Alto Adige e tagli al costo della politica: polemica sui pareri giuridici

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PAB Ulrich Stofner Daniel Alfrader Thomas Widmann Hans Berger e Karl Zeller
Per il giurista del Consiglio provinciale anche Bolzano deve tagliare. Per quello nominato dalla pattuglia parlamentare no

 

PAB Ulrich Stofner Daniel Alfrader Thomas Widmann Hans Berger e Karl ZellerIn Alto Adige è polemica sui costi della politica locale, visto che la provincia autonomia, oltre che per il ricchissimo portafoglio di competenze accompagnato da un’altrettanta munifica dotazione finanziaria (oltre 5 miliardi di euro per poco più di mezzo milione di abitanti) è un regno a sé stante anche per le indennità riscosse dai protagonisti locali della politica.

Il pomo della discordia è costituito dal decreto Monti del 2012 che imponeva a tutti gli amministratori pubblici tetti alle loro indennità. Se i cugini della provincia di Trento, autonoma anch’essa, si sono adeguati, gli amministratori di Bolzano resistono caparbiamente. Il risultato è che il presidente della giunta provinciale di Bolzano, Arno Kompatscher, guadagna un mensile (lordo) di oltre 19.000 euro al mese, mentre il sindaco del capoluogo Bolzano è a oltre 13.000 euro al mese. Tanti soldi, come si vede, anche se chi li incassa si difende adducendo il notevole carico di responsabilità, il contributo che danno ai rispettivi partiti di appartenenza, gli oneri per fare politica sul territorio, et similia. 

Per dirimere la questione, la presidenza del Consiglio provinciale di Bolzano ha affidato una consulenza pro veritate al giurista Giuseppe Caia dell’Università di Bolgna, secondo il qualche il taglio agli emolumenti degli amministratori altoatesini va comunque effettuato. Un risultato che è andato di traverso agli interessati e agli esponenti della pattuglia parlamentare, che hanno sfornato un altro parere, dal contenuto ovviamente opposto a quello formulato dal consulente del Consiglio provinciale. Secondo i senatori Svp Karl Zeller e Hans Berger e dal senatore indipendente PD Francesco Palermo non vi è uno stretto obbligo giuridico da parte della provincia di Bolzano all’applicazione del decreto Monti sulla revisione della spesa pubblica, specie per quanto riguarda le indennità ai politici. Il parere – difforme da quello del prof Caia Caia, secondo il quale sarebbe obbligatorio un taglio delle indennità – è stato presentato da Zeller e Palermo alla presenza dei capigruppo in Consiglio provinciale in una conferenza stampa, in cui è stato specificato che l’adeguamento alla revisione della spesa potrebbe configurare invece un onere, quindi spogliato di eventuali sanzioni. Zeller ha auspicato comunque che il legislatore locale prepari un “pacchetto” complessivo sul finanziamento delle istituzioni democratiche.

E’ di tutta evidenza che il regno autonomo dell’Alto Adige intende da Durnwalder ad oggi la politica come res propria piuttosto che res publica specie riguardo ai propri benefit. La pacchia per i comuni cittadini è finita dal 2007, anno di inizio della grande crisi in cui il Paese annaspa ancora senza un chiaro orizzonte: sarebbe opportuno che anche chi rappresenta legittimamente i cittadini partecipasse in prima persona ai sacrifici comuni, anche perché non pare proprio inadeguato uno stipendio (ops: indennità!) di 13.800 euro lordi di indennità mensile per amministrare mezzo milione di cittadini, sia pure con tante competenze e con tanti soldi a disposizione. Senza voler cadere nella lesa maestà, politici di ben più alto spessore come frau Angla Merkel o Mr. Barack Obama guadagnano decisamente meno degli amministratori pubblici altoatesini. Se ciò non sta loro bene, nessun problema: lascino la politica e si buttino nel privato, dove la capacità (se esiste) è remunerata bene, anche più di quanto guadagnano attualmente dai loro scranni.