Per l’Istat a settembre peggiora la fiducia dei consumatori

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Frenano i consumi a causa dell’incertezza economica e dei redditi delle famiglie. Consumatori: «ennesimo dato negativo: la ripresa è lontana anni luce»

 

grafico indice calo istatSecondo l’Istat, a settembre 2016 il clima di fiducia dei consumatori peggiora nuovamente, passando da 109,1 a 108,7. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese, invece, registra un aumento, passando da 99,5 a 101,0 e attestandosi sui livelli dello scorso giugno.

Tra le componenti del clima di fiducia dei consumatori quella personale e quella corrente diminuiscono, mentre il clima economico e quello futuro, dopo il peggioramento registrato nei mesi precedenti, tornano a crescere, seppure con intensità diverse: il primo sale da 125,7 a 128,0 mentre il secondo passa da 112,2 a 112,8. I giudizi dei consumatori riguardo la situazione economica del Paese registrano un miglioramento (il saldo passa da -60 a -53), mentre le aspettative si confermano in discesa per il quinto mese consecutivo (da -15 a -18 il relativo saldo). Sia i giudizi sull’andamento dei prezzi nei passati 12 mesi sia le attese per i prossimi 12 mesi registrano un aumento. Migliorano, inoltre, le aspettative sulla disoccupazione (da 35 a 29 il saldo). 

Con riferimento alle imprese, nel mese di settembre si registra un miglioramento della fiducia: il clima sale in tutti e quattro i settori considerati. La crescita è più marcata nel commercio al dettaglio (l’indice sale da 97,4 a 102,0) e più lieve negli altri settori: nella manifattura l’indice passa da 101,1 a 101,9, nelle costruzioni da 123,5 a 125,3 e nei servizi di mercato passa da 102,5 a 103,7. Per quanto riguarda le componenti dei climi di fiducia, si evidenzia che nel comparto manifatturiero migliorano i giudizi sugli ordini (da -18 a -14) mentre peggiorano le attese sulla produzione per il secondo mese consecutivo (da 9 a 8 il saldo). I giudizi sulle scorte rimangono stabili. 

Secondo l’Ufficio studi economici di Confesercenti «il dato odierno sul clima di fiducia di famiglie ed imprese nel mese di settembre continua a riflettere l’immagine di quello che abbiamo già definito “l’ottovolante”. Il sentiment sulla fiducia delle imprese è sempre in altalena con i dati a consuntivo. Questo indicatore ci esprime la forte incertezza in cui si trovano a vivere le famiglie, soprattutto sul fronte della situazione economica personale. La fiducia delle imprese, invece, segna una crescita di 1,5 punti. Per le imprese del commercio al dettaglio, in particolare, il clima di fiducia sale di 4,6 punti rispetto ad agosto, anche se risulta una dinamica differente tra GDO (4,8) ed esercizi tradizionali (3,2). Da pochi giorni sono usciti i dati delle vendite al dettaglio che, nel mese di luglio, avevano subito una battuta d’arresto, con un crollo per i piccoli esercizi». Per Confesercenti la risalita della fiducia delle imprese del commercio «ci fa ipotizzare, e sperare, che la situazione in questi ultimi due mesi stia effettivamente migliorando, anche se permane l’immagine di un percorso in salita, oscillante e tortuoso per quanto riguarda il consolidamento dei consumi delle famiglie. Insomma, si continua a navigare a vista. Anche i dati del DEF, resi noti ieri, non lasciano trasparire ampi margini di manovra per intervenire a sostegno della ripresa dei consumi».

Negativo il giudizio delle associazioni consumeristiche. Per il Codacons «il calo della fiducia dei consumatori registrato a settembre dall’Istat è un pessimo segnale per l’economia italiana. Prosegue la diminuzione della fiducia dei cittadini, che si riflette in modo diretto sui consumi, come attestano gli ultimi dati sulle vendite nel nostro paese – spiega il presidente Carlo Rienzi -. La mancanza di aspettative e di ottimismo da parte delle famiglie porta infatti a rimandare gli acquisti e a contenere la domanda, con ripercussioni negative per l’economia. Il trend al ribasso della fiducia determinerà mesi difficili per il commercio, e temiamo che di questo passo possano determinarsi ulteriori contrazioni dei consumi durante tutto l’autunno e, se non saranno adottati provvedimenti in grado di rilanciare la spesa, anche i classici consumi natalizi potrebbero risentire del clima di sfiducia delle famiglie».

Secondo Federconsumatori-Adusbef «cala ancora la fiducia dei consumatori. E non potrebbe essere diversamente. L’ennesimo dato negativo che si aggiunge alla lunga lista di indicatori preceduti da segno meno, o da molti zero virgola. Tutto ciò non fa altro che confermare una realtà economica ancora lontana anni luce dalla ripresa. I cittadini se ne rendono conto, l’unico che forse stenta a prendere atto della situazione è il Governo, che ancora non si decide ad avviare provvedimenti determinati per innescare una vera, solida e duratura crescita dell’economia. Serve, in tal senso, un piano shock, per il lavoro e la redistribuzione dei redditi. Nel dettaglio è fondamentale stanziare congrui investimenti per la crescita, la modernizzazione, la messa in sicurezza antisismica, l’innovazione e la ricerca, per rimettere in moto il Paese e dare nuove prospettive ai cittadini, soprattutto ai giovani».