie tradizionali comporterebbero una spesa superiore anche di dieci volte rispetto all’ attuale». Per Corsini «il modello degli “educational tour”, gli inviti ai giornalisti a visitare e conoscere il territorio, è adottato da tutte le agenzie del mondo che fanno il lavoro di Apt». 

Nell’ elenco dei cronisti italiani ospitati dalla regione Emilia Romagna ci sono diversi inviati del Tg1, Tg2, TgR, Sky tg24, Sky sport, Mediaset e La Stampa, invitati a dormire nelle loro trasferte in alberghi a 5 stelle, come il famoso Grand Hotel di Rimini. Ma c’è anche un soggiorno di due giorni in suite di Guido Rossi, dirigente Rai e capo staff di Antonio Campo Dall’ Orto, costato più di 850 euro. E sono messe in conto anche le camere pagate ad Antonio Farnè , giornalista Rai e presidente dell’Ordine dei giornalisti regionale. Gli educational tour per la stampa estera, invece, comprendono, tra le altre cose, giri in Ferrari, massaggi e bagni termali, e un pranzo all’osteria dello chef Massimo Bottura. 

Intanto, la vicenda emiliana è stata ripresa anche in Trentino dal consigliere provinciale della Civica Trentina, Claudio Civettini, che in un’interrogazione alla giunta provinciale di Trento chiede di fare luce su tutte le azioni di ospitalità effettuate a favore della stampa da parte di Trentino Marketing e delle singole Apt d’ambito, specie in occasioni di grandi eventi come il Festival dell’Economia che ha anche una notevole ricaduta politica.

Comunque si guardi la vicenda, al di là delle ricadute deontologiche su una professione sempre più scaduta, c’è da dire che spesso sono le stesse testate giornalistiche a gradire lo strumento dell’educational tour: l’invito da parte dell’organizzazione permette al giornale di non sostenere le spese di viaggio e di ospitalità per i propri dipendenti o collaboratori, facendo risparmi che alla fine dell’anno non sono proprio trascurabili, ottenendo come ulteriore contropartita la realizzazione a costo zero di rubriche che attirano i lettori, magari anche con un piccolo utile garantito dalla pubblicità che, spesso, segue l’articolo frutto dell’invito, con buona pace della massima trasparenza nei confronti dei lettori.